APOSTOLATO DELLA PREGHIERA    

SPIRITUALITA' ADP

 

FEBBRAIO 2004   

PREGHIERA E VITA, 2

 

La preghiera di Cristo glorioso (segue)

 

Sguardo retrospettivo: ricchezza del riferimento esplicito al Cuore di Cristo (segue)

Sono tante e così rilevanti le sfumature della preghiera di Gesù che non potrebbero venire esplicitate, se non si facesse riferimento al Cuore di Lui.

Ciò non vuol dire che non sia Cristo stesso, la Persona divina incarnata, colui che prega. Se ci riferiamo al suo Cuore, lo facciamo per rilevare alcune caratteristiche della preghiera di Lui, con un vocabolario che nel linguaggio umano è singolarmente ricco di significato.

Spontaneamente qui vengono alla memoria tante bellissime frasi dei libri sacri, piene di senso umano e religioso, delle quali non possiamo che riportare qualche esempio: Gli uomini di Giuda Maccabeo combattevano con le mani e pregavano Dio con il cuore (cf. 2Mac 15,27). Il salmista diceva al Signore: < Con tutto il cuore ti cerco» (Sal 119,10), e Davide, pentito, pregava: < Crea in me, o Dio, un cuore puro» (Sal 50,12). San Paolo raccomandava a Timoteo di camminare «insieme a quelli che invocavano il Signore con cuore puro» (2Tm 2,22).

Come esempio di un mondo non propriamente cristiano, ricordiamo almeno Al‑Hallag (sec. IX, autore musulmano): « Il tuo posto nel mio cuore è tutto il mio cuore, o Signore».

Giovanni Paolo II, nel suo pellegrinaggio apostolico in Germania, il 18 novembre 1980, ai professori di teologia riuniti ad Alttitting, disse: «Fate con ogni accuratezza una teologia non solo dell'intelletto ma anche del cuore».

Non sarà il caso di auspicare anche nel linguaggio spirituale qualcosa più attinente «al cuore»? Si susciterebbe più facilmente nei credenti quel senso che i due discepoli provarono nell'ascoltare Gesù risorto: « Ed essi si dissero 1' un 1' altro: "Non ci ardeva forse il cuore nel petto mentre conversava con noi lungo il cammino, quando ci spiegava le Scritture?"» (Lc 24,32).

 

Lo Spirito Santo che prega in noi è dono del Cuore di Cristo

La lettera cattolica di Giacomo accenna alla ragione perché la preghiera talvolta non ottiene ciò che domanda: « ... chiedete e non ottenete perché chiedete male» (Gc 4,3).

Rimedio alla debolezza e ignoranza è in modo speciale e sublime lo Spirito Santo, come spiega san Paolo: «Allo stesso modo anche lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza, perché nemmeno sappiamo che cosa sia conveniente domandare, ma lo Spirito stesso intercede con insistenza per noi, con gemiti inesprimibili; e colui che scruta i cuori sa quali sono i desideri dello Spirito, poiché egli intercede per i credenti secondo i disegni di Dio» (Rm 8,26‑27).

Il motivo più profondo del dono dello Spirito fatto ai credenti, perché preghi in essi, è la stessa filiazione adottiva: «Tutti quelli infatti che sono guidati dallo Spirito di Dio, costoro sono figli di Dio. E voi non avete ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere nella paura, ma avete ricevuto uno spirito da figli adottivi per mezzo del quale gridiamo: "Abbà, Padre!"» (Rm 8,14‑15).

Quasi con le stesse parole, san Paolo torna su questo argomento nella lettera ai Galati: «E che voi siete figli ne è prova il fatto che Dio ha mandato nei nostri cuori lo Spirito del suo Figlio che grida: Abbà, Padre!» (Gal 4,6).

Lo Spirito Santo, che è il principio della vita nuova, sostituendosi al principio malvagio della carne (cf. Rm 7,5‑6; Gal 5,16‑25), diviene ‑ fra l'altro ‑ una sorgente di preghiera nel cuore del credente.

La lettera che va sotto il nome di Giuda (probabilmente l'Apostolo Giuda Taddeo), rammenta «agli eletti che vivono nell'amore di Dio Padre e sono stati preservati per Gesù Cristo (...) ... pregate mediante lo Spirito Santo» (vv. 1.20).

La lettera agli Efesini scrive: «Pregate inoltre incessantemente con ogni sorta di preghiere e di suppliche nello Spirito» (Ef 6,18).

Se ora ci domandiamo quale rapporto esiste tra il Cuore di Cristo e lo Spirito Santo, nel quale e per il quale preghiamo, ci accorgiamo subito che questo rapporto deve essere molto stretto poiché, come abbiamo sentito, san Paolo afferma che lo Spirito Santo, che ci è stato dato, è spirito di figli. L'essere figli di Dio è senz'altro dono manifesto e primario dell'amore del Padre, e di questo amore divino è simbolo il Cuore di Cristo secondo l'esplicito insegnamento dell'Enciclica Haurietis aquas: « Il Cuore del Verbo Incarnato (...) è simbolo dell'amore che il Divino Redentore ha comune col Padre e con lo Spirito Santo...» .

Un altro rapporto ancora più esplicito è indicato dalla stessa enciclica, e offre per noi un tema di singolare riflessione: il Nuovo Testamento, in maniera chiarissima attribuisce a Cristo direttamente la prerogativa di donare lo Spirito Santo.

San Pietro, nel suo primo discorso nel giorno della Pentecoste, disse alla folla: «Questo Gesù Dio l'ha risuscitato e noi tutti ne siamo testimoni. Innalzato pertanto alla destra di Dio e dopo aver ricevuto dal Padre lo Spirito Santo che egli aveva promesso, lo ha effuso, come voi stessi potete vedere e udire» (At 2,32‑33).

da J. SOLANO, S.I.

APOSTOLATO DELLA PREGHIERA
 

FEBBRAIO 2004   

   

 

 OFFERTA DELLA GIORNATA

Cuore divino di Gesù, io ti offro per mezzo del Cuore Immacolato di Maria, madre della Chiesa, in unione al Sacrificio eucarístico, le preghiere e le azioni, le gioie e le sofferenze di questo giorno: in riparazione dei peccati, per la salvezza di tutti gli uomini, nella grazia dello Spirito Santo, a gloria del divin Padre.

In particolare per le intenzioni affidate all'AdP dal Papa:

E dall'Episcopato italiano

 

PER ESTENDERE LA PROPRIA PREGHIERA APOSTOLICA SI PUÒ

 

Dio, nostro Padre, io ti offro tutta la mia giornata. ,

Ti offro le mie preghiere, i pensieri, le parole, le azioni e le sofferenze in unione con il tuo Figlio Gesù Cristo che continua ad offrirsi a te nell'Eucaristia per la salvezza del mondo.

Lo Spirito Santo che ha guidato Gesù sia la mia guida e la mia forza oggi affinché io possa essere testimone del tuo amore.

Con Maria, la madre del Signore e della Chiesa, prego specialmente per le intenzioni che il Santo Padre raccomanda alla preghiera di tutti i fedeli in questo mese ...

 

INTENZIONI DEL SANTO PADRE

GENERALE: Nel mese di giugno scorso in Terra Santa ebbe inizio un primo periodo di tregua per permettere ad Israeliani e Palestinesi di iniziare a cambiare rotta e cercare oggettivamente la pace. Si trattava di un inizio, ma esso apriva gli animi di tutti coloro che cercavano sinceramente la pace alla speranza di poter raggiungere una forma pacifica di convivenza in quella regione. Senza negare il diritto umano sia per Palestinesi che per Israeliani di avere una propria nazione, un territorio distinto dove abitare in pace e svolgere le proprie attività, la Terra Santa è anche punto di riferimento per le tre religioni monoteiste. In ordine storico esse sono: l'Ebraismo, il Cristianesimo, l'Islam. Tutte e tre guardano alla Terra Santa, e in essa a Gerusalemme, come a un punto di riferimento importante. In essa tutti dovranno imparare a convivere nella pace costruttiva.

Per questo preghiamo: Perché possa realizzarsi la pacifica convivenza fra cristiani, ebrei e musulmani in Terra Santa.

 

MISSIONARIA: In Oceania la Chiesa si sta lentamente espandendo, ma l'evangelizzazione esige l'impegno di tanti che scelgono di collaborare con tutti se stessi per il Vangelo. La storia della Chiesa in quelle regioni è stata alimentata dallo slancio missionario di tanti religiosi, religiose e sacerdoti provenienti da altre parti della Chiesa. In occasione del Sinodo su l'Oceania i Vescovi hanno posto tutta la loro speranza nelle vocazioni sacerdotali e religiose che lo Spirito del Signore vorrà provvedere tra i loro fedeli. Ma le vocazioni è necessario anche curarle. prima in seno alle famiglie cristiane, poi in strutture apposite. Il mondo di oggi non è favorevole a scelte cosi esigenti. La Chiesa tutta deve coltivare i semi diffusi dallo Spirito Santo.

Per questo preghiamo: Perché in Oceania vengano curate in modo speciale le vocazioni sacerdotali e religiose al servizio dell'evangelizzazione in ogni Chiesa particolare.

 

INTENZIONE DEI VESCOVI ITALIANI

Il Vangelo conserva oggi, come sempre, il suo aspetto di opposizione al mondo. Il modo di viverlo tuttavia non esige da tutti quella forma radicale alla quale solo chi è chiamato deve rispondere. Sono coloro che sono chiamati alla vita consacrata, religiosi e ‑religiose di ogni tipo: contemplativi, dediti all' apostolato, dediti a varie forme si opere di carità i primi a dover divenire all'interno della Chiesa, per tutti i credenti, e nel mondo il segno della giustizia, della solidarietà, del dono di sé che 1' esempio di Cristo ci ha lasciato.

Per questo preghiamo: Perché i consacrati siano nella Chiesa e nel mondo segno della forza e della radicalità del Vangelo.

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