APOSTOLATO DELLA PREGHIERA    

SPIRITUALITA' ADP

 

DICEMBRE 2006   

SPIRITUALITÀ DEI LAICI, 12

L'impegno ardente e primario d'ogni redento, 2

La universale missione di «sale della terra» e «luce del mondo»

 L'ateismo poi si afferma come la forma religiosa, cioè assoluta, se così si può dire, del laicismo. E proprio di fronte a questo stato di cose, la Chiesa, con l'audacia, che si potrebbe dire in­genua, se non fosse ispirata, si presenta al mondo, badate bene, come apostolica, cioè intenzionalmente determinata a esercitare la sua missione di «sale della terra », di «luce del mondo» (Mt 5,14-15).

Figli carissimi, bisogna prendere coscienza di questa posizione militante, quasi temeraria, in cui oggi la Chiesa tutti ci pone. Quando ella limitava la sua predicazione ai suoi figli di separarsi dal mondo, usava parole moleste (come sempre è la concezione liberatrice del cristianesimo dall'esclusivo godimento del regno della terra), ma usava, in fondo, parole più facili; ora ella in­tegra, evangelicamente, la sua predicazione, e ci esorta ad essere apostolicamente nel mondo e nello stesso tempo non del mondo (cf. Gv 17,15); ciò ch'è più difficile, com'è più difficile ad un medico vivere fra ammalati, per guarirli, senza contrarre le loro malattie; o ad un amministratore maneggiare denaro altrui senza indebita appropriazione; cioè per ciascuno di noi essere in mez­zo alla nostra società, qual è, piena di seduzione e spesso di corruzione, amandola molto e servendola con dedizione, senza essere assimilati alla sua mentalità, alla sua profanità, alla sua immoralità. L'apostolato pastorale sa bene queste nonne basilari dei suoi contatti con la vita secolare.

Profonda distinzione tra laicità e laicismo

Ma i laici, come si devono comportare? La domanda esigerebbe non una, ma molte risposte differenziate. Contentiamoci per ora di una osservazione generale e preliminare: la Chiesa odier­na, quella della Costituzione Gaudium et Spes, non teme riconoscere i «valori» del mondo pro­fano; non teme di affermare quello che Pio XII, Nostro predecessore di venerata memoria, già apertamente riconosceva, e cioè una «legittima sana laicità dello Stato», come «uno dei princìpi della dottrina cattolica»; così la Chiesa oggi distingue fra laicità, cioè fra la sfera propria delle realtà temporali, che si reggono con principi propri e con relativa autonomia derivante dalle esigenze intrinseche di tali realtà scientifiche, tecniche, amministrative, politiche, ecc, e il laicismo, che dicevamo l'esclusione dell'ordinamento umano dai riferimenti morali e globalmente umani, che postulano rapporti imprescrittibili con la religione. E perciò la Chiesa, mentre riconosce ai laici, a quelli che vivono nella sfera secolare, cioè senza uffici di ministero religioso, il diritto di svolgere liberamente e validamente la loro attività naturale e profana, non li abbandona, là dove la loro attività si ripercuote nelle loro coscienze; cioè non li lascia senza il duplice lume dei princìpi e dei fini, che devono orientare e sorreggere la vita umana in quanto tale. Ed è lo sguardo lucido e docile a questo duplice lume, che può fare della vita secolare, dell' attività profana, un tipo degno di osservazione e di imitazione; un apostolato cioè, che traspare, in esempio specialmente, dallo stile morale e spirituale della condotta del laico cattolico, e che lo guida ad un costante tentativo di imprimere anche alla sua attività temporale una dignità, una rettitudine, un'onestà, un'intenzione di dovere e di servizio, un orientamento, insomma, che vi fa, quasi tacitamente, risplendere un ordine superiore, quello voluto da Dio anche nella sfera delle realtà temporali. Il laico cosciente e fedele offre così la sua testimonianza cristiana; la sua probità è il suo silenzioso messaggio; è il suo servizio all'ordine temporale e al bene comune, al quale tale ordine dev'essere rivolto; è il suo apostolato. L'autonomia della sfera temporale è sottratta alla competenza della Chiesa, «date a Cesare» ricordate?; non è, come ironicamente si dice, clericalizzata; ma nello stesso tempo non è avulsa dall'armonia con le esigenze superiori e complesse della visione integrale dell'uomo e dei suoi superiori destini.

Con ardore e rispetto il cristiano diffonde il regno di Dio

Discorrere di queste cose è delicato e senza fine; ma oggi tanto se ne parla, che nessuno è del tutto ignaro di questa conclamata distinzione del sacro e del profano; mentre molti non sanno quale equilibrio, quale rapporto, quale mutuo ausilio possano risultare da un loro reciproco e riguardoso riconoscimento; e quale temperanza, quale discrezione, quale rispetto all'altrui libertà, e insieme quale ardore di bene, quale provvido aiuto possa apportare il cristiano, che varcando il confine ecclesiale esce nel mondo con intenzione di dilatarvi la luce del regno di Dio.

PAOLO VI, Udienza del 22 maggio 1968

APOSTOLATO DELLA PREGHIERA
 

DICEMBRE 2006

   

 

APOSTOLATO DELLA PREGHIERA

 

Cuore divino di Gesù, io ti offro per mezzo del Cuore Immacolato di Maria, madre della Chiesa, in unione al Sacrificio eucaristico, le preghiere e le azioni, le gioie e le sofferenze di questo giorno: in riparazione dei peccati, per la salvezza di tutti gli uomini, nella grazia dello Spirito Santo, a gloria del divin Padre.

 

In particolare per le intenzioni affidate all'AdP dal Papa:

E dall'Episcopato italiano:

 

DICEMBRE 2006

PER ESTENDERE LA PROPRIA PREGHIERA APOSTOLICA SI PUÒ

 

GENERALE: Ogni cristiano è chiamato ad imitare il Cristo e a rendersi, come Lui diceva, mite e umile di cuore. Ma anche ogni uomo, degno di questo nome, può comprendere il valore di comportamenti contrari alla violenza e alla superbia in tutte le sue manifestazioni. Coloro, poi che sono stati eletti o che sono incaricati per esercitare una missione per il bene comune che implica l'uso del potere civile in tutti i campi ai quali si estende, dovrebbero rendersi conto della responsabilità messa nelle loro mani. Dalle loro decisioni tutti dovrebbero ottene­re una vita più pacifica, più ordinata, più giusta. Dobbiamo pregare perché siano saggi e prudenti e facciano buon uso del potere loro confidato.

 

MISSIONARIA: Un missionario deve portare il Vangelo a tutte le genti e per questo deve conoscere la lingua, la cultura, le usanze del popolo presso il quale si è recato. Ma non bastano queste conoscenze e altri mezzi esteriori di cui può dispone. Insieme deve essere credibile per coloro ai quali è stato inviato. Solo chi vive di entusia­smo e sa far vedere la gioia che è nel proprio cuore, nonostante le rinunce alle quali è soggetto, può veramente attrarre gli altri e così riuscire a portarli a Cristo.

 

INTENZIONE DEI VESCOVI ITALIANI

Ogni nascita ci pone di fronte al pensiero di una vita che inizia. Quella di Cristo ha un valore particolare perché è nato per farci rinascere ad una vita nuova alla luce della quale la vita quotidiana di ognuno può essere considerata un dono. Ma insieme un bimbo che nasce suppone un padre e una madre che, nel piano di Dio, devono essere l'ambiente di amore che lo accoglie, nutre, educa. Anche le famiglie in difficoltà di fronte alla nascita di Cristo sono invitate a fare esperienza di un amore che ci sovrasta, quello di Dio.

 

APOSTOLATO DELLA PREGHIERA

 

Dio, nostro Padre, io ti offro tutta la mia giornata. Ti offro le mie preghiere, i pensieri, le parole, le azioni e le sofferenze in unione con il Cuore del tuo Figlio Gesù Cristo che continua ad offrirsi a te nell'Eucaristia per la salvezza del mondo.

Lo Spirito Santo che ha guidato Gesù sia la mia guida e la mia forza oggi affinché io possa essere testimone del tuo amore.

Con Maria, la madre del Signore e della Chiesa, prego specialmente per le intenzioni che il Santo Padre raccomanda alla preghiera di tutti i fedeli in questo mese:

E che i Vescovi italiani raccomandano:

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