APOSTOLATO DELLA PREGHIERA |
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SPIRITUALITA' ADP |
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AGOSTO 2005 |
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SANTA MESSA E CULTO AL SACRO CUORE, 8 |
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Senso della riparazione Oggettivamente anche l'elemento riparazione per il peccato fa parte di quell'amore di cui abbiamo parlato nella consacrazione. Infatti il nostro amore per il Signore è un amore che proviene da uomini peccatori. Eppure non sempre si mette sufficientemente in risalto questa circostanza quando si parla del nostro amore verso Dio. Dobbiamo inoltre aggiungere che la riparazione ha tanto rilievo nel culto al Sacro Cuore, che in parecchi ambienti religiosi è normalmente identificata con la devozione al Cuore di Cristo. Il termine riparazione non è biblico, ma si trova assai presto nei Santi Padri della Chiesa Occidentale, latina. San Cipriano nella metà del sec. III, parla dei cristiani come di coloro che «riparati dalla nascita della grazia spirituale, cominciarono ad essere figli di Dio». Sant'Ambrogio (c. 339-397) è fra i primi ad adoperare il termine «riparare». Sant'Agostino (354-430) ci offre questo prezioso testo mariano: «Poiché l'uomo cadde per una donna, l'uomo è stato riparato per una donna». Cristo è chiamato il riparatore. Notiamo come il termine riparare, qui fa riferimento all'effetto dell'azione di Cristo su-gli uomini, i quali vengono riparati, cioè restituiti a quel bene che era stato perduto. Il concetto di riparazione invece, come offerta a Dio stesso, appare la prima volta per quanto io sappia, nella voce soddisfazione, e precisamente in un testo del medesimo San Cipriano: «Con le preghiere e le suppliche con le quali il Signore deve essere placato con lunga e continua soddisfazione». Troviamo, anzi, qualche testo nell'antichità secondo il quale una tale soddisfazione può essere fatta da chi non ha commesso personalmente la colpa: «Concedi che i nostri crimini non prevalgano al di sopra della soddisfazione abbondante dei giusti per noi». Se dal termine passiamo alla idea da esso significata, allora bisogna assolutamente determinare innanzitutto quello che i documenti del Magistero intendono per riparazione nel culto al S. Cuore. Durante il Pontificato di Leone XIII abbiamo un documento della S. Congregazione dei Riti, indirizzato a tutti i vescovi, in merito alla consacrazione del genere umano al Sacro Cuore: «... tutti dobbiamo sforzarci e cercare di compensare e riparare con buone opere le innumerevoli e gravissime ingiurie che gli uomini ingrati infliggono in tutto il mondo alla Maestà divina». Pio XI ci ha lasciato il primo documento del Magistero dedicato interamente al tema del-la riparazione nel culto al Cuore di Cristo, e cioè, l'Enciclica Miserentissimus Redemptor. Un passo molto noto dell'Enciclica presenta la riparazione come equivalente a soddisfazione ed espiazione: «... del dovere della giusta soddisfazione o riparazione al Cuore Sacratissimo di Gesù (...). Lo spirito di espiazione o di riparazione ha avuto sempre la prima e principale parte nel culto...». Il significato della riparazione è così descritto: «Nella consacrazione s'intende, principalmente, ricambiare l'amore del Creatore con l'amore della creatura; ma quando, questo amore increato è stato trascurato per dimenticanza o oltraggio con l'offesa, segue naturalmente il dovere di risarcire le ingiurie, qualunque sia il modo con cui sono state recate. È quel dovere che comunemente chiamiamo "riparazione"». Giovanni Paolo II tratta questo tema nella sua Enciclica Redemptor hominis, affermando che l'azione di Cristo rispetto al peccato consiste nel fatto che: «Gesù Cristo... è diventato la nostra riconciliazione presso il Padre. Proprio Lui, solo Lui... ha soddisfatto a quella paternità di Dio e a quell'amore, in un certo modo respinto dall'uomo con la rottura della prima Alleanza e di quelle posteriori...» (n. 9). Questa riconciliazione è stata compiuta: «nel mistero del sacrificio che Cristo fece di se stesso al Padre sull'altare della Croce: sacrificio che il Padre accettò ricambiando questa totale donazione di suo Figlio, che si fece obbediente fino alla morte» (Fil 2,8), con la sua paterna donazione...» (n. 20). da J. SOLANO, S.I. Fate quello che vi dirà «Mysterium Fidei! Se l'Eucaristia è mistero di fede, che supera tanto il nostro intelletto da obbligarci al più puro abbandono alla parola di Dio, nessuno come Maria può esserci di sostegno e di guida In simile atteggiamento. II nostro ripetere il gesto di Cristo nell'Ultima Cena in adempimento del suo mandato: "Fate questo in memoria di me!" diventa al tempo stesso accoglimento dell'invito di Maria ad obbedirgli senza esitazione: "Fate quello che vi dirà"». Giovanni Paolo Il |
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APOSTOLATO DELLA PREGHIERA | |
AGOSTO 2005 |
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OFFERTA DELLA GIORNATA
Cuore divino di Gesù, io ti offro per mezzo del Cuore Immacolato di Maria, madre della Chiesa, in unione al Sacrificio eucaristico, le preghiere e le azioni, le gioie e le sofferenze di questo giorno: in riparazione dei peccati, per la salvezza di tutti gli uomini, nella grazia dello Spirito Santo, a gloria del divin Padre.
In particolare per le intenzioni affidate all'AdP dal Papa:
Perché la Giornata Mondiale della Gioventù porti i giovani a Cristo.
Perché chi viene dalle Missioni a Roma per formarsi ne torni arricchito.
E dall'Episcopato italiano:
Perché il tempo del riposo ci porti a benedire Dio per le sue meraviglie.
PER ESTENDERE LA PROPRIA PREGHIERA APOSTOLICA SI PUÒ
pregare PER IL CLERO dicendo: Cuore di Gesù, rendi i presbiteri fedeli pastori ed apostoli amanti del tuo gregge.
ricevere il 5 agosto, primo venerdì del mese, la comunione in riparazione delle offese fatte al Sacramento dell'Eucaristia.
recitare perla Chiesa, ogni giorno, almeno una parte del ROSARIO meditando uno dei Misteri gaudiosi.
Dio, nostro Padre, io ti offro tutta la mia giornata. Ti offro le mie preghiere, i pensieri, le parole, le azioni e le sofferenze in unione con il tuo Figlio Gesù Cristo che continua ad offrirsi a te nell'Eucaristia per la salvezza del mondo. Lo Spirito Santo che ha guidato Gesù sia la mia guida e la mia forza oggi affinché io possa esse-re testimone del tuo amore. Con Maria, la madre del Signore e della Chiesa, prego specialmente per le intenzioni che il Santo Padre raccomanda alla preghiera di tutti i fedeli in questo mese ... |
INTENZIONI DEL SANTO PADRE
GENERALE: Le Giornate Mondiali della Gioventù riguardano non solo i diretti partecipanti all'evento, ma anche tutti i giovani in quanto sono la speranza del mondo e della Chiesa, perché possono contribuire a creare una nuova cultura, antidoto alla visione troppo secolarizzata di un mondo che esclude Dio. Chi mette la propria carica positiva nel conoscere e seguire Cristo e trova in lui la chiave di volta della vera Vita, vivrà in modo da divenire apostolo del mondo in cui vive, costruttore di una civiltà umana, solidale, fondata sulla carità.
Per questo preghiamo: Perché la Giornata Mondiale della Gioventù susciti o risvegli nei giovani il desiderio di incontrare Cristo e di trovare in Lui la guida per la propria vita.
MISSIONARIA: Poiché in molti Paesi di missione i mezzi e i luoghi formativi sono limitati, i Vescovi e i Superiori dei religiosi e delle religiose scelgono ogni anno qualcuno dei loro sudditi e li inviano a Roma perché possano formarsi meglio A Roma i mezzi di formazione non mancano e il contatto con chi proviene da altri Paesi può provocare un allargamento di visuali, un arricchimento reciproco nel confronto dei valori di tante diverse culture. La vicinanza poi con il servizio del Papa, con le sue celebrazioni, e con le folle che ascoltano la sua parola, possono a loro volta incidere sulla formazione di questi giovani.
Per questo preghiamo: Per i sacerdoti, i consacrati e le consacrate, i seminaristi e i fedeli-laici dei Paesi di missione impegnati a completare il loro itinerario formativo a Roma, perché la loro permanenza nella «Città eterna» sia occasione di arricchimento spirituale.
INTENZIONI DEI VESCOVI
Un cristiano che si accinge a fare "vacanze" deve essere conscio che la fede e la vita cristiana non possono andare in vacanza. Si può interrompere il lavoro, lo studio, la fatica, non il proprio cammino verso la santità. Anche il tempo delle vacanze deve essere vissuto sotto lo sguardo del Signore e contemplando la natura come opera di Dio, nel ringraziamento e nella preghiera che apprende dalla generosità di Dio a trasformare anche la propria esistenza in offerta riconoscente al datore di ogni dono.
Per questo preghiamo: Perché il tempo del riposo, vissuto sotto lo sguardo del Signore, ci doni di contemplare le sue meraviglie e di benedirlo per le sue opere.
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