APOSTOLATO DELLA PREGHIERA    

SPIRITUALITA' ADP

 

MARZO 2004   

PREGHIERA E VITA, 3

Lo Spirito Santo che prega in noi è dono del Cuore di Cristo (segue)

Nell'ultima cena, Gesù aveva promesso d'inviare lo Spirito: “Quando verrà il Consolatore che io vi manderò dal Padre, lo Spirito di verità che procede dal Padre...» (Gv 15,26). Lo Spirito Santo procede dal Padre e dal Figlio fin dall'eternità, pertanto può essere inviato dal Padre e dal Figlio nel tempo, per portare a termine  l’opera della redenzione.

L'Haurietis aquas mette in rapporto il dono dello Spirito Santo concesso da Gesù, con l'amore di Gesù e con il Cuore del Signore: “La donazione dello Spirito Santo, fatta ai discepoli, è il primo chiaro segno della munifica carità del Salvatore, dopo la sua trionfale ascensione alla destra del Padre».

Questa carità del Salvatore è riferita in modo esplicito dall'Enciclica al Cuore del Salvatore in un paragrafo precedente: “Dopo che il Salvatore nostro ascese al cielo e si assise alla destra del Padre, nello splendore della umanità glorificata non ha cessato di amare la Chiesa, sua Sposa, anche con quell'ardentissimo amore che palpita nel suo Cuore...» . '

 Un altro passo dell'Haurietis aquas fa riferimento non soltanto all'amore di Gesù ma anche al suo Sacro Cuore nel presentare «quelle opere che più luminosamente testimoniano il suo amore per noi», fra queste opere è citata: « la missione dello Spirito Santo sugli apostoli e su di noi».

 

Caratteristiche della nostra preghiera fatta con il Cuore di Cristo Sommo Sacerdote

Avere gli stessi sentimenti del Cuore di Cristo

Il Signore Gesù si è presentato come «la via» per giungere al Padre (cf. Gv 14,6), oppure « la porta» attraverso la quale chi entra sarà salvo (cf. Gv 10,9). Egli è l'unico Maestro (cf. Mt 23,10), e ha chiesto ai suoi discepoli di «imparare» da Lui (cf. Mt 11,29) e di seguirlo, oppure di andare dietro a Lui (cf. ad es. Mt 10,38; 16,24; Gv 12,26). «Vi ho dato infatti l'esempio, perché come ho fatto io, facciate anche voi», disse Gesù ai suoi discepoli.quando ebbe lavato loro i piedi (Gv 13,15).

San Pietro esorta a seguire le orme di Cristo (1Pt 2,21), e san Giovanni a dimorare in Cristo e, di conseguenza, a «comportarsi come egli si è comportato» (1 Gv 2,6).

San Paolo dice direttamente imitare: «Fatevi miei imitatori, come io lo sono di Cristo» (1Cor 11,1). Per questo i Tessalonicesi venivano lodati dall'Apostolo: «E voi siete diventati imitatori nostri e del Signore...» (1Tess 1;6).

Nella linea di questa ineffabile unione di vita, grazie alla quale «non sono più io che vivo, ma Cristo in me» (Gal 2,20), san Paolo arriva a esortare i fedeli: «abbiate gli stessi sentimenti che furono di Cristo Gesù» (Fil 2,5).,

Questa espressione di san Paolo sembra la più adatta per spiegare ciò che significa pregare con il Cuore di Cristo.

I sentimenti che potremmo indicare come propri di colui che prega col Cuore di Cristo, possono compendiarsi in uno, che è all'origine di tutti gli altri, vale a dire, il sentimento di figlio adottivo, a imitazione del Figlio Unigenito, mette il Padre, al di sopra di tutti gli altri valori e di se stesso.

La nostra preghiera cerca anzitutto la gloria del Padre: «Padre nostro che sei nei cieli sia santificato il tuo nome; venga il tuo regno» (Mt 6,9‑10). Egli conta per noi molto più di noi stessi.

Come Cristo ebbe a dire, nella sua preghiera sacerdotale, anche chi prega col Cuore del Signore dovrebbe poter dire alla fine della vita: « lo ti ho glorificato sopra la terra» (Gv 17,4). L'amore più puro al Padre è dunque l'atteggiamento fondamentale della preghiera fatta con il Cuore di Cristo.

Conseguenza necessaria del pregare avendo gli stessi sentimenti di Cristo è cercare di fare la volontà del Padre: « .. . sia fatta la tua volontà, come in cielo, così in terra» (Mt 6,10). Chi prega col Cuore di Gesù dovrebbe poter dire come Lui: «Mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato» (Gv 4,34), e «sono disceso dal cielo, non per fare la mia volontà, ma la volontà d3 colui che mi ha mandato» (Gv 6,38).

Questa volontà del Padre potrà essere diversa per ciascuno di noi giacché molti e diversi sono i doni di Dio che ognuno riceve: «chi in nn modo chi in un altro» (1 Cor 7,7; cf. 12,432). Tutti però siamo chiamati a collaborare alla missione salvifica della Chiesa e siamo tutti deputati a questo apostolato, dal Signore stesso, per mezzo del battesimo e della confermazione, come insegna il Concilio Vaticano Il (LG 33). Cristo, infatti, inviato Egli stesso dal Padre, fonda la Chiesa che «riceve la missione di annunziare e instaurare in tutte le genti il regno di Cristo e di Dio» (LG 5).

da J. SOLANO, S.I.

APOSTOLATO DELLA PREGHIERA
 

MARZO 2004   

   

 

 OFFERTA DELLA GIORNATA

Cuore divino di Gesù, io ti offro per mezzo del Cuore Immacolato di Maria, madre della Chiesa, in unione al Sacrificio eucarístico, le preghiere e le azioni, le gioie e le sofferenze di questo giorno: in riparazione dei peccati, per la salvezza di tutti gli uomini, nella grazia dello Spirito Santo, a gloria del divin Padre.

In particolare per le intenzioni affidate all'AdP dal Papa:

E dall"Episcopato italiano:

 

PER ESTENDERE LA PROPRIA PREGHIERA APOSTOLICA SI PUÒ 

 

Dio, nostro Padre, io ti offro tutta la mia giornata. ,

Ti offro le mie preghiere, i pensieri, le parole, le azioni e le sofferenze in unione con il tuo Figlio Gesù Cristo che continua ad offrirsi a te nell'Eucaristia per la salvezza del mondo.

Lo Spirito Santo che ha guidato Gesù sia la mia guida e la mia forza oggi affinché io possa essere testimone del tuo amore.

Con Maria, la madre del Signore e della Chiesa, prego specialmente per le intenzioni che il Santo Padre raccomanda alla preghiera di tutti i fedeli in questo mese ...

 

IN INTENZIONI DEI, SANTO PADRE

GENERALE: Con il 2004 termina il decennio nel quale le Nazioni Unite avevano proposto come tema: gli indigeni, collaborazione in atto. Se qualche progresso è stato fatto, molto resta ancora da fare. Il problema è nato quando i colonizzatori o gli invasori di certi continenti hanno considerato gli indigeni come persone senza diritti, prendendo le loro terre, imponendo loro una nuova lingua e non considerando validi i loro usi e costumi. Molti di questi indigeni si sono integrati nella cultura e nel mondo dei nuovi arrivati. Ma non sempre e per tutti è stato così, e in certe parti del mondo si è presa coscienza dei torti loro fatti, ed essi reclamano i loro diritti. Ormai si deve dare atto che è quasi impossibile tornare indietro nella storia e che solo attraverso una aperta e attiva collaborazione è possibile trovare l'armonia che serve al benessere di tutti.

Per questo preghiamo: Perché, rispettando le terre, le culture, le tradizioni e i diritti degli indigeni, si raggiunga dovunque una vera armonia fra loro e le popolazioni con cui vivono.

 MISSIONARIA: L'Africa cattolica si sta avviando verso una sistemazione delle Chiese locali con tutte le sue strutture. Ma insieme l'Africa cattolica ha ancora bisogno della cooperazione di Istituti dediti alle Missioni. Questi, con la diversità delle loro vocazioni e con le specializzazioni che hanno possono dare ancora un validissimo aiuto alle Chiese locali. Occorre creare le forme di collaborazione, di cooperazione che meglio rispondano alle necessità di ogni Chiesa locale. Non si può chiedere, normalmente, ad un Istituto dedito alle opere di carità nel settore sanitario che si interessi di aprire e sostenere delle scuole. Pianificando la collaborazione, valorizzando meglio le forze ne proverrà un vero aiuto per tutti,

Per questo preghiamo: Perché in Africa, valorizzando le diversità dei carismi, si intensifichi la collaborazione degli Istituti missionari con le Chiese locali.

INTENZIONE DEI VESCOVI ITALIANI

I laici cattolici hanno il diritto di associarsi e di dare il proprio nome ad un movimento ecclesiale riconosciuto e ,approvato. Malo scopo delle associazioni é dei movimenti resta sempre per tutti il servizio da dare alla comunità cristiana. Con la migliore formazione che offrono 'ai loro associati o aderenti i movimenti e le associazioni possono essere considerati come strumenti di comunione, non solo all'interno del movimento e dell'associazione, ma con tutti i fratelli nella fede. Unirsi per vivere più intensamente la propria risposta a Cristo deve portare sempre ad accrescere il senso della Chiesa.

Per questo preghiamo: Perché i movimenti e le associazioni ecclesiali siano per la comunità cristiana fermento di vita di fede, nella comunione.

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