APOSTOLATO DELLA PREGHIERA    

SPIRITUALITA' ADP

 

GIUGNO 2005   

SANTA MESSA E CULTO AL SACRO CUORE, 6

Sacramento dell'amore di Cristo (segue)

a. Risposta d'amore oblativo pieno

 

L'Eucaristia è anzitutto Cristo stesso che si dà al Padre e a noi nello Spirito Santo. Ma essa è anche «nostra» Eucaristia. Giovanni Paolo II riassume così questo aspetto fondamen­tale quando, trattando della nostra adorazione al Redentore nel Mistero eucaristico scrive: «E questa nostra adorazione contiene ancora un'altra particolare caratteristica... Così anche essa è anche una risposta che vuoI ripagare quell'Amore immolato fino alla morte di Croce: è la nostra "Eucaristia".. .».

Il Papa insiste nella stessa Lettera: «Insieme a questo dono insondabile e gratuito, che è la carità rivelata, sino in fondo, nel sacrificio salvifico del Figlio di Dio, di cui l'Eucaristia è segno indelebile, nasce anche in noi una viva risposta d'amore. Non soltanto conosciamo l'amore, ma noi stessi cominciamo ad amare. Entriamo, per così dire, nella vita dell'amore e su questa via compiamo progressi. L'amore, che nasce in noi dall'Eucaristia, grazie ad essa si sviluppa in noi, si approfondisce e si rafforza».

Il culto al Cuore di Gesù è caratterizzato dalla «consacrazione», come risposta d'amore al Signore. Nel presentare il valore sommo della devozione al Sacro Cuore, Pio XI afferma­va, e lo ripeteva Pio XII: «Non è forse contenuto in tale forma di devozione il compendio di tutta la religione cattolica e quindi la norma della vita più perfetta, dal momento che essa costituisce la via più spedita per giungere alla conoscenza profonda di Cristo Signore e il mezzo più efficace per piegare gli animi ad amarlo più intensamente e a imitarlo più fedel­mente?».

Prima di loro, già Leone XIII aveva affermato: «E poiché va riconosciuto nel Sacro Cuore il simbolo e l'evidente immagine della carità infinita di Gesù Cristo, che ci sprona a riamar­lo, viene da per sé la convenienza di offrirsi al suo augustissimo Cuore.. .».

La consacrazione al Cuore di Gesù non è soltanto un elemento che illumina gli occhi di colui che vive questa devozione perché capisca meglio che l'Eucaristia deve essere anche una risposta a Cristo, ma nello stesso tempo - per il suo particolare carattere di donazione o amore oblativo - la consacrazione offre una migliore possibilità al credente perché penetri tutta l'ampiezza e l'intensità della donazione a Dio che la celebrazione eucaristica racchiude in sé.

Nella Messa offriamo a Dio, con Cristo, tutte le nostre cose e offriamo noi stessi, come ripetutamente insegna il Vaticano Il (cf. se 48; Le 11.34; PO 5). Ma è ancora più importante il fatto che nella Messa offriamo a Dio Cristo stesso, poiché è Lui la vittima di questo sacri­ficio. Cristo è il Capo del suo corpo e noi siamo il suo corpo. Sicché nella Messa offriamo a Dio Cristo che è pienamente nostro, e che ha un valore superiore a qualsiasi cosa che po­tremmo offrire, anzi è lui che dà a tutti i nostri doni un valore supremo. Per quanto riguarda !'intensità della donazione nella celebrazione eucaristica, noi ci offriamo a Dio non solo a parole ma con una unione a Cristo tale da realizzare l'offerta di noi stessi «con Cristo e in Cristo». Per la comunione la nostra consacrazione si realizza in Cristo in maniera che Egli rimane in noi e noi in lui nella partecipazione alla stessa vita divina (cf. Gv 6,56-57).

Sarebbe giusto dire che nella celebrazione eucaristica quella che era consacrazione sog­gettiva diventa consacrazione oggettiva e arriva a una tale pienezza di unione con Cristo che non sarebbe possibile realizzare fuori dell'Eucaristia.

 

b. Risposta d'amore riparatore

La riparazione è tipica del culto al Cuore di Gesù. Giovanni Paolo II facendo riferi­mento alla Solennità del Sacro Cuore diceva: «Gli adoratori del Cuore Divino diventano gli uomini dalla coscienza sensibile. E quando è dato a loro di avere rapporti con il Cuore del nostro Signore e Maestro, allora si risveglia in essi anche il bisogno della riparazione per i peccati del mondo, per l'indifferenza di tanti cuori, per le loro negligenze».

Nell'ambito spirituale della riparazione per i peccati, l'intimità col Cuore di Cristo ci ren­de molto più sensibili rispetto al carattere espiatorio che ha la celebrazione eucaristica.

Giovanni Paolo II ricorda come solo Cristo: «è l'Autore e il principale soggetto di questo suo proprio Sacrificio... Solo lui - solo Cristo - poteva e può essere vera ed effettiva "propi­ziazione per i nostri peccati... ma anche per i peccati di tutto il mondo". Solo il suo Sacrificio - e nessun altro - poteva e può avere "forza di propiziazione" davanti a Dio, alla Trinità, alla sua trascendente santità».

da J. SOLANO, S.I.

APOSTOLATO DELLA PREGHIERA
 

GIUGNO 2005 

   

 

 OFFERTA DELLA GIORNATA

Cuore divino di Gesù, io ti offro per mezzo del Cuore Immacolato di Maria, madre della Chiesa, in unione al Sacrificio eucaristico, le preghiere e le azioni, le gioie e le sofferenze di questo giorno: in riparazione dei peccati, per la salvezza di tutti gli uomini, nella grazia dello Spirito Santo, a gloria del divin Padre.

In particolare per le intenzioni affidate all'AdP dal Papa:

E dall'Episcopato italiano:

 

PER ESTENDERE LA PROPRIA PREGHIERA APOSTOLICA SI PUÒ

 

Dio, nostro Padre, io ti offro tutta la mia giornata.

Ti offro le mie preghiere, i pensieri, le parole, le azioni e le sofferenze in unione con il tuo Figlio Gesù Cristo che continua ad offrirsi a te nell'Eucaristia per la salvezza del mondo.

Lo Spirito Santo che ha guidato Gesù sia la mia guida e la mia forza oggi affinché io possa esse-re testimone del tuo amore.

Con Maria, la madre del Signore e della Chie­sa, prego specialmente per le intenzioni che il Santo Padre raccomanda alla preghiera di tutti i fedeli in questo mese ...

 

INTENZIONI DEL SANTO PADRE

 

GENERALE: Il fenomeno dei rifugiati in altri Paesi a causa di guerre, malattie endemiche, ca­restie, persecuzioni etniche è ormai all'ordine del giorno. E sia che vivano in "campi" dove vengo­no ospitati e quasi reclusi, sia che si installino in baraccopoli ai margini di altre città sono costretti a vivere, talvolta per tempi non brevi, in condi­zioni degradanti di povertà e di miseria, marginalizzati. In certe occasioni la legittima speranza di poter tornare nel proprio Paese diviene un impedimento ad inserirsi nel Paese che li ha ospitati. E mentre si cerca, almeno a parole, una giusta soluzione che risolva alla base il problema che ha provocato la loro richiesta di asilo, i rifugiati si trovano costretti a vivere di privazioni e di stenti.

Per questo preghiamo: Perché la nostra so­cietà vada incontro, con gesti concreti di amore cristiano e fraterno, ai milioni di rifugiati che si trovano in condizioni di estrema povertà e di abbandono.

 

MISSIONARIA: Siamo nell'Anno dell'Eucaristia voluto da Giovanni Paolo Il e la nostra riflessione non può essere confinata nei piccoli limiti della nostra esperienza. Se la Chiesa nasce dall'Euca­ristia, questo vale non tanto e solo per la nostra comunità, segno della Chiesa tutta, ma vale anche per quei luoghi dove la Chiesa è ancora realtà nascente. Vale perché è la celebrazione dell'Euca­ristia quella che radica la Chiesa dove la carità dei partecipanti testimonia l'amore di Dio. Ed ancora vale perché se senza sacerdozio non vi può essere Eucaristia, ne segue per tutta la Chiesa che non potrebbe esistere Missione senza sacerdoti. La Chiesa si riscopre così centrata sull'Eucaristia.

Per questo preghiamo: Perché il sacramen­to dell'Eucaristia sia sempre più avvertito co­me il cuore pulsante della vita della Chiesa.

 

INTENZIONE DEI VESCOVI ITALIANI: La Chiesa in Italia si prepara, in questo Anno dell'Eucaristia, a celebrare il proprio Congresso Eucaristico che ha per tema: "la Domenica". Occorre che ogni cristiano si scuota dalle abitu­dini di scusarsi con troppa facilità dal partecipare all'Eucaristia domenicale e dall'inclinazione a guardare alla domenica come ad un giorno in cui, mancando il lavoro, è simile al sabato che lo pre­cede. Se è giusto che chi lavora abbia anche altri giorni di riposo, un cristiano non può dimenticare la base di fede che ha portato ad indicare la do­menica come "Giorno del Signore" che adoriamo in Spirito e Verità, "Giorno della Chiesa" che si riunisce, "Giorno della carità" che è il culmine di tutta la Legge e di ogni Comandamento.

Per questo preghiamo: 'Perché il Congresso Eucaristico nazionale aiuti a riscoprire che non si può vivere da cristiani senza celebrare la Domenica, giorno del Signore Risorto e della Chiesa.

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