APOSTOLATO DELLA PREGHIERA    

SPIRITUALITA' ADP

 

FEBBRAIO 2005   

SANTA MESSA E CULTO AL SACRO CUORE, 2

Della singolare presenza corporale di Cristo ci parla apertamente, sempre nel secolo IV, San Giovanni Crisostomo (354-407): «Grazie a questo corpo (dell'Eucaristia) non sono più terra e cenere, non sono più prigioniero ma libero; per questo corpo spero il cielo (...); questo corpo trafitto dai chiodi, ferito con flagelli, non lo portò via la morte; perfino il sole nel vedere questo corpo crocifisso, voltò i raggi; per questo corpo crocifisso, voltò i raggi; per questo corpo allora si squarciò il velo e le rocce si spezzarono e tutta la terra si scosse; questo è quel corpo che fu insanguinato, che fu ferito dalla lancia, e che fece sgorgare le fonti di salvezza, una del sangue, un'altra dell'acqua per tutto I'universo».

C'è forse da stupire che si senta attirato in modo singolare da questa realtà vivente del corpo di Cristo colui che è già abituato a rivolgersi al Cuore di Cristo, nella propria vita spi­rituale?

 

1) Sacramento dell'amore di Cristo

Così vari e così ricchi sono gli aspetti dell'Eucaristia che il Santo Padre Giovanni Paolo II, nel constatare la loro espressione nell'insegnamento del Magistero ecclesiastico, afferma: «Tuttavia, possiamo dire con certezza che questo insegnamento — sonetto dalla acutezza dei teologi, dagli uomini di profonda fede e di preghiera, dagli asceti e mistici, in tutta la loro fedeltà al mistero eucaristico — rimane quasi sulla soglia, essendo incapace di afferrare e di tradurre in parole ciò che è l'Eucaristia in tutta la sua pienezza, ciò che essa esprime e ciò che in essa si attua».

Il culto al Sacro Cuore entra nel vivo del mistero dell'amore di Cristo, perciò ci aiuta grandemente a scoprire nell'Eucaristia la dimensione dell'amore. Quale mezzo, infatti, più sicuro e più giusto dell'intima conoscenza del Cuore di Gesù per farci penetrare più a fondo nell'amore, significato ed espresso nell'Eucaristia, dal momento che «l'atto del supremo amore col quale il Salvatore effonde tutte le ricchezze del suo Cuore, è stato la istituzione di questo mirabile Sacramento?». Paolo VI nella Lettera Apostolica Investigabiles divitias Christi (Le insondabili ricchezze di Cristo) aveva scritto che il Cuore SS.mo di Gesù «nell'Eucaristia ci ha dato il suo dono più grande».

Ma l'Enciclica Haurietis aquas (Attingerete le acque) di Pio XII aveva già detto espli­citamente: «Si può quindi affermare a ragione che la divina Eucaristia, sia come Sacramento che come Sacrificio (...) come pure il Sacerdozio, sono veramente doni del Cuore sacratissimo di Gesù». Questa Enciclica, anzi, aveva già messo in rilievo «i palpiti di quel Cuore divino, indizi certi del suo infinito amore, nel momento in cui Egli offriva all'umanità i suoi doni più preziosi: Sé stesso nel Sacramento dell'Eucaristia, la sua Santissima Madre e la partecipazione a noi del suo Ufficio sacerdotale». 

L'ottica propria della devozione al Cuore di Gesù ci aiuta, quindi, ad approfondire gli insondabili aspetti dell'amore di Gesù nell'Eucaristia. Passiamo spesso sopra, in modo alquanto superficiale, all'affermazione che il Signore ci ha dato l'Eucaristia per amore verso gli uomini, i quali da questo pane «disceso dal cielo» (Gv 6,51) dovrebbero essere confortati nel cammino della vita.

L'Eucaristia, invece, ci rivela i tratti più commoventi dell'affetto di Gesù, che è insieme espressione di vera stima per gli uomini. Egli ci fa del bene non soltanto perché è buono e generoso, ma perché dinanzi a lui l'uomo ha valore, è degno di stima, per il suo Cuore. La stima che Gesù ha per l'uomo fa sì che questi non solo non si senta umiliato nel ricevere dei doni, ma piuttosto onorato, vedendosi trattato con rispetto e dignità.

Qui però la stima fa riferimento diretto all'amore e vuole indicare che l'uomo è prezioso per Gesù proprio nel campo dell'amore.

Le riflessioni che proporremo nei mesi seguenti mirano ad approfondire alquanto, alla luce del Cuore di Cristo, l'affermazione riassuntiva di San Giovanni: «... Gesù ... dopo aver amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine» (Gv 13,1).

 

da J. SOLANO, S.I.

APOSTOLATO DELLA PREGHIERA
 

FEBBRAIO 2005 

   

 

 OFFERTA DELLA GIORNATA

Cuore divino di Gesù, io ti offro per mezzo del Cuore Immacolato di Maria, madre della Chiesa, in unione al Sacrificio eucaristico, le preghiere e le azioni, le gioie e le sofferenze di questo giorno: in riparazione dei peccati, per la salvezza di tutti gli uomini, nella grazia dello Spirito Santo, a gloria del divin Padre.

In particolare per le intenzioni affidate all'AdP dal Papa:

E dall'Episcopato italiano:

 

PER ESTENDERE LA PROPRIA PREGHIERA APOSTOLICA SI PUÒ

 

Dio, nostro Padre, io ti offro tutta la mia giornata.  Ti offro le mie preghiere, i pensieri, le parole, i le azioni e le sofferenze in unione con il tuo  Figlio Gesù Cristo che continua ad offrirsi a te  nell'Eucaristia per la salvezza del mondo. 

Lo Spirito Santo che ha guidato Gesù sia la mia guida e la mia forza oggi affinché io possa essere testimone del tuo amore.

Con Maria, la madre del Signore e della Chiesa, prego specialmente per le intenzioni che il Santo Padre raccomanda alla preghiera di tutti i fedeli in questo mese ….

 

INTENZIONI DEL SANTO PADRE

 

GENERALE: Una parte dell'umanità, all'inizio del terzo millennio, può gloriarsi di grandi con­quiste per la capacità acquisita nello studiare da vicino altri pianeti, e per aver raggiunto grandi obiettivi scientifici. Ma insieme non ci si può na­scondere che sono ancora troppi gli esseri umani che non possono aver accesso ai servizi sanitari e alle medicine essenziali per curarsi. Malaria, lebbra, AIDS portano alla morte migliaia di persone ogni giorno, mentre tanti altri, incuranti del fatto, si chiudono egoisticamente nella ricerca del miglioramento economico ed edonistico della propria vita, sprecando anche risorse necessarie a tutti.

Per questo preghiamo: Per gli ammalati, soprattutto quelli più poveri, affinché siano loro riservate attenzioni e cure mediche degne di esseri umani.

 

MISSIONARIA: Quando Gesù scelse i suoi primi discepoli il Vangelo di Marco ci dice che li scelse perché "restassero con lui". In questa espressione è contenuta tutta la vita di relazione tra il Mae­stro e il discepolo. Relazione fatta di ascolto, di vicinanza, di comunità di vita, di amicizia. Anche il missionario di oggi deve arrivare a mettere alla base del suo agire un amore appassionato per Cristo e per la Chiesa che ne è la continuata presenza nel mondo. Non si può parlare vera-mente di Dio e di Cristo, della Chiesa e della vita cristiana, se non si è divenuti esperti nella conoscenza e nell'amore di Dio e dell'opera che in Cristo ha il suo culmine.

Per questo preghiamo: Perché cresca tra i missionari e le missionarie la consapevolezza che solo mediante un amore appassionato a Cristo è possibile trasmettere il Vangelo in maniera efficace e convincente.

 

INTENZIONE DEI VESCOVI ITALIANI

La parrocchia è una struttura territoriale che suddividendo una diocesi collega le membra di una Chiesa particolare con il Vescovo. Compito della parrocchia è quello di servire la vitalità della Chiesa, offrendo ai parrocchiani la possibilità concreta di trovare il nutrimento della propria fede mediante la Parola di Dio e i Sacramenti. Certo la parrocchia dovrà offrire anche un aiuto per la vita apostolica e missionaria di ogni fedele, ma il fulcro di tutto resta la partecipazione di ognuno alla celebrazione della Messa, in una unione di preghiera e di cuore con gli altri credenti per crescere insieme nella santità, nell'amore verso Dio e verso il prossimo.

Per questo preghiamo: Perché le nostre parrocchie siano presenza viva della Chiesa tra le case degli uomini. 

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