APOSTOLATO DELLA PREGHIERA    

LEZIONI SULL'ADP  

 

NOVEMBRE 2003    

XI. All'inizio di ogni giorno

Si è già parlato, nella Lezione 11, della < offerta quotidiana» come elemento caratteristico e portante della spiritualità dell'Apostolato della Preghiera, che tende a rendere tutte le no­stre azioni preghiera e tutte le nostre preghiere efficaci mezzi di glorificazione di Dio e santi­ficazione nostra e degli altri.

E ancora oggi ogni aderente può fare la propria offerta sia usando la formula diffusa, sia anche solo con un atto di intenzione solo interiore.

La formula, che condensa la ricchezza spirituale dell'Apostolato della Preghiera, è fatta per essere recitata giornalmente, come un impegno che, dall'inizio del giorno, ci mantiene nel giusto atteggiamento durante tutta la giornata. Formula che serve come tecnica e come indicazione per il nostro atteggiamento di offerta.

Fin dal suo nascere l'Apostolato della Preghiera, per aiutare gli aderenti a mettere in pra­tica lo spirito della Associazione, li ha impegnati a offrire, almeno una volta al giorno, < le azioni e le sofferenze» secondo le intenzioni del Cuore di Gesù. Successivamente per dare un maggiore aiuto sono state diffuse anche delle < formule», alcune brevi, altre un po' più este­se. Ma sempre si è chiaramente distinto tra 1'«offerta quotidiana» come atto interiore, e la formula che serve a meglio comprendere l'attività interiore di unione alle intenzioni del Cuo­re divino di Gesù come perdurano nel rinnovarsi del sacrificio di Cristo sull'altare.

 Dalla formula allo stile di vita 

Questa formula è, innanzitutto, una preghiera. Però l'offerta, prima ancora che una pre­ghiera che si recita, è un atteggiamento interiore, uno stile di vita. Lo abbiamo detto nelle le­zioni precedenti.

Non basta recitare l'offerta, bisogna realizzarla, viverla; e se la viviamo con un minimo di coerenza, converte in offerta a Dio le ventiquattro ore del giorno. Non si può recitare con sincerità l'offerta al mattino se non si è disposti a far sì che ognuna delle nostre azioni vada d'accordo con la volontà di Dio. Anche se subito cadessimo in mancanze per fragilità, l'intenzione deve essere questa.

Nondimeno, poiché la nostra interiorità può essere sostenuta dall'attività esteriore, anche la nostra capacità sacerdotale di offrirci a Dio per la vita del mondo trae vantaggio dall'uso di una formula espressa con parole. Queste parole possono essere spontanee e variate («Signore Gesù, disponi di me oggi come vuoi»; «Sono qui, Padre, per fare la tua volontà»; «Signore, come Maria ti dico: ecco l'ancella del Signore, si faccia di me secondo la tua parola»; «Tutto per te, Cuore santissimo di Gesù», «Cuore di Gesù, venga il tuo regno»...); tuttavia servendoci della formula in uso in Italia ci uniamo a tutti quei fratelli nostri aderenti all'Apostolato della Preghiera che con le stesse parole si offrono al Cuore di Gesù e per Cristo al Padre affinché le sue intenzioni, specificate dal Papa e dai Vescovi, si attuino con la nostra collaborazione.

Qual è il momento migliore per fare l'offerta? Uno qualsiasi e tutti i minuti del giorno; perché possiamo ripeterla molte volte; o scegliere momenti privilegiati che sostengano tutto il giorno.

Un momento particolarmente significativo per farla privatamente nell'intimo del proprio cuore è quello della nostra partecipazione alla Messa*, specialmente se vi andiamo al mattino. Però molti non possono partecipare quotidianamente alla Messa, o lo possono solo alla sera; per questo, la consuetudine più frequente è quella di fare l'offerta appena svegli; così, senza perdere neanche un secondo del giorno, spalanchiamo la finestra del nostro povero es­sere alle dimensioni del mondo che vogliamo redimere con Cristo.

La formula diffusa in Italia

La formula che usiamo in Italia è la seguente: < Cuore divino di Gesù io ti offro, per mezzo del Cuore immacolato di Maria, Madre della Chiesa, in unione al Sacrificio eucaristi­co, le preghiere e le azioni, le gioie e le sofferenze di questo giorno: in riparazione dei pecca­ti, per la salvezza di tutti gli uomini, nella grazia dello Spirito Santo, a gloria del divin Padre. In particolare:...

Seguono, a questo punto le due intenzioni (generale e missionaria) affidate dal Santo Pa­dre all'Apostolato della Preghiera, che per praticità possono essere abbreviate. A queste si aggiunge, come terza intenzione, quella indicata dai Vescovi. Queste intenzioni variano ogni mese**.

Le " intenzioni" , quella generale, quella missionaria, quella dei Vescovi italiani, sia nella formulazione lunga, che in quella più breve, dovrebbero sempre essere enunciate.

Non è certo inutile pregare in genere per le intenzioni del Papa e per quelle dei Vescovi, ma enunciarle per un intero mese ha un suo valore pedagogico. Dietro ogni intenzione ci so­no dei problemi da risolvere, dei piani apostolici da attuare. Ogni intenzione ci apre l'oriz­zonte interiore. La nostra vita è invitata a saltare fuori dalla quotídíanità e a mettersi in < sin­tonia con la Chiesa» con la sua vita, con il suo apostolato.

È quello che esprime la bella espressione di S. Ignazio di Loyola: «sentire con la Chiesa», cercare cioè di entrare nel vero senso dell'essere in Cristo « la sua Chiesa», come strumento che continua la sua opera. Con le intenzioni del Papa e dei Vescovi noi preghiamo e viviamo conoscendo le sollecitudini, i desideri, le angosce della Chiesa diffusa in tutte le parti del mondo.

 

Letture: Giovanni Paolo II, Discorso al Congresso Monduale dei Segretari nazionali dell'Apostolato della Preghiera, 13 aprile 1985; in Come lievito, pp. 35‑40.

Mario Lessi, S.I. ‑.Manuel Iglesias S.I.

 

APOSTOLATO DELLA PREGHIERA

NOVEMBRE 2003

OFFERTA DELLA GIORNATA

Cuore divino di Gesù, io ti offro per mezzo del Cuore Immacolato di Maria, madre della Chiesa, in unione al Sacrificio eucaristico, le preghiere e le azioni, le gioie e le sofferenze di questo giorno: in riparazione dei peccati, per la salvezza di tutti gli uomini, nella grazia dello Spirito Santo, a gloria del divin Padre.

In particolare per le intenzioni affidate all'AdP dal Papa:

 E dall'Episcopato italiano:

PER ESTENDERE LA PROPRIA PREGHIERA APOSTOLICA SI PUO'

 

"I singoli membri della famiglia, proprio gettando lo sguardo su gesù, recuperano anche la capacità di guardarsi  sempre nuovamente negli occhi, per comunicare, per solidarizzare, per perdonarsi scambievelmente, per ripartire con un patto di amore dallo Spirito di Dio".

 

Giovanni Paolo II. Lett. sul Santo Rosario, n. 41

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