APOSTOLATO DELLA PREGHIERA    

SPIRITUALITA' ADP

 

MARZO 2006   

SPIRITUALITÀ DEI LAICI, 3

Tutti invitati a dare testimonianza di Cristo

 

Diletti Figli e Figlie! Anche voi certamente, come tutti quelli che, dentro o fuori della Chiesa, sono stati obbligati dal grande avvenimento del Concilio Ecumenico a riflettere sulla natura e sulla missione della Chiesa medesima, [...]

Predicare, diffondere, proclamare la dottrina di Cristo

La Chiesa è per natura sua apostolica, cioè missionaria; vogliamo dire sempre attiva e tut­ta impegnata nella fatica di diffondere il suo messaggio di salvezza, la sua concezione della vi­ta, e del mondo, il suo Vangelo.

Che cosa fa dunque la Chiesa? È chiaro: essa parla, essa predica, essa insinua, diffonde, pro­clama la dottrina di Cristo. Predica sopra i tetti ciò che le è stato confidato all'orecchio (cf. Mt 10,27). La Chiesa, dov'è viva, dov'è capita, dov'è fedele al mandato di Cristo, ha una prima e indispensabile attività: quella dell' annuncio della Parola divina. La fede, radice di tutto il sistema dottrinale e morale del cristianesimo, esige tale annuncio, esige la predicazione: «La fede - dice san Paolo - deriva dall'ascolto» (Rm 10,17). La catechesi - una catechesi esatta, fedele, or­todossa, non arbitraria, non mutevole - è il suo primo dovere. La liturgia della parola precede quella eucaristica. La Chiesa è l'eco continua, esatta e autorevole, degli insegnamenti del Signore. La Chiesa è un apostolato, è una scuola, è una «propagazione della fede», è uno sfor­zo, che arriva fino all'ostinazione (ricordate gli Apostoli? «Non possiamo tacere: At 4,20); fino al sacrificio (ricordate Stefano? E che cosa sono i martiri, se non predicatori, testimoni del Vangelo col sangue?).

Noi non finiremmo più queste semplici considerazioni, se volessimo documentare, con ci­tazioni di testi conciliari, come e quanto la Chiesa, nel grande atto di riflessione, compiuto su se stessa nel solenne Sinodo Vaticano secondo, abbia confermato ed espresso questa sua pro­pria missione fondamentale: essere apostolica, essere missionaria, essere diffusiva. «La Chiesa, che vive nel tempo, per sua natura è missionaria», proclama il Decreto conciliare «ad Gentes» (n. 2).

In ogni battezzato la dedizione al Regno di Dio

E ciò che dà al recente Concilio una sua nota caratteristica, voi lo sapete, è il riconoscimento della vocazione, estesa a tutti i fedeli, dell'obbligo, anzi, che essi hanno di «diffondere e di di-fendere con la parola e con l'opera la fede come veri testimoni di Cristo» (LG 11). E questo ri­conoscimento si precisa nell'affermazione che estende ai laici cattolici il diritto-dovere dell'apo­stolato (LG 33; AA 2, 3, etc.). Questa meravigliosa, e, in certo senso, nuova dottrina indica ciò che fa la Chiesa: chiama gli uomini, li istruisce, li fortifica, li mobilita, li fa partecipi della sua missione salvatrice, sveglia in essi la coscienza d'un messianismo comune e promuove in cia‑

. scuno di essi la dedizione alla causa di Cristo, non per un sogno di conquista e di potenza, ma per un impegno d'amore a tutti i viventi e per la gloria del regno di Dio. Vorremmo, a questo punto, domandare a ciascuno di voi se avete posto attenzione a questa nuova vivacità aposto­lica, che deve oggi invadere gli animi di coloro che si dicono cattolici, e che deve tutti abilita-re a dare nuova e positiva testimonianza a Cristo. Questo dovrebbe essere il «post-Concilio»; questo il rinnovamento, l'aggiornamento auspicato dal Concilio Ecumenico.

 

 Oltre ogni stanchezza il vigore di anime generose 

A questo riguardo voi osserverete due fenomeni diversi e divergenti. Quello di figli della Chiesa, che si direbbero stanchi d'essere cattolici, e che profittano di questo periodo di revisione e di assestamento della vita pratica della Chiesa per mettere tutto in discussione, per instaura-re una critica sistematica ed eversiva della disciplina ecclesiastica, per cercare la via più facile al cristianesimo; un cristianesimo svigorito dell'esperienza e dello sviluppo della sua tradi­zione; un cristianesimo conformista allo spirito delle altrui opinioni e ai costumi del mondo; un cristianesimo non impegnativo, non dogmatico, non «clericale», come dicono. Può mai logi­camente derivarsi dal Concilio una simile stanchezza d'essere cattolici?

L'altro fenomeno invece è la scoperta d'essere cattolici, e la gioia d'esserlo, e con la gioia il vigore operativo nuovo, che mette in tanti cuori desideri, speranze, propositi, audacie di nuo­va attività apostolica. Il Concilio ha sollevato una generazione di spiriti vigilanti, che hanno udi­to la voce chiamante e implorante della Chiesa a maggiore sforzo d'apostolato; che si sono af­francati dal gregarismo, dalla passività, dall'acquiescenza che fa spiritualmente schiava tanta gente del nostro mondo odierno; e che si sono imposti qualche sacrificio - per alcuni, un gran-de sacrificio - per essere disponibili alla buona operosità della Chiesa. Non hanno temuto al­cuni di offrire a Cristo la loro vita (il fenomeno delle vocazioni adulte è eloquente e magnifi­co); altri, anche laici - marito e moglie, talvolta -, sono partiti per i Paesi dì missione; altri, già fissi al loro posto di lavoro, hanno deciso per un rinnovamento spirituale profondo e per un'at­tività più generosa ed ecclesiale; hanno «scelto la santità». E la santità, com'è noto, oggi com­porta la carità dell'apostolato. Figli e Figlie, che Ci ascoltate: siete voi fra questi?

Noi lo speriamo, Noi lo auguriamo con la Nostra Benedizione Apostolica.

PAOLO VI, Catechesi del 27 luglio 1966

 

APOSTOLATO DELLA PREGHIERA
 

MARZO 2006

   

 

APOSTOLATO DELLA PREGHIERA

 

Cuore divino di Gesù, io ti offro per mezzo del Cuore Immacolato di Maria, madre della Chiesa, in unione al Sacrificio eucaristico, le preghiere e le azioni, le gioie e le sofferenze di questo giorno: in riparazione dei peccati, per la salvezza di tutti gli uomini, nella grazia dello Spirito Santo, a gloria del divin Padre.

 

In particolare per le intenzioni affidate all'AdP dal Papa:

E dall'Episcopato italiano:

 

MARZO 2006

PER ESTENDERE LA PROPRIA PREGHIERA APOSTOLICA SI PUÒ

 

 

Le intenzioni, dopo ogni formula per l'offerta quotidiana, possono essere enunciate o nella forma estesa o in quella abbreviata

 

INTENZIONI DEL SANTO PADRE

 

GENERALE: Nel mondo di oggi, sommersi come siamo da tanti messaggi e richiami di vario genere, non meraviglia che i giovani non sappiano ben orientarsi e che la ricerca del senso della vita divenga per loro difficoltosa. Anche dove l'educazione familiare ha posto delle buone basi la problematica connessa alla vi­ta, sia nel presente sia nel futuro, allarma e preoccupa chi deve ancora maturare la propria esperienza. Tutti coloro che vivono accanto ai giovani devono armarsi di pazienza e di amore per riuscire a comprenderli specialmente se attraversano periodi difficili, per essere sempre rispettosi nei loro riguardi, e per accompagnarli nella loro ricerca, anche se più di una volta potrebbe sembrare impossibile aiutarli.

 

MISSIONARIA: In quasi tutte le Chiese particolari esistono difficoltà nel riempire i propri quadri. In qualcuna il numero dei presbiteri, dei diaconi, dei religiosi è sensibilmente diminuito. In altre le dimensioni apostoli-che si stanno ampliando e pertanto la pianificazione esige la presenza di molti. Ma nessuna Chiesa partico­lare può trascurare la propria missionarietà. Si tratta di una nota irrinunciabile che deve essere coltivata e orientata a forme di collaborazione, per esempio procurando mezzi, ospitando seminaristi o religiosi/reli­giose in formazione. In certi casi à possibile anche arrivare allo scambio di operatori pastorali, chierici, re­ligiosi, laici.

 

INTENZIONE DEI VESCOVI It'A[.[ANI

La Quaresima ha un duplice orientamento. Il primo è rivolto alla ultima preparazione dei catecumeni in vista del loro battesimo. Un secondo riguarda invece tutti i battezzati in modo che si preparino alla celebra­zione della Pasqua rinnovati spiritualmente. Da qui l'insistenza perché ognuno ne approfitti come di un'oc­casione propizia per un più approfondito esame di coscienza in vista della piena riconciliazione con Dio e con i fratelli.

 

Dio, nostro Padre, io ti offro tutta la mia giornata. Ti offro le mie preghiere, i pensieri, le parole, le azioni e le sofferenze in unione con il Cuo­re del tuo Figlio Gesù Cristo che continua ad offrirsi a te nell'Eucaristia per la salvezza del mondo.,

Lo Spirito Santo che ha guidato Gesù sia la mia guida e la mia forza oggi affinché io pos­sa essere testimone del tuo amore.

Con Maria, la madre del Signore e della Chiesa, prego specialmente per le intenzioni che il Santo Padre raccomanda alla preghiera di tutti i fedeli in questo mese:

 

 che i Vescovi italiani raccomandano:

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