APOSTOLATO DELLA PREGHIERA    

SPIRITUALITA' ADP

 

SETTEMBRE 2005   

SANTA MESSA E CULTO AL SACRO CUORE,  9

Senso della riparazione (SEGUE)

Cristo – continua a dirci Giovanni Paolo lI nella Redemptor hominis – «ci ha redenti mediante l'atto redentore del suo sacrificio, così che siamo stati comprati a caro prezzo» (1Cor 6,20)» (n. 20). La morte in croce è: «I'imprescrutabile profondità della sofferenza e dell'abbandono» di Cristo (n. 7).

La sua spiegazione si trova nell'amore di Dio che «non indietreggia davanti a nulla di ciò che in lui stesso esige la giustizia. E per questo il Figlio, che non aveva conosciuto peccato, Dio lo trattò da peccato in nostro favore perché noi potessimo diventare per mezzo di lui giustizia di Dio» (2Cor 5,21). Se "trattò da peccato" Colui che era assolutamente senza alcun peccato, lo fece per rivelare l'amore...» (n. 9).

L’Enciclica Dives in misericordia ribadisce il senso dell'opera di Cristo come riparazione per il peccato: «Nella passione e morte di Cristo – nel fatto che il Padre non risparmiò il suo Figlio, ma "lo trattò da peccato in nostro favore" (2Cor 5,21) – si esprime la giustizia assoluta, perché Cristo subisce la passione e la croce a causa dei peccati dell'umanità. Ciò è addirittura una "sovrabbondanza" della giustizia, perché i peccati dell'uomo vengono "compensati" dal sacrificio dell'Uomo-Dio. Tuttavia, tale giustizia, che è propriamente giustizia "su misura" di Dio, nasce tutta dall'amore: dall'amore del Padre e del Figlio, e fruttifica tutta nell'amore. Proprio per questo la giustizia divina, rivelata nella croce di Cristo, è "su misura" di Dio, perché nasce dall'amore e nell'amore si compie, generando frutti di salvezza. La dimensione divina della redenzione non si attua soltanto nel far giustizia del peccato ma nel restituire all'amore quella forza creativa nell'uomo, grazie alla quale egli ha nuovamente accesso alla pienezza di vita e di santità, che proviene da Dio. In tal modo, la redenzione porta in sé la rivelazione della misericordia nella sua pienezza» (n. 7).

E ancora, scegliendo fra diversi altri passi: «La croce di Cristo sul Calvario è anche testimonianza della forza del male verso lo stesso Figlio di Dio, verso colui che, unico fra tutti i figli degli uomini, era per sua natura assolutamente innocente e libero dal peccato, e la cui venuta nel mondo fu esente dalla disobbedienza di Adamo e dall'eredità del peccato originale. Ed ecco, proprio in lui, in Cristo, viene fatta giustizia del peccato a prezzo del suo sacrificio, della sua obbedienza "fino alla morte" (Fil 2,8)» (n. 8).

Quest'Opera del Redentore che «porta in sé la rivelazione della misericordia nella sua pienezza» (n. 7), è messa dall'Enciclica in rapporto esplicito col Cuore di Cristo: «La Chiesa sembra professare in modo particolare la misericordia di Dio e venerarla, rivolgendosi al Cuore di Cristo. Infatti, proprio l'accostarci a Cristo nel mistero del suo Cuore ci consente di soffermarci su questo punto (...) della rivelazione dell'amore misericordioso del Padre...» (n. 13).

L'Enciclica presenta anche la partecipazione di una creatura in quest'opera redentrice di Cristo, vale a dire, la partecipazione di Maria: «Maria è anche colei che, in modo particolare ed eccezionale – come nessun altro –, ha sperimentato la misericordia e al tempo stesso, sempre in modo eccezionale, ha reso possibile col sacrificio del cuore la propria partecipazione alla rivelazione della misericordia divina. Tale sacrificio è strettamente legato alla croce del Figlio, ai piedi della quale ella doveva trovarsi sul Calvario. Questo suo sacrificio è una singolare partecipazione al rivelarsi della misericordia, cioè alla fedeltà assoluta di Dio al proprio amore, all'alleanza che egli ha voluto fin dall'eternità ed ha concluso nel tempo con l'uomo, con il popolo, con l'umanità; è la partecipazione a quella rivelazione, che si è definitivamente compiuta attraverso la croce.

Nessuno ha sperimentato, al pari della Madre del Crocifisso, il mistero della croce, lo sconvolgente incontro della trascendente giustizia divina con l'amore: quel "bacio" dato dal-la misericordia alla giustizia (cf. Sal 84,11).

Nessuno al pari di lei, Maria, ha accolto col cuore quel mistero: quella dimensione veramente divina della redenzione, che ebbe attuazione sul Calvario mediante la morte del Figlio, insieme al sacrificio del suo cuore di madre, insieme al suo definitivo fiat» (n. 9).

Il valore di espiazione dei nostri atti dipende interamente dall'unico sacrificio riparatore di Cristo sulla croce, sacrificio rinnovato – e diremmo anche, col Vaticano II, «perpetuato» (cf. SC 47) – di continuo sull'altare.

La riparazione ha per oggetto i peccati propri e i peccati degli altri. L'amore e l'onore do­vuti al Signore debbono essere riparati, e la salvezza eterna delle anime deve essere promossa. Anzi la stessa compensazione dei peccati dovrà essere realizzata con una intera vita di fedeltà al Vangelo, specialmente per quanto riguarda la carità, cercando di evitare le ingiustizie contro Cristo, di procurare con zelo che anche altri conoscano e seguano il Maestro.

da J. SOLANO, S.I.

APOSTOLATO DELLA PREGHIERA
 

SETTEMBRE 2005

   

 

 OFFERTA DELLA GIORNATA

Cuore divino di Gesù, io ti offro per mezzo del Cuore Immacolato di Maria, madre della Chiesa, in unione al Sacrificio eucaristico, le preghiere e le azioni, le gioie e le sofferenze di questo giorno: in riparazione dei peccati, per la salvezza di tutti gli uomini, nella grazia dello Spirito Santo, a gloria del divin Padre.

In particolare per le intenzioni affidate all'AdP dal Papa:

E dall'Episcopato italiano:

 

PER ESTENDERE LA PROPRIA PREGHIERA APOSTOLICA SI PUÒ

  

Dio, nostro Padre, io ti offro tutta la mia giornata.

Ti offro le mie preghiere, i pensieri, le parole, le azioni e le sofferenze in unione con il tuo Figlio Gesù Cristo che continua ad offrirsi a te nell'Eucaristia per la salvezza del mondo.

Lo Spirito Santo che ha guidato Gesù sia la mia guida e la mia forza oggi affinché io possa essere testimone del tuo amore.

Con Maria, la madre del Signore e della Chiesa, prego specialmente per le intenzioni che il Santo Padre raccomanda alla preghiera di tutti i fedeli in questo mese ...

 

INTENZIONI DEL SANTO PADRE

 

GENERALE: In materia religiosa deve essere concesso ad ogni uomo, entro certi limiti, di agire in conformità alla sua coscienza privata-mente o pubblicamente, in forma individuale o associata. Si tratta di un diritto fondato sulla natura stessa della persona umana. Uno Stato, anche quando attribuisce ad una comunità religiosa uno speciale riconoscimento civile, deve necessariamente riconoscere a tutti i cittadini e comunità religiose, trai diritti civili, anche quello della libertà religiosa. Purtroppo non in tutti i Paesi questo diritto viene riconosciuto e difeso.

Per questo preghiamo: Perché il diritto alla libertà religiosa sia riconosciuto dai governi di tutti i popoli della terra.

 

MISSIONARIA: Una esigenza che proviene dalla carità spinge i cristiani a far partecipare agli altri il dono della fede ricevuta, evangelizzando gli altri, e adoperandosi per informare dello spirito cristiano la mentalità e i costumi, le leggi e le strutture della comunità civile. Per fare ciò occorre tener conto della cultura del proprio popolo, per conservare tutto quanto c'è di valido, correggere ciò che fosse contrario al Vangelo. Specialmente i credenti in Cristo delle giovani Chiese sono chiamati ad essere la luce del mondo e sale della terra.

 Per questo preghiamo: Perché l'impegno di annuncio del messaggio cristiano da parte delle giovani Chiese ne favorisca l'inserimento in profondità nelle culture dei popoli.

 

INTENZIONE  DEI VESCOVI ITALIANI

 

Nel mese di settembre si riorganizza la ri­presa delle attività pastorali. Non possiamo però fermarci agli aspetti esteriori. La nostra attività pastorale ha bisogno di ritornare alle sorgenti: lettura e ascolto della Parola di Dio, pratica sacramentale. Se sapremo ringiovanirci nell'ascolto della Parola e se cercheremo di rinnovare il nostro «entusiasmo» nella pratica del sacramento della Penitenza e dell'Eucaristia, attingeremo da essi la gioia che deve sostenere il nostro apostolato.

Per questo preghiamo: Perché, nella ripresa delle attività pastorali, attingiamo entusiasmo e passione dalla parola di Dio e dalla grazia dei Sacramenti.

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