APOSTOLATO DELLA PREGHIERA    

SPIRITUALITA' ADP

 

GENNAIO 2004   

PREGHIERA E VITA, 1

 

La preghiera di Cristo glorioso

 

L'intercessione del Signore risorto, in favore degli uomini, è presentata in diversi modi dal Nuovo Testamento. Gesù, prima di morire, aveva promesso agli apostoli, facendo riferimento al suo ritorno alla casa del Padre suo: “Io pregherò il Padre ed Egli vi darà un altro Consolatore” (Gv 14,16).

La domanda: «Chi condannerà? Cristo Gesù, che è morto, anzi, che è risuscitato, sta alla destra di Dio e intercede per noi?" (Rm 8,34), forma parte dell'ardente inno di San Paolo all'amore di Dio.

San Giovanni presenta questa idea sotto una prospettiva alquanto diversa: «Figlioli miei, vi scrivo queste cose perché non pecchiate, ma se qualcuno ha peccato, abbiamo un avvocato presso il Padre: Gesù Cristo giusto. Egli è vittima di espiazione per i nostri peccati; non soltanto per i nostri, ma anche per quelli di tutto il mondo» (1 Gv 2,1‑2).

Il rapporto esplicito col sacerdozio di Cristo lo traviamo nella Lettera agli Ebrei: « ... egli (Gesù) invece, poiché resta sempre, possiede un sacerdozio che non tramonta: Perciò può salvare perfettamente quelli che per mezzo di lui si accostano a Dio, essendo egli sempre vivo per intercedere a loro favore» (Eb 7,24‑25).

Ecco il commento dell'Haurietis aquas alla intercessione celeste di Cristo: «Cristo che ha amato la Chiesa, continua tuttora ad amarla intensamente con quel triplice amore, di cui abbiamo parlato.

Ed è appunto questo amore che lo porta a farsi nostro avvocato, per conciliarci dal Padre grazia e misericordia, "essendo sempre vivo per intercedere a nostro favore" (Eb 7,25).

La preghiera che erompe dal suo inesauribile amore, diretta al Padre, non ha alcuna interruzione.

Come "nei giorni della sua vita terrena" (Eb 5,7), così ora che è trionfante nei cieli, Egli supplica il Padre con non minore efficacia: e a Colui "che ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in Lui non muoia, ma abbia la vita eterna" (Gv 3,16), Egli mostra il suo Cuore vivo e ferito dall'amore, ben più profondamente che non lo sia stato, ormai esamine, dal colpo di lancia del soldato romano...».

La stessa Lettera agli Ebrei aveva messo in rilievo un tratto commovente del rapporto fra l'intercessione del Cristo glorioso, Sommo Sacerdote, e la misericordia del suo Cuore: Gesù, infatti, viene presentato a parecchie riprese come «misericordioso» (2,17) talché sa «compatire le nostre infernità» (4,15), perché «proprio per essere stato messo alla prova ed avere sofferto personalmente è in grado di venire in aiuto a quelli che subiscono la prova» (2,18).

Questi testi così profondamente umani (vedi anche Eb 5,7‑10) non adoperano il termine cuore, però esprimono quei sentimenti che la stessa Sacra Scrittura mette' in rapporto esplici­ to col cuore (cf. Os 11,8; Ger 32,41). La mancanza di misericordia è stata presentata da san Paolo come un aspetto dei «desideri del loro cuore», ai quali Dio ha abbandonato coloro che non hanno voluto riconoscere Dio (cf. Rm 1,21.24.31). Il testo italiano della CEI e la Bible de Jérusalem traducono direttamente con «senza cuore» per esprimere la mancanza di amore rimproverata da san Paolo a quei pagani che vogliono ignorare Dio.

Giovanni Paolo Il ha messo in rapporto esplicito la misericordia col Cuore di Cristo glorioso in questo passo fondamentale dell'Enciclica Dives in misericordia: « La Chiesa sembra professare in modo particolare la misericordia di Dio e venerarla, rivolgendosi al Cuore di Cristo. Infatti, proprio l'accostarci a Cristo nel mistero del suo Cuore ci consente di soffermarci su questo punto ‑ in un certo senso centrale e, nello stesso tempo, più accessibile sul piano umano ‑ della rivelazione dell'amore misericordioso del Padre, che ha costituito il contenuto centrale della missione messianica del Figlio dell'Uomo» (n. 13).

Sguardo retrospettivo: ricchezza del riferimento esplicito al Cuore di Cristo

Arrivati a questo punto è logico che ci domandiamo: che vantaggio c'è nel riferirci al Cuore di Cristo anziché semplicemente a Cristo? Da quanto abbiamo esposto pensiamo che sia giusto riconoscere una particolare ricchezza di significato nel richiamo al Cuore del Signore. La preghiera di Gesù è stata messa in rapporto col cuore di Lui dalla stessa Sacra Scrittura e dall'Enciclica Haurietis aquas. Abbiamo colto infatti, nella preghiera di Gesù, dei lineamenti che ovviamente si riferiscono al cuore non soltanto nel linguaggio biblico ma anche, diremmo, nel linguaggio universale. La preghiera di Cristo è preghiera di Figlio, è preghiera che sgorga dal suo amore filiale, è preghiera carica di profondissima interiorità e ricca di svariati sentimenti; in particolare, di misericordia; è preghiera interamente coerente con la propria vita e, in fine, è preghiera che si ripercuote nello stesso organo corporeo del cuore.

da J. SOLANO, S.I.

APOSTOLATO DELLA PREGHIERA
 
GENNAIO 2004
   

 

 OFFERTA DELLA GIORNATA

Cuore divino di Gesù, io ti offro per mezzo del Cuore Immacolato di Maria, madre della Chiesa, in unione al Sacrificio eucarístico, le preghiere e le azioni, le gioie e le sofferenze di questo giorno: in riparazione dei peccati, per la salvezza di tutti gli uomini, nella grazia dello Spirito Santo, a gloria del divin Padre.

In particolare per le intenzioni affidate all'AdP dal Papa:

Perché tutti gli uomini cerchino fra loro pace e giustizia.

Perché le giovani Chiese formino bene gli operatori pastorali.

E dall'Episcopato italiano:

Perché i laici siano coraggiosi testimoni del Vangelo. .

  

PER ESTENDERE LA PROPRIA PREGHIERA APOSTOLICA SI PUÒ

 

Dio, nostro Padre, io ti offro tutta la mia giornata. ,

Ti offro le mie preghiere, i pensieri, le parole, le azioni e le sofferenze in unione con il tuo Figlio Gesù Cristo che continua ad offrirsi a te nell'Eucaristia per la salvezza del mondo.

Lo Spirito Santo che ha guidato Gesù sia la mia guida e la mia forza oggi affinché io possa essere testimone del tuo amore.

Con Maria, la madre del Signore e della Chiesa, prego specialmente per le intenzioni che il Santo Padre raccomanda alla preghiera di tutti i fedeli in questo mese ...

 

INTENZIONI DEL SANTO PADRE

GENERALE: La situazione del mondo con tutte le guerre, le ingiustizie e discriminazioni antiche e nuove deve mobilitarci per fare di tutto che gli uomini cerchino sinceramente la pace, la giustizia, la solidarietà. Queste tre realtà non possono essere effetto solo di incontri di capi di stato o di politici. Anche ognuno di noi può fare ben poco per fermare le guerre decise da altri, le ingiustizie perpetrate a danno di tanti indifesi, le discriminazioni verso la donna, i più poveri, gli immigrati, i rifugiati a causa di calamità e lotte tra razze o etnie diverse. È dal cuore buono dell'uomo che nascono e partono opere veramente pacifiche, giuste e solidali, e solo se tutti gli uomini apprenderanno a riconoscersi fratelli perché parte dell'unica famiglia umana, amata da Dio, il loro cuore sarà veramente buono.

Per questo preghiamo: Perché tutti gli uomini si riconoscano membri dell'unica famiglia di Dio e cessino fra loro guerre, ingiustizie e discriminazioni.

  

MISSIONARIA: Si chiamano giovani Chiese di missione, quelle Chiese locali che sono state erette da poco. Prima erano terra di missione dove i cattolici erano pochi e dove i sacerdoti missionari erano di nazionalità diverse. Ora in vari luoghi si sono erette delle Chiese che sono chiamate: giovani Chiese. In ogni Chiesa è necessario avere, oltre ai sacerdoti, ai diaconi e ai religiosi, dei collaboratori pastorali: catechisti, animatori liturgici, operatori della "Caritas" o di altre simili opere. Ma a poco servirebbe avere delle persone, anche volenterose e in gran numero, se per mancanza di formazione il loro impegno portasse poco aiuto alla pastorale ordinaria.

Per questo preghiamo: Perché ogni giovane Chiesa di missione si impegni per la formazione degli operatori pastorali.

 

INTENZIONE DEI VESCOVI ITALIANI

La testimonianza da rendere al Vangelo coinvolge tutta la Chiesa. I vescovi e i sacerdoti oltre la testimonianza con la vita hanno il compito di insegnare e guidare il Popolo di Dio. Ai laici è chiesto e affidato di essere testimoni del Vangelo nel loro ambiente di vita e di lavoro. Purtroppo molto spesso ciò non avviene perché alcuni perdono il coraggio di fronte alle difficoltà che incontrano, altri per rispetto umano si tirano indietro. Ma senza il loro apporto il Vangelo non potrebbe penetrare in ogni ambiente e divenire lievito che fa montare la massa.

Per questo preghiamo: Perché i laici cristiani vivano con coraggio la loro missione di testimoni del Vangelo.

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