APOSTOLATO DELLA PREGHIERA    

SPIRITUALITA' ADP

 

GIUGNO 2006   

SPIRITUALITÀ DEI LAICI, 6

Il mistero della Chiesa. La dignità e la missione del cristiano

Diletti Figli e Figlie!

Vorremmo che questi insegnamenti diventassero familiari a ciascuno di voi. Ogni fedele, e, diciamo ora, ogni laico dovrebbe rendersi conto della propria definizione e della propria fun­zione nel quadro del disegno divino della salvezza. Basti a Noi ora, in questa Nostra elemen­tare conversazione, richiamare alla vostra considerazione una parola, che ha molta fortuna nel discorso spirituale moderno, la parola «testimonianza», una bella parola, molto densa di significato apparentata con quell'altra, più grave e specifica, che suona «apostolato», di cui la testimonianza sembra essere una forma subalterna, ma assai estesa, che va dalla semplice professione cristiana, silenziosa e passiva, fino al vertice supremo, che si chiama martirio e che significa appunto te­stimonianza. Questo già dice come il termine, oggi tanto usato, di testimonianza nascosta, anzi manifesti molti aspetti della mentalità cristiana; dei quali aspetti accenniamo solo ad alcuni [...].

Testimoniare Cristo

Un primo aspetto: che cosa significa testimonianza? Lo dicono i giuristi: è la dichiarazio­ne con cui si attesta che una cosa è vera. Presa in questo senso si può dire che tutto il nostro sapere, (salvo quello che noi stessi abbiamo direttamente scoperto o verificato), riposa sulla testimonianza altrui: così la scienza, così la storia. Nel senso che ora ci interessa la testimonian­za è la trasmissione del messaggio cristiano; una trasmissione per via di esempio, per via di parola, per via di opere, per via di vita vissuta, di sacrificio in omaggio alla verità posseduta co-me valore; valore superiore al proprio stesso benessere e talvolta alla propria stessa incolumità. E una verità professata, con intenzione di comunicarla ad altri. Il che suppone tre cose fonda-mentali: la convinzione propria, personale dapprima; il che esige, a sua volta, una coscienza istruita e convinta: quale testimonianza cristiana può dare chi non ha sufficiente cognizione di Cristo? Chi non vive della sua parola e della sua grazia? La testimonianza non è una semplice professione esteriore, convenzionale; non è un mestiere abituale; è una voce della propria coscienza, è un frutto di vita interiore, è nel suo caso migliore (assicurato al discepolo fedele) il dono d'una ispirazione, che sorge limpida e imperiosa dal fondo dell'anima (cf. Mt 10,19). Ed è un atto di maturità e di coraggio, al quale il cristiano dovrebbe essere sempre preparato; ce lo insegna san Pietro: dovete essere «sempre pronti a dar soddisfazione a chiunque vi chieda ragione della speranza, ch'è in voi» (1 Pt 3,15).

La «catena» della testimonianza

 La seconda cosa fondamentale, riguardante la testimonianza cristiana, è la funzione ch'es­sa esercita nell'economia religiosa cristiana: questa economia, cioè questo disegno, questo pia-no che regge tutto il sistema dei nostri rapporti con Dio e con Cristo, si fonda sulla testimonianza. Una testimonianza a catena, come altra volta dicemmo: Cristo è il primo, grande testimonio, di Dio, Verbo lui stesso di Dio, il maestro, che domanda fede nella sua Persona, nella sua pa­rola, nella sua missione. Poi vengono gli Apostoli, i testimoni oculari e auricolari; ricordate l'incisiva parola dell'evangelista Giovanni: «Noi abbiamo veduto e lo attestiamo» (IGv 1,2). E sant'Agostino, che commenta: «Dio ha voluto avere uomini per testimoni». L'avere detto Gesù congedandosi dai suoi apostoli: «Voi mi sarete testimoni» (At 1,8). Le citazioni si potrebbero moltiplicare; e tutte concludono nel mettere in evidenza che il nostro rapporto col fatto cristiano, con la verità rivelata deriva dall'adesione ad una testimonianza, ad un magistero, che arriva al-le nostre anime in concomitanza parallela con un'altra testimonianza, invisibile questa e irri­ducibile ad un linguaggio adeguato ma non senza relazione normalmente a forme precostitui­te, i sacramenti, quella dello Spirito Santo, «che dà testimonianza al nostro spirito» (Rm 8,16),

come c'insegna san Paolo.

E questo c'insegna finalmente una terza cosa: il fine della testimonianza. A che cosa tende? e, nella pratica nostra, a che cosa deve tendere? a produrre la fede. Il testimone è un ope­ratore di fede. Il Concilio ne parla continuamente (cf. LG 10-12; AG 21; etc.). La testimonianza cristiana è il servizio alla verità che Cristo ha lasciato al mondo; è la trasmissione di questa ere­dità di salvezza. Ora la conclusione, Figli carissimi, è questa: «Il laico - il fedele cristiano - è per essenza un testimonio. Il suo stato è quello della testimonianza» (Guitton). Non è maestro qualificato, non è ministro sacerdotale. È teste di ciò che la Chiesa insegna e che lo Spirito Santo gli fa accettare e in certo modo sperimentare, vivere. Ma quale grande missione quella d'essere testimoni di Cristo! Ciascuno di voi lo pub e lo deve essere! A ciò vi conforta la Nostra

Apostolica Benedizione.

PAOLO VI, Catechesi del 10 gennaio 1968

APOSTOLATO DELLA PREGHIERA
 

GIUGNO 2006

   

 

APOSTOLATO DELLA PREGHIERA

 

Cuore divino di Gesù, io ti offro per mezzo del Cuore Immacolato di Maria, madre della Chiesa, in unione al Sacrificio eucaristico, le preghiere e le azioni, le gioie e le sofferenze di questo giorno: in riparazione dei peccati, per la salvezza di tutti gli uomini, nella grazia dello Spirito Santo, a gloria del divin Padre.

 

In particolare per le intenzioni affidate all'AdP dal Papa:

E dall'Episcopato italiano:

 

GIUGNO 2006

PER ESTENDERE LA PROPRIA PREGHIERA APOSTOLICA SI PUÒ

 

 

Le intenzioni, dopo ogni formula per l'offerta quotidiana, possono essere enunciate o nella forma estesa o in quella abbreviata

 

INTENZIONI DEL SANTO PADRE

 

GENERALE: Una considerazione troppo pagana della vita sta penetrando, talvolta in forme platealmente esteriori, talvolta in modi subdoli, alimentati dall'egoismo, in molti Paesi del mondo, se non quasi in tutti. Se in qualche caso i bambini sono desiderati, in molti altri vediamo che l'accoglienza loro riservata non è più sostenuta da una visione di fede. Ancor più i malati e gli anziani rischiano di essere allontanati e quasi emarginati. Le famiglie cristiane devono reagire e, riscoprendo l'insieme dei loro doveri, sviluppare un amore gioioso e sincero, sorretto dalla virtù della carità, per ridare ai bambini, ai malati, agli anziani, e alla cura e assistenza loro dovuta, un posto di rilievo nella vita familiare.

 

MISSIONARIA: Evangelizzare oggi, mentre ogni popolo e nazione cerca giustamente di recuperare e difende-re la propria identità culturale, suppone che Pastori e fedeli cristiani riflettano bene che non bastano occa­sionali incontri di dialogo con le altre religioni o marginali proposte di inculturazione del Vangelo. Si deve far penetrare l'idea del dialogo e quella dell'introduzione del Vangelo nella propria cultura (perché questa è l'inculturazione di cui parliamo) come un'azione che entra nel quotidiano. Ogni giorno si deve dialogare con le altre religioni, ogni giorno si deve vivere nella propria cultura alla luce del Vangelo.

 

INTENZIONE DEI VESCOVI ITALIANI

Cinquanta anni fa' Pio XII pubblicò una Enciclica sul Sacro Cuore, che iniziava con le parole Haurietis aquas, riprese dal testo di Isaia: «Attingerete con gioia le acque della salvezza», per indicare il Cuore trafit­to di Cristo come la sorgente dalla quale è possibile avvicinarsi per bere quel sangue e quell'acqua, immagi­ni della morte salvifica e dello Spirito che vivifica. Scopo di quell'enciclica era dare un orientamento alla devozione al Sacro Cuore per renderla sempre più autentica. Oggi ci dobbiamo domandare se il nostro essere devoti del Sacro Cuore potrebbe essere approvato dai principi esposti da Pio XII.

 

APOSTOLATO DELLA PREGHIERA

 

 

Dio, nostro Padre, io ti offro tutta la mia giornata. Ti offro le mie preghiere, i pensieri, le parole, le azioni e le sofferenze in unione con il Cuo­re del tuo Figlio Gesù Cristo che continua ad offrirsi a te nell'Eucaristia per la salvezza del mondo.

Lo Spirito Santo che ha guidato Gesù sia la mia guida e la mia forza oggi affinché io pos­sa essere testimone del tuo amore.

 

Con Maria, la madre del Signore e della Chiesa, prego specialmente per le intenzioni che il Santo Padre raccomanda alla preghiera di tutti i fedeli in questo mese:Maria, la madre del Signore e della Chiesa, prego specialmente per le intenzioni che il Santo Padre raccomanda alla preghiera di tutti i fedeli in questo mese:

 

 E che i Vescovi italiani raccomandano:

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