APOSTOLATO DELLA PREGHIERA |
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SPIRITUALITA' ADP |
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FEBBRAIO 2006 |
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SPIRITUALITÀ DEI LAICI, 2 |
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Vocazione e responsabilità dei laici Diletti Figli e Figlie! Come la Madonna (della quale celebreremo la grande festa della Annunciazione il giorno 25 marzo), come la Madonna ripensava in cuor suo (Le 2,19) gli avvenimenti che avevano circondato la nascita del Salvatore, così Noi, con umile intenzione d'imitare un po' quella sapiente e incomparabile interiorità, andiamo ripensando - gli insegnamenti del Concilio, avvenimento assai provvido e grande per la rinascita del cristianesimo ai nostri giorni; e fra le cose che Ci sembrano degne di ricordo e di comprensione da parte di tutti sono notevoli, a parer Nostro, quel-le che si riferiscono ai laici, a quei fedeli cioè che non hanno ricevuto l'ordine sacro, né si sono inseriti nello stato religioso. Sono la grande maggioranza del Popolo di Dio; sono quei cristiani che vivono nel mondo, sono i «secolari», che s'interessano principalmente delle cose temporali e che sono impegnati in attività non propriamente sacre, ma profane. 11 Concilio e i laici Il Concilio, voi lo sapete, ha dedicato molta attenzione ai laici, in modo e in misura che dobbiamo notare come novità nella vita della Chiesa. Non è che il Concilio abbia detto cose nuove e prima sconosciute. La novità, a questo riguardo, consiste nel fatto d'aver trattato espressamente dei laici, e d'aver messo in evidenza le dottrine meravigliose che si riferiscono, nella Chiesa di Dio, ai laici: la loro dignità naturale e soprannaturale, il loro carattere sacro, anzi il loro «sacerdozio», cioè la loro capacità ad esercitare un culto spirituale, professando la fede, offrendo a Dio preghiere degne d'essere ascoltate, maturando frutti di carità; e così via. Cioè la loro «personalità» cristiana, con tanti diritti e doveri, è stata messa in una splendida luce, che sarà bene conoscere ed ammirare. Ne abbiamo parlato altre volte, e altre, a Dio piacendo, ne parleremo. Abbiamo, in modo speciale, ricordato come dal fatto stesso che un essere umano è cristiano deriva per lui una vocazione alla perfezione cristiana, alla santità. Ma non è tutto. Un tratto, che potremmo quasi chiamare originale, del Concilio rispetto ai laici, tanto vi insiste, è un'altra loro vocazione: quella all'apostolato. E cosa che pare strana, e ad alcuni non molto gradita, perché attribuisce ai laici troppe funzioni e troppi obblighi. Eppure il Concilio dedica niente meno che uno dei suoi Decreti precisamente all'apostolato dei laici; e ciò non tanto per soli motivi storici e contingenti, derivati dalla necessità di promuovere la causa della religione nel mondo moderno, che ne è così facilmente e largamente distratto, quanto piuttosto per motivi intrinseci, per il fatto stesso cioè che uno è cristiano. Dal carattere cristiano stesso risulta il dovere ed il diritto di esercitare qualche apostolato. L'apostolato viene quasi a identificarsi con la vitalità propria del cristiano. Già Pio XI, evolvendo il concetto di azione cattolica, aveva enunciato questa esigenza, quasi un'equazione fra vita cristiana e azione apostolica. Il Concilio è molto esplicito, tanto nella Costituzione sulla Chiesa (cap. IV), quanto nel Decreto citato, dove leggiamo: «La vocazione cristiana è per sua natura anche vocazione all'apostolato» (AA 2). E poi: «I laici derivano il dovere e il diritto ali' apostolato dalla loro stessa unione con Cristo Capo. Infatti, inseriti nel Corpo mistico di Cristo per mezzo del Battesimo, fortificati dalla virtù dello Spirito Santo per mezzo della Cresima, essi sono deputati dal Signore stesso all'apostolato... A tutti i cristiani quindi è imposto il nobile impegno di lavorare affinché il divino messaggio della salvezza sia conosciuto e accettato da tutti gli uomini, su tutta la terra» (AA 3). E ancora: «Per loro vocazione è proprio dei laici cercare il regno di Dio trattando le cose temporali e ordinandole secondo Dio. Essi vivono nel secolo, cioè implicati in tutti i singoli doveri e affari del mondo e nelle ordinarie condizioni della vita familiare e sociale, di cui è come intessuta la loro esistenza. Ivi essi sono da Dio chiamati a contribuire, quasi dall'interno, a modo di fermento, alla santificazione del mondo» (LG 31).
Dottrina antica e rinnovata Quale tema di riflessione per tutti! Veramente una simile dottrina può rinnovare la vita del-la Chiesa e, in certa misura, cambiare la faccia del mondo nei suoi aspetti oscuri e negativi. Ogni cristiano deve diventare attivo, interessato al bene altrui, sostenitore della missione spirituale della Chiesa. Ogni coscienza deve animarsi di un senso intimo di responsabilità, ascoltando la voce interiore della chiamata cristiana: tocca a me, tocca anche a me fare qualche cosa per il regno di Dio. La mentalità neghittosa del cristiano che non vuole fastidi, non vuole occuparsi del bene altrui, non vuole apparire zelante, dovrebbe scomparire. L'egoismo spirituale, il rispetto umano, lo studio di minimizzare i-propri doveri verso la Chiesa e verso l' apostolato sociale dovrebbero cedere il posto a un sempre vigile desiderio del bene, ad un coraggioso e continuo tentativo di osare qualche gesto d'utilità altrui, ad un'umile e volonterosa adesione alle forme già organizzate per l'azione apostolica dei laici. Quale mobilitazione spirituale! quale trasformazione della comunità cattolica! quale somma di energie morali sarebbe in tal modo regalata al mondo moderno! Ciascuno vi pensi! Le forme dell' apostolato sono molte e varie. Ciascuno domandi a se stesso: quale va bene per me? E vi ottenga la Nostra Benedizione Apostolica la luce e la forza per bene rispondere alla vocazione dell' ora, ormai sonata, dell'ora dei laici. PAOLO VI, Catechesi del 23 marzo 1966
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APOSTOLATO DELLA PREGHIERA | |
FEBBRAIO 2006 |
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APOSTOLATO DELLA PREGHIERA |
Cuore divino di Gesù, io ti offro per mezzo del Cuore Immacolato di Maria, madre della Chiesa, in unione al Sacrificio eucaristico, le preghiere e le azioni, le gioie e le sofferenze di questo giorno: in riparazione dei peccati, per la salvezza di tutti gli uomini, nella grazia dello Spirito Santo, a gloria del divin Padre.
In particolare per le intenzioni affidate all'AdP dal Papa:
Perché la comunità internazionale ponga fine al traffico di esseri umani
Perché nelle Missioni i laici si impegnino nella vita politica e sociale.
E dall'Episcopato italiano:
Per l'apertura della vita consacrata verso i laici
FEBBRAIO 2006 |
PER ESTENDERE LA PROPRIA PREGHIERA APOSTOLICA SI PUÒ |
pregare PER IL CLERO dicendo: Cuore di Gesù, fa' che la trasparenza di vita dei tuoi ministri sia offerta gradita al Padre.
ricevere il 3 FEBBRAIO, primo venerdì del mese, la Comunione in riparazione dei peccati di chi traffica esseri umani
recitare perla Chiesa, ogni giorno, una decina del ROSARIO meditando uno dei Misteri gaudiosi
Le intenzioni, dopo ogni formula per l'offerta quotidiana, possono essere enunciate o nella forma estesa o in quella abbreviata |
INTENZIONI DEL SANTO PADRE
GENERALE: L'egoismo umano escogita sempre nuove vie per accrescere i propri beni materiali. Purtroppo le cronache con una certa frequenza ci mettono al corrente di bambini comprati e rivenduti, di giovani donne costrette quasi in forme di degradanti schiavitù, di sfruttamento dei flussi migratori. Queste sono alcune, non tutte, ma le più diffuse forme di traffico di esseri umani. La comunità internazionale ha sentito il dovere di in-sorgere contro i crimini di genocidio, ma ancora non ha preso la necessaria consapevolezza dell'urgenza di porre fine a queste forme di traffico che vedono esseri indifesi strumentalizzati dagli egoismi di altri.
MISSIONARIA: La missione del laicato cattolico, come ricerca della santità propria del laico, si estende ad fattivo e costante impegno nelle realtà terrene per farvi penetrare i principi della fede. In questa linea ogni fedele laico è chiamato a servire il proprio Paese. Questo servizio si esplica già con la vita familiare, con la propria professione, studio e lavoro. Ma ogni Paese deve avere anche, per il bene di tutti, sia una politica in-terna illuminata dalla ricerca della vera giustizia sociale, sia una politica esterna orientata ad una pace costruttiva. I fedeli laici, specialmente nelle Missioni, devono prepararsi a dare il proprio contributo alla vita politica e sociale.
INTENZIONE DEI VESCOVI ITALIANI
Il Concilio ha ricordato, ai religiosi e alla Chiesa tutta, che la varietà di forme di vita consacrata sono un dono per la Chiesa. Da ciò deriva non solo il dovere di cercare la santità del loro stato e carisma, ma anche quello di testimoniare, con la vita e le opere, il dono che custodiscono nella fede e alimentano nella carità. Ma oggi, in Italia come in altre parti del mondo, la vita consacrata può offrire un servizio di condivisione. Nella spiritualità di ogni forma di vita consacrata e in ogni impegno apostolico, sono insiti valori che potrebbero essere vantaggiosamente condivisi anche da laici impegnati.
Dio, nostro Padre, io ti offro tutta la mia giornata. Ti offro le mie preghiere, i pensieri, le parole, le azioni e le sofferenze in unione con il Cuore del tuo Figlio Gesù Cristo che continua ad offrirsi a te nell'Eucaristia per la salvezza del mondo.
Lo Spirito Santo che ha guidato Gesù sia la mia guida e la mia forza oggi affinché io possa essere testimone del tuo amore.
Con Maria, la madre del Signore e della Chiesa, prego specialmente per le intenzioni che il Santo Padre raccomanda alla preghiera di tutti i fedeli in questo mese:
Perché la comunità internazionale sia sempre più consapevole dell'urgente dovere di porre fine al traffico di esseri umani.
Perché nelle Missioni i fedeli laici avvertano la necessità di servire il proprio Paese anche con un maggiore impegno nella vita politica e sociale.
che i Vescovi italiani raccomandano:
Perché la vita consacrata si apra sempre di più alla condivisione spirituale e apostolica con i laici.
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