APOSTOLATO DELLA PREGHIERA    

SPIRITUALITA' ADP

 

APRILE 2006   

SPIRITUALITÀ DEI LAICI, 4

La santità tende alla piena imitazione di Cristo

 

Diletti Figli e Figlie! [...] ogni laico deve essere un perfetto cristiano. I laici non sono cristiani di secondo ordine, di dubbia fedeltà alla Chiesa e di scadente osservanza degli impe­gni sacrosanti del loro battesimo; anche essi sono chiamati alla perfezione cristiana, all'amore di Dio e del prossimo, alla santità; una santità confacente al loro genere di vita nel mondo, secolare come si dice, ma non per questo tiepida e transigente verso le debolezze umane e le tentazioni del secolo; una santità che tende alla pienezza della carità e dell'imitazione di Cri­sto. Non basta essere cattolici: di nome, di abitudine, di professione, di appartenenza tradi­zionale e sociologica alla Chiesa; bisogna essere cattolici operanti, cattolici militanti, cattoli­ci apostoli. La qual cosa, come subito ci si accorge riflettendo, è di estrema importanza, di grande complessità e di urgente attualità; anche perché investe ogni singolo fedele. [...]

Necessario contributo all'Apostolato della Chiesa

 Quando Noi abbiamo la fortuna d'incontrarci con fedeli premurosi e devoti, quali voi siete, sempre sorge nel Nostro animo il pensiero reso abituale ed insistente dal Concilio Ecu­menico e dal recente Congresso dell'apostolato dei Laici, il pensiero cioè circa la vostra vo­cazione all'apostolato. Non vi può essere, è stato detto, un fedele sincero e cosciente che non sia interessato alla causa del Vangelo nel mondo, all'attività e alla missione della Chiesa, alla salvezza degli uomini che lo circondano; ogni rapporto umano, in questa concezione della economia della Redenzione, tende a concorrere a questo disegno divino, tende a diventare te­stimonianza e collaborazione con l'apostolato della Chiesa. Se così è, e davvero è così, Noi Ci domandiamo, incontrando i Nostri figli che con la loro visita ci professano la loro fedeltà e ci dimostrano il loro buon volere, ci domandiamo se essi sono entrati in questo ordine di idee, da cui la Chiesa deve attingere il suo rinnovamento e deve trovare le risorse per il supera-mento delle difficoltà che l'età nostra oppone alla vita cristiana.

 

Se noi ora diciamo a voi, ad alta voce, questo nostro segreto interrogante pensiero, vuol dire che Noi speriamo che la vostra risposta sia senz'altro quella positiva e coraggiosa del sì alla chiamata che la Chiesa rivolge ad ogni autentico suo figlio: sì, noi vogliamo superare il momento di indifferenza, di timidezza, d'inettitudine, che preme su ciascuno spirito, e vo­gliamo dare all'apostolato della Chiesa viva e moderna il nostro contributo. E così? Certa-mente, figli carissimi, deve essere così! E il nostro invito, il nostro augurio, la nostra esortazione.

E perché ognuno di voi abbia da ciò occasione per riflettere come fare e che cosa fare, ci limiteremo a ricordarvi che l'apostolato, a cui siete chiamati, può esprimersi in due forme fondamentali: una individuale, l'altra collettiva. Chiunque, anche da solo, può fare qualche cosa per il regno di Dio, secondo il proprio genio e le proprie possibilità. «Una forma parti-colare di apostolato individuale, dice il Concilio ...è la testimonianza di tutta la vita laicale promanante dalla fede, dalla speranza e dalla carità» (AA 16). E il modo ben noto dell'esem­pio, del buon esempio. Almeno questo apostolato ciascuno lo può dare, se vuole; e lo deve dare. Ogni convinto cristiano deve irradiare d'intorno a sé una parola vissuta, quella dello sti­le del suo pensiero e della sua maniera di agire; ognuno deve in qualche modo impressionare nel bene gli altri e l'ambiente in cui vive con la rettitudine della propria condotta, con l'os­servanza della norma cristiana, con l'espressione della sua mentalità derivante da Cristo la sua ispirazione chiara, semplice, lineare, in una parola, esemplare.

In un mondo, in cui i cattivi esempi, gli scandali, gli oltraggi alla onestà del pensiero e del costume traboccano, procuri ognuno di diffondere l'esempio della coerenza cristiana e cerchi d'immunizzare se stesso dal contagio dei disordini intellettuali e morali che minaccia la società e d'infondere nel vivere sociale stesso qualche tonico incitamento al bene.

Ecco il primo apostolato. A voi lo raccomandiamo di cuore, mentre tutti vi benediciamo.

PAOLO VI, Catechesi del 18 e 25 ottobre 1967

APOSTOLATO DELLA PREGHIERA
 

APRILE 2006

   

 

APOSTOLATO DELLA PREGHIERA

 

Cuore divino di Gesù, io ti offro per mezzo del Cuore Immacolato di Maria, madre della Chiesa, in unione al Sacrificio eucaristico, le preghiere e le azioni, le gioie e le sofferenze di questo giorno: in riparazione dei peccati, per la salvezza di tutti gli uomini, nella grazia dello Spirito Santo, a gloria del divin Padre.

 

In particolare per le intenzioni affidate all'AdP dal Papa:

E dall'Episcopato italiano:

 

APRILE 2006

PER ESTENDERE LA PROPRIA PREGHIERA APOSTOLICA SI PUÒ

 

 

Le intenzioni, dopo ogni formula per l'offerta quotidiana, possono essere enunciate o nella forma estesa o in quella abbreviata

 

INTENZIONI DEL SANTO PADRE

 

GENERALE: In questi ultimi tempi il tema dei diritti della donna è salito alla ribalta per l'azione di certi movimenti, denominati genericamente come femministi, e che insieme a veri e propri diritti spesso ne crea-no dei nuovi in base alla loro concezione della natura e della vita. L'intenzione tende invece a porre l'atten­zione su quelli che sono, sul piano individuale, sociale e politico, veri diritti quali scaturiscono dalla dignità, peculiarità e dall'eguaglianza fondamentale con l'uomo in quanto creatura di Dio ordinata al bene del genere umano. Purtroppo ancora: non in tutte le nazioni, a causa di alcune culture o di alcune religioni, il ri­spetto per i diritti della donna lascia a desiderare.

 

MISSIONARIA: La Cina si sta aprendo al mondo occidentale e cerca di affacciarsi al consesso delle altre na­zioni con la potenzialità che le offre la sua estensione, la sua popolazione, le sue risorse e capacità. A questa apertura, a motivo dell'impostazione materialistica e atea dell'eredità di un periodo ormai chiuso, non corri-sponde una considerazione volontà che porti ad una apertura anche ai valori che la Chiesa potrebbe apporta-re se le fosse concessa la libertà di esplicare la propria missione evangelizzatrice. Anche se ufficialmente è finito il tempo della persecuzione, la Cina stenta a concedere la piena libertà religiosa ai propri cittadini.

 

INTENZIONE DEI VESCOVI ITALIANI

La Pasqua non è per un vero credente solo una celebrazione liturgica che coinvolge alcuni giorni. Quelle celebrazioni hanno come scopo quello di farci penetrare nella luce del mistero pasquale: mistero di morte e di nuova vita. Dovremmo apprendere a guardare alle vicende della nostra vita, a quelle liete come a quelle dolorose e penose, con la fede che proviene dal senso dato alla sofferenza e alla morte dal Cristo risorto. Se avessimo più fede nella risurrezione di Cristo e sul suo valore salvifico tutta la realtà acquisterebbe per noi un aspetto diverso.

 

 

APOSTOLATO DELLA PREGHIERA

 

Dio, nostro Padre, io ti offro tutta la mia giornata. Ti offro le mie preghiere, i pensieri, le parole, le azioni e le sofferenze in unione con il Cuore del tuo Figlio Gesù Cristo che continua ad offrirsi a te nell'Eucaristia per la salvezza del mondo.

Lo Spirito Santo che ha guidato Gesù sia la mia guida e la mia forza oggi affinché io possa essere testimone del tuo amore.

Con Maria, la madre del Signore e della Chiesa, prego specialmente per le intenzioni che il Santo Padre raccomanda alla preghiera di tutti i fedeli in questo mese:

 

 che i Vescovi italiani raccomandano:

indice apostolato della preghiera