APOSTOLATO DELLA PREGHIERA    

SPIRITUALITA' ADP

 

MARZO 2005   

SANTA MESSA E CULTO AL SACRO CUORE, 3

Sacramento dell'amore di Cristo (segue)

a. Perpetuazione del sacrificio di Cristo (segue)

 

L’Eucaristia, secondo il Concilio Vaticano Il (SC 47), perpetua l'atto supremo di amore di Cristo, cioè, la sua morte sacrificale sulla croce. Non è esiguo segno di amore voler perpetuare sino alla fine dei secoli, senza tener conto delle innumerevoli e gravissime ingiurie degli uomini, quell'atto di amore.

Ciò che più direttamente ci fa penetrare a fondo la genuinità dell'amore di Gesù è il modo con cui questa perpetuazione è stata voluta da lui. Agli Apostoli il Salvatore ha comandato: «... fate questo in memoria di me» (Le 22,19; cf. ICor 11,25). Pochi dati ci sono nella rivela­zione cristiana che mostrano, così chiaramente, la sublime delicatezza dell'amore di Cristo.

Ciò che il Signore aveva compiuto – «questo» – non fu semplicemente distribuire agli Apostoli il suo corpo perché ne mangiassero: «questo», fu offrire se stesso al Padre nel sacri­ficio redentore e darsi agli uomini nel convito sacrificale. L'ordine di Gesù è, dunque, che gli Apostoli realizzino quel suo sacrificio col banchetto sacrificale.

 Come avverrà questo?

La celebrazione eucaristica è stata considerata dalla Chiesa, fin dagli inizi, non come sem­plice ricordo del sacrificio di Cristo ma come lo stesso vero e proprio sacrificio di Cristo.

Magnifica eco di questa verità fondamentale sono le espressioni del Papa Giovanni Paolo 11 nella sua Lettera del 24 febbraio del 1980 a tutti i vescovi della Chiesa:

«L'Eucaristia è soprattutto un sacrificio: sacrificio della Redenzione e, al tempo stesso, sacrificio della Nuova Alleanza, come crediamo e come chiaramente professano le Chiese d'Oriente: "Il sacrificio odierno – ha affermato, secoli fa, la Chiesa greca – è come quello che un giorno offrì l'Unigenito incarnato Verbo, viene da lui (oggi come allora) offerto, es­sendo l'identico e unico sacrificio". Perciò, è proprio col rendere presente quest'unico Sacri­ficio della nostra salvezza, che l'uomo e il mondo vengono restituiti a Dio per mezzo della novità pasquale della Redenzione. Questa restituzione non può venir meno: è fondamento della "nuova ed eterna alleanza" di Dio con l'uomo e dell'uomo con Dio. Se venisse a man-care si dovrebbe mettere in causa sia l'eccellenza del sacrificio della Redenzione, che pure fu perfetto e definitivo, sia il valore sacrificale della santa Messa. Pertanto l'Eucaristia, essendo vero sacrificio, opera questa restituzione a Dio».

Che siano i sacerdoti coloro che offrono realmente questo sacrificio di Cristo, è stato ripetuto ancora una volta dal Santo Padre nella citata Lettera. Il Papa trattando di ciò che è essenziale ed immutabile nella Liturgia eucaristica, scrive: «Con questo elemento è stretta-mente legato il carattere "Sacrum" (Sacro) dell'Eucaristia, cioè di azione santa e sacra. Santa e Sacra, perché in essa è continuamente presente ed agisce il Cristo, "il Santo" di Dio, "unto dallo Spirito Santo", "consacrato dal Padre", per dare liberamente e riprendere la sua vita, "Sommo Sacerdote della nuova alleanza". È lui, infatti, che, rappresentato dal celebrante, fa il suo ingresso nel santuario ed annunzia il suo Vangelo. È lui che è "l'offerente e l'offerto, il consacratore e il consacrato" (...).

Il sacerdote offre il santissimo Sacrificio "in persona Christi" (nella persona di Cristo), il che vuol dire di più che "a nome", oppure "nelle veci" di Cristo. "In persona": cioè nella specifica, sacramentale identificazione col "Sommo ed Eterno Sacerdote", che è l'Autore e il principale Soggetto di questo suo proprio Sacrificio, nel quale in verità non può essere sostituito da nessuno. Solo lui – solo Cristo – poteva e sempre può essere vera ed effettiva "propitiatio pro peccatis nostris... sed etiam totius mundi" (espiazione per i nostri peccati... ma anche per quelli di tutto il mondo).

 Solo il suo Sacrificio – e nessun altro – poteva e può avere "vim propitiatoriam" (valore propiziatorio) davanti a Dio, alla Trinità, alla sua trascendente santità. La presa di coscienza di questa realtà getta una certa luce sul carattere e sul significato del Sacerdote-celebrante che, compiendo il santissimo Sacrificio e agendo "in persona Christi", viene, in modo sacra-mentale e insieme ineffabile, introdotto ed inserito in quello strettissimo "Sacrum" (Sacro), nel quale egli a sua volta associa spiritualmente tutti i partecipanti all'assemblea eucaristica».

 Cristo offre il sacrificio eucaristico, poiché la celebrazione è quel «questo», che Egli realizzò nel Cenacolo. Non si può certo ammettere che i cristiani abbiano due sacrifici, uno quello di Cristo per la redenzione del mondo, e un'altro diverso dal Sacrificio del Cristo.

da J. SOLANO, S.I.

APOSTOLATO DELLA PREGHIERA
 

MARZO 2005 

   

 

 OFFERTA DELLA GIORNATA

Cuore divino di Gesù, io ti offro per mezzo del Cuore Immacolato di Maria, madre della Chiesa, in unione al Sacrificio eucaristico, le preghiere e le azioni, le gioie e le sofferenze di questo giorno: in riparazione dei peccati, per la salvezza di tutti gli uomini, nella grazia dello Spirito Santo, a gloria del divin Padre.

In particolare per le intenzioni affidate all'AdP dal Papa:

E dall'Episcopato italiano:

 

PER ESTENDERE LA PROPRIA PREGHIERA APOSTOLICA SI PUÒ

 

Dio, nostro Padre, io ti offro tutta la mia giornata.  Ti offro le mie preghiere, i pensieri, le parole, i le azioni e le sofferenze in unione con il tuo  Figlio Gesù Cristo che continua ad offrirsi a te  nell'Eucaristia per la salvezza del mondo. 

Lo Spirito Santo che ha guidato Gesù sia la mia guida e la mia forza oggi affinché io possa essere testimone del tuo amore.

Con Maria, la madre del Signore e della Chiesa, prego specialmente per le intenzioni che il Santo Padre raccomanda alla preghiera di tutti i fedeli in questo mese ….

 

INTENZIONI DEL SANTO PADRE

 

GENERALE: La diversità tra ricchi e poveri è sempre stata, fin dal tempo degli Apostoli, un argomento di riflessione per le comunità cristia­ne. La Lettera di Giacomo ci testimonia della chiarezza con la quale i cristiani erano richiamati a vivere la carità verso i poveri del luogo. Oggi i mezzi di comunicazione ci portano a conoscenza di popoli che muoiono di fame, di bambini sot­toalimentati, esposti a malattie e sottosviluppo mentale e culturale. Ciò si accresce ancora di più quando guerre e divisioni etniche creano situazioni di oppressione che costringono i poveri a rifugiarsi fuori del proprio paese perdendo ogni cosa. Poveri che divengono sempre più poveri.

Per questo preghiamo: Perché i governi di ogni Nazione, nelle loro politiche e nei loro programmi di sviluppo, siano sempre attenti ai poveri, agli emarginati e agli oppressi.

 

MISSIONARIA: Il missionario è inviato perché la santità di Dio salvi e trasformi uomini e donne in credenti che in Dio cercano la salvezza e la santità. Non deve pertanto mai dimenticare che solo con la propria fedeltà al Cristo, egli potrà essere un efficace evangelizzatore. Più la vita di un missionario sarà santa, più la sua opera di evangelizzazione produrrà frutti per Dio. Sentirsi chiamati alla missione suppone l'aver percepito il senso della chiamata alla santità. Per questo anche il formare alla santità è una preparazione alla missionarietà. La  Chiesa non potrebbe mostrare

 

il volto di Cristo al mondo, senza aver attinto da lui la santità che lo caratterizza.

Per questo preghiamo: Perché in ogni Chiesa sia percepita sempre più l'urgenza di prepa­rare cristiani santi, in grado di rispondere alle sfide della nuova evangelizzazione.

 

INTENZIONE DEI VESCOVI ITALIANI

Ogni discepolo di Cristo deve prendere sem­pre più coscienza del suo essere inviato ad an­nunciare il Vangelo. E questa una esigenza che si radica nel Battesimo, nella Confermazione e che mediante la partecipazione attiva all'Eucaristia si specifica e concretizza. La vita del cristiano non consiste infatti solo nel dire alcune o tante preghiere e nel vivere personalmente una vita retta e onesta. II mondo che lo circonda attende da ogni cristiano una testimonianza di fede che mostri quale sia "la speranza" che lo sorregge e lo guida. In ogni ambiente di vita: quello della famiglia, quello del lavoro, quello della politica, quello dello studio e della cultura, ogni cristiano deve essere come una luce che riflette la luce di Cristo.

Per questo preghiamo: Perché ogni credente testimoni la verità e la bellezza del Vangelo in ogni ambiente e situazione in cui è chiamato a vivere.

 

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