APOSTOLATO DELLA PREGHIERA    

SPIRITUALITA' ADP

 

MAGGIO 2005   

SANTA MESSA E CULTO AL SACRO CUORE, 5

Sacramento dell'amore di Cristo (segue)

b. Comunione eucaristica

 

Nel mistero eucaristico tocchiamo, dunque, l'apice di quel che è il piano d'amore di Dio. Il Padre volle che per il battesimo Cristo ci «rivestisse» trasformandoci in Lui, come l'in­corruttibilità e l'immortalità «rivestiranno il nostro corpo corruttibile e mortale, rendendolo incorruttibile e immortale» (cf. 1Cor 15,53). Per la partecipazione eucaristica diventiamo, nel senso più forte «uno in Cristo Gesù» (Gal 3,28) – «un Cristo Gesù», potremmo dire col testo originale greco che non adopera il genere neutro ma il genere maschile –.

L' Eucaristia fa davvero che le membra del nostro corpo siano «le membra di Cristo» (ICor 6,15), secondo l'ardita espressione di san Paolo. Fino a questo punto è arrivato l'im­menso, vero, cordiale amore divino, che ha tanto apprezzato l'uomo fino a renderlo «figlio» di Dio (Rm 8,14) – di nome e di fatto (cf. 1 Gv 3,1) – e, di conseguenza, erede di Dio, coerede di Cristo (cf. Rm 8,17). L'amore di Dio ci ha resi figli nel Figlio.

A spiegare tale disegno, attuato soprattutto nell'Eucaristia, non può bastare una bontà e generosità, sebbene immensa, da parte di Dio; ci vuole un genuino e immenso amore, che sorpassi tutti i limiti dell'amore più cordiale a misura d'uomo, occorre il Cuore di Dio che si è rivelato nel Cuore di Cristo Gesù, chiamandoci «amici» (Lc 12,4; Gv 15,15), «fratelli» (Gv 20,17; cf. Eb 2,11) e rassicurandoci che «dimoriamo» in lui (cf. Gv 6,56) in unità di vita, co-me i tralci nella vite (cf. Gv 15,1-7).

 

c. Amore vicendevole

La fede in Dio basta a far sì che l'uomo pieghi le ginocchia in adorazione davanti a Co-lui che è l'Infinito in tutte le perfezioni, il solo Santo e il solo Grande senza limiti. Da questa fede sorge anche la convinzione che la nostra esistenza non può avere destinazione più giusta e più bella che consumarsi per Dio. L'amore puro verso di lui nasce da questa fede come dal-la sua radice più profonda.

Ma l'amore di Dio che si è rivelato a noi così singolarmente nell'Eucaristia – vista alla luce del Cuore di Cristo – ci permette di fare un altro passo. Elevati come siamo da lui ad essere figli e ad essere uno in Cristo, comprendiamo con meraviglia che per noi è possibile anche un amore verso Dio che sia corrisposto da lui, e che ci metta su un piano di intima e mutua unione nell'amore.

Più giustamente dovremmo dire che la scoperta delle scoperte è capire che Dio «ci ha amati per primo» (1Gv 4,19), e, in conseguenza di questo genuino amore divino, Egli ha bisogno del nostro amore. A colui che ama, non può essere indifferente l'amore di colui che ormai ha preso il suo cuore, anzi lo «ha rapito» secondo il linguaggio del Cantico dei cantici (4,9).

È giusto, a questo punto, dire che abbiamo il dovere di corrispondere col nostro amore? Non si tratta di premere sul termine dovere, che è suscettibile di tante sfumature. Certo è per-ciò che a questo punto l'essere umano avverte che comincia in lui una vita nuova, poiché per lui è ormai possibile – non è un sogno chimerico – riporre l'amore, piccolo ma irrequieto e bruciante del suo cuore umano, in Colui che è la Verità, la Bellezza e soprattutto l'Amore; un Amore così infinitamente cordiale che si presenta perfino come bisognoso di questo poveris­simo amore umano, e di fatto lo è.

A questa profondità o altezza della riflessione cristiana sulla risposta del nostro amore all'amore del Signore, la devozione al Cuore di Gesù contribuisce in modo peculiare, offrendo tre aspetti che concorrono meglio a rendere più concreta tale risposta all'amore di Dio.

 

d. Risposta personale

Il carattere tipico di intimità con Cristo proprio della devozione al Cuore del Signore, ci fa anzitutto penetrare nell'elemento «individuale» o «personale» di quell'amore di Dio, che, secondo l'incisiva espressione di Giovanni Paolo II, è partecipato «a ciascuno dei quattro mi­liardi di uomini viventi sul nostro pianeta».

Tale rapporto personale è singolarmente evidente nell'Eucaristia, poiché Cristo tutto in­tero si dà a ciascuno dei comunicanti: «Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me e io in lui» (Gv 6,56).

Prendere atto in modo pienamente consapevole di questo fatto è la base che rende possibile sentirsi coinvolti in una risposta di amore personale a Cristo.

I due altri aspetti messi in rilievo dalla devozione al Sacro Cuore richiedono più ampia esposizione.

da J. SOLANO, S.I.

APOSTOLATO DELLA PREGHIERA
 

MAGGIO 2005 

   

 

 OFFERTA DELLA GIORNATA

Cuore divino di Gesù, io ti offro per mezzo del Cuore Immacolato di Maria, madre della Chiesa, in unione al Sacrificio eucaristico, le preghiere e le azioni, le gioie e le sofferenze di questo giorno: in riparazione dei peccati, per la salvezza di tutti gli uomini, nella grazia dello Spirito Santo, a gloria del divin Padre.

In particolare per le intenzioni affidate all'AdP dal Papa:

E dall'Episcopato italiano:

 

PER ESTENDERE LA PROPRIA PREGHIERA APOSTOLICA SI PUÒ

 

Dio, nostro Padre, io ti offro tutta la mia gior­nata.

Ti offro le mie preghiere, i pensieri, le parole, le azioni e le sofferenze in unione con il tuo Figlio Gesù Cristo che continua ad offrirsi a te nell'Eucaristia per la salvezza del mondo.

Lo Spirito Santo che ha guidato Gesù sia la mia guida e la mia forza oggi affinché io possa esse-re testimone del tuo amore.

Con Maria, la madre del Signore e della Chie­sa, prego specialmente per le intenzioni che il Santo Padre raccomanda alla preghiera di tutti i fedeli in questo mese ...

 

INTENZIONI DEL SANTO PADRE

 

GENERALE:

Giovanni Paolo Il con le tante beatificazioni e canonizzazioni di uomini e donne che hanno vissuto nei decenni che ci precedono ha di molto avvicinato a noi il concetto del martire che muore per la propria fede. Prima il termine "martire" sembrava solo da riservare a quelli morti per la fede nei primi secoli della Chiesa. Ma se martiri vi sono stati mentre i nostri vecchi erano giovani, purtroppo i perseguitati a causa della fede e della giustizia restano ancora oggi in mezzo all'umanità. Poco conta che le forme siano diverse, la loro sofferenza è una realtà. Ma la fede nella presenza e nell'azione consolatrice e confortatrice dello Spirito Santo ci assicura che possiamo essere vicini anche a questi nostri fratelli nella fede.

Per questo preghiamo: Per coloro che sono perseguitati a causa della fede e della giustizia, affinché possano sperimentare la consolazione e la forza dello Spirito Santo.

 

MISSIONARIA: Quelle che oggi chiamiamo "Pon­tificie Opere Missionarie" hanno avuto origine da intuizioni carismatiche di ardenti apostoli e si sono sviluppate con l'appoggio dei Vescovi e del-la Santa Sede. Esse continuano anche oggi, senza togliere la possibilità e la validità ad altre inizia­tive per l'aiuto alle Missioni, ad essere la forma più efficace, permanente e organica all'attività missionaria della Chiesa. La loro opera infatti si rivolge alle necessità più universali e basilari dell'impianto della Chiesa in nuove regioni, e sostiene tutto lo sviluppo interno di ogni Chiesa locale, senza dimenticare le necessità più urgenti o quelle occasionali che ogni tanto possono pre­sentarsi in Paesi generalmente poveri.

Per questo preghiamo: Perché le Pontificie Opere Missionarie, volute dal Santo Padre e dai Vescovi per l'evangelizzazione di tutte le Nazioni, aiutino il popolo di Dio a sentirsi parte viva nella missione ad Gentes.

 

INTENZIONE DEI VESCOVI ITALIANI

Siamo nel mese dedicato alla Madonna ed è normale che rivolgiamo il nostro sguardo a Maria santissima, per guardare a lei come a modello di vita. L'intenzione ci invita a guardare a Maria mentre prega con gli Apostoli, nel Cenacolo, in attesa che si compia la promessa di Cristo: l'invio dello Spirito Santo. La Beata Vergine, che aveva concepito il Signore per opera dello Spirito Santo, con la sua risposta all'arcangelo Gabriele: "sia fatto di me secondo la tua parola", ha mostrato come si deve essere aperti alle proposte di Dio. Nel Cenacolo Maria si unisce agli Apostoli ed apre il proprio cuore alla disponibilità per il futuro della Chiesa.

Per questo preghiamo: Perché Maria, orante nel cenacolo, ci insegni ad accogliere con cuore libero e aperto la vita nuova dello Spirito.       

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