APOSTOLATO DELLA PREGHIERA    

SPIRITUALITA' ADP

 

NOVEMBRE 2004   

PREGHIERA E VITA,  11

La preghiera ci insegna ad amare il mondo con il Cuore di Cristo (segue)

 

La preghiera ci insegna ad amare il mondo con il Cuore di Cristo

 

1: La preghiera, specie quella liturgica, scuola di amore al inondo I segue)

La preghiera al Padre, per mezzo del Figlio, nello Spirito Santo

La formazione all'amore verso tutti acquista il suo coronamento dal fatto che la Chiesa, nella Liturgia, oltre alla lode di Dio, supplica per mezzo di Cristo, nello Spirito, il Padre per la salvezza di tutto il mondo.

In realtà: «Tutte queste preghiere, il Capo della nuova umanità e Mediatore tra Dio e gli uomini, le presenta al Padre a nome e per il bene di tutti» (PNLO, n. 3).

E il Padre è Colui che San Giovanni presenta così nel Vangelo: «Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito» (Gv 3,16).

La rivelazione del Padre che ama gli uomini nel Figlio Unigenito è la suprema Buona No­vella del Figlio nel Nuovo Testamento. E lo Spirito Santo è Colui per mezzo del quale «l'amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori» (Rm 5,5).

Di continuo risuona nella Liturgia il canto: «Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito San-to», poiché dalla Trinità Santissima è venuta a noi la Salvezza ed ogni bene.

Carattere comunitario della Liturgia

Elemento molto valido nella formazione all'amore è, infine, il carattere di comunità, o Chiesa, che comporta la Liturgia: «L'esempio e il comando del Signore e degli Apostoli di pregare sempre e assiduamente non si devono considerare come una norma puramente giuridica, ma appartengono all'intima essenza della Chiesa medesima, che è comunità, e deve quindi manifestare il suo carattere comunitario anche nella preghiera» (PNLO, n. 8).

 Il Vaticano II accenna all'effetto di accrescimento nell'amore che consegue dal carattere di assemblea, proprio della Liturgia: «Infatti le fatiche apostoliche sono ordinate a che tutti, diventati figli di Dio mediante la fede e il battesimo, si riuniscano in assemblea (...). A sua volta, la liturgia spinge i fedeli, nutriti dei "sacramenti pasquali" a vivere in perfetta unione ...» (SCIO).

 

Il principio della preghiera liturgica è Cristo e lo Spirito Santo

Che nella preghiera della Chiesa, Corpo di Cristo, sia Egli a pregare in noi, lo abbiamo già accennato. Qui tuttavia dobbiamo ribadirlo, non tanto per spiegare la preghiera come scuola di formazione all'amore degli altri, quanto per completare il tema proposto, sotto l'angolatura particolare del vero principio della preghiera liturgica. Così sarà pienamente svolto il tema della preghiera cristiana che ci «insegna ad amare il mondo».

Giovanni Paolo II, nel testo che ci è servito da punto di partenza, dice: «Il valore della Li­turgia delle Ore è enorme. Per suo mezzo tutti i fedeli, ma specialmente il clero e i religiosi, adempiono una funzione di capitale importanza: la preghiera di Cristo continua nel mondo (...). Per mezzo di questa preghiera di Cristo a cui diamo la voce...».

Possiamo chiarire ulteriormente queste parole, riportando anche quelle del documento su l'ordinamento liturgico tante volte citato: «In questo dunque sta la dignità della preghiera cristiana, che essa partecipa dell'amore del Figlio Unigenito per il Padre e di quell'orazio­ne, che Egli durante la sua vita terrena ha espresso con le sue parole e che ora, a nome e per la salvezza di tutto il genere umano, continua in tutta la Chiesa e in tutti i suoi membri» (PNLO,.n. 7).

Lo Spirito Santo, che è lo Spirito di amore, è colui che opera l'unità della Chiesa orante: «E lo stesso in Cristo, in tutta la Chiesa e nei singoli battezzati (...) egli stesso, in quanto Spirito del Figlio, infonde in noi "lo spirito di figli adottivi, per mezzo del quale gridiamo: Abbà, Padre!". Non vi può essere dunque nessuna preghiera cristiana senza l'azione dello Spirito Santo che, unificando tutta la Chiesa, per mezzo del Figlio la conduce al Padre» (PNLO, n. 8).

Come potrebbe mai hon essere esercizio di amore per il mondo e, nello stesso tempo, scuola d'amore per tutti, la preghiera che ha come principio il Figlio che ha dato se stesso per tutti e lo Spirito per cui il Padre «ridà la vita agli uomini, morti per il peccato», secondo l'espressione del Concilio (LG 4)?

da J. SOLANO, S.I.

APOSTOLATO DELLA PREGHIERA
 

NOVEMBRE 2004   

   

 

 OFFERTA DELLA GIORNATA

Cuore divino di Gesù, io ti offro per mezzo del Cuore Immacolato di Maria, madre della Chiesa, in unione al Sacrificio eucaristico, le preghiere e le azioni, le gioie e le sofferenze di questo giorno: in riparazione dei peccati, per la salvezza di tutti gli uomini, nella grazia dello Spirito Santo, a gloria del divin Padre.

In particolare per le intenzioni affidate all'AdP dal Papa:

E dall'Episcopato italiano:

PER ESTENDERE LA PROPRIA PREGHIERA APOSTOLICA SI PUÒ

 

Dio, nostro Padre, io ti offro tutta la mia giornata.

Ti offro le mie preghiere, i pensieri, le parole, le azioni e le sofferenze in unione con il tuo Figlio Gesù Cristo che continua ad offrirsi a te nell'Eucaristia per la salvezza del mondo.

Lo Spirito Santo che ha guidato Gesù sia la mia guida e la mia forza oggi affinché io possa esse­re testimone del tuo amore.

Con Maria, la madre del Signore e della Chiesa, prego specialmente per le intenzioni che il Santo Padre raccomanda alla preghiera di tutti i fedeli in questo mese ...

 

INTENZIONI DEL SANTO PADRE

GENERALE: All'origine del nostro essere cristiani c'è una chiamata di Dio. Questa chiamata ha una dimensione comune a tutti: divenire santi. La vita di ogni cristiano dovrebbe essere risposta alla chiamata ricevuta. Ciò esige l'impegno sincero per conoscere la propria vocazione, quindi la disponibilità generosa per dare una leale risposta a Dio, e infine il mettere in atto tutti i mezzi adatti per raggiungerla. Nel cuore di Dio ognuno è stato sognato e creato in un atto di amore al quale la nostra vita di credenti deve costituire una ricono­scente risposta. A sostenere questa risposta sono diretti: la Chiesa, i sacramenti, i doni dello Spirito Santo, la capacità di pregare, la pratica delle virtù.

Per questo il Papa ci invita a pregare: Perché ogni uomo e ogni donna cristiani, prendendo consapevolezza della propria vocazione nella Chiesa, rispondano con generosità alla chiamata di Dio e camminino verso la santità nei loro ambienti di vita.

 

MISSIONARIA: L'evangelizzare è una missione nella Chiesa, da svolgere secondo i principi e le nonne della Chiesa stessa, e per le finalità che la Chiesa sa di avere ricevute in consegna dal proprio Fondatore: Gesù Cristo. Evangelizzare infat­ti significa portare agli altri Dio e portare gli altri a Dio, portandoli a Cristo e alla Chiesa che ne continua la presenza nel mondo. Alla base però di tutto questo deve essere posta la persona dell'evangelizzatore. L'evangelizzatore serve la missione non solo costruendo chiese, scuole, pozzi, case, ma la serve pregando, predicando, testimoniando con la vita la propria fede.

Per questo il Papa ci invita a pregare: Perché coloro che sono al servizio della missione non dimentichino mai che dalla santità perso­nale e dall'intima unione con Cristo scaturisce l'efficacia dell'evangelizzazione.

INTENZIONI DEI VESCOVI ITALIANI

Il mese in cui si usa ricordare i propri defunti diviene occasione per vivificare la nostra fede. Non basta infatti riflettere che dovremo anche noi a nostra volta morire e presentarci al giudizio di Dio. Si deve anche credere che tutti siamo destinati a risorgere, anche se non tutti per entrare egualmente nella gioia di Dio. A questa fede si deve aggiungere quella dimensione del senso ec­clesiale chiamata la comunione dei santi. Credere cioè che restiamo in Cristo uniti a coloro che sono salvi e che nella carità intercedono per noi, anche se hanno bisogno della nostra preghiera.

Per questo i nostri Vescovi ci invitano a pregare: Perché il ricordo dei fedeli defunti vivifichi la nostra fede nella risurrezione e nella comunione dei santi.

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