APOSTOLATO DELLA PREGHIERA    

CONSIDERAZIONI

 

NOVEMBRE 2007  

PER UN SACERDOZIO SANTO, 5

(1Pt 2,5)

Per favorire lo scorrere della vita di Dio nel mondo, abbiamo ricevuto il sacerdozio battesi­male. In questa vita, siamo entrati prima di tutto noi, anche perché nessuno può dare ciò che non ha. Occorre però renderci sempre più coscienti di questo dono, perché se lo abbiamo dimenticato, non sappiamo neppure più di averlo e non possiamo renderlo operativo.

Questa verità appartiene al patrimonio della nostra fede, vissuta e riflessa lungo i due millen­ni di cristianesimo, ma ultimamente costituisce una delle sottolineature che il Concilio Vaticano II ha riportato all'attenzione dei credenti.

Non è che nei tempi passati non se ne sentisse l'importanza: é invece lo Spirito Santo, che guida la Chiesa di Cristo, le suggerisce risposte adeguate ai tempi in cui si trovano a vivere le diverse generazioni cristiane che si succedono.

Nella Costituzione dogmatica Lumen gentium, al n. 9, leggiamo:

"i credenti in Cristo, essendo stati rigenerati non da seme corruttibile, ma da uno incorruttibi­le, che é la parola del Dio vivo (cfr. 1 Pt 1,23), non dalla carne ma dall'acqua e dallo Spirito San­to (cfr. Gv 3,5-6), costituiscono « una stirpe eletta, un sacerdozio regale, una nazione santa, un popolo tratto in salvo... Quello che un tempo non era neppure popolo, ora invece é popolo di Dio» (1 Pt 2,9-10).

All'inizio del loro discorso sulla Chiesa, i Padri conciliari prendono in considerazione il sa­cerdozio regale di tutti i credenti in Cristo, testimoniato dalla Scrittura. Esso si colloca all'interno del sacramento della rigenerazione, il Battesimo, che é "il lavacro dell'acqua accompagnato dalla Parola" del Dio vivo e vivificante nel suo Spirito. Essi costituiscono così un popolo sacerdotale: seppure si tratta di un dono personale, ricevuto singolarmente, ma poiché davanti a Dio non siamo "massa", ma figli, che un padre, e soprattutto una madre, riconosce nella loro unicità, ciò che ci costituisce famiglia é un patrimonio personale. I figli, infatti sono concepiti e partoriti uno alla volta, anche se gemelli.

Non ci sembra irriverente servirci di esempi umani per cercare di comprendere i misteri divi­ni, perché nella nostra carne Dio si é rivelato, e proprio assumendola, fino a prendere con sé, in sé, nel Figlio suo, ciascuno di noi, figli e sacerdoti in Lui.

Leggiamo al n. 10: "Cristo Signore, pontefice assunto di mezzo agli uomini (cfr. Eb 5,1-5), fece del nuovo popolo « un regno e sacerdoti per il Dio e il Padre suo » (Ap 1,6; cfr. 5,9-10). In-fatti per la rigenerazione e l'unzione dello Spirito Santo i battezzati vengono consacrati per formare un tempio spirituale e un sacerdozio santo, per offrire, mediante tutte le attività del cristiano, spirituali sacrifici.

Tutti quindi i discepoli di Cristo, perseverando nella preghiera e lodando insieme Di, rendano dovunque testimonianza di lui e, a chi la richieda, rendano ragione della speranza che é in essi di una vita eterna (cfr. 1 Pt 3,15)."

Il nostro sacerdozio non ci abilita solo alla preghiera, alla lode di Dio, ma sostiene anche il nostro impegno di testimonianza, rendendo tutte le attività che svolgiamo, un culto gradito a Dio.

L'unzione dello Spirito ci consacra, ci "separa" per questo dono e compito.

Se é vero che la Costituzione conciliare ha illuminato questo dono di tutti i cristiani, come sempre avviene nella Chiesa, quando si fa risplendere il bene di uno, ne ricevono luce anche gli altri, come vediamo continuando la lettura di questo stesso numero:

"Il sacerdozio comune dei fedeli e il sacerdozio ministeriale o gerarchico, quantunque differiscano essenzialmente e non solo di grado, sono tuttavia ordinati l'uno all'altro, poiché l'uno e l'altro, ognuno a suo proprio modo, partecipano dell'unico sacerdozio di Cristo."

La grazia di essere Chiesa é quella per cui ognuno sente che il proprio dono cerca ed esalta quello del proprio fratello. Il sacerdozio battesimale é sostenuto e favorito da quello ministeriale; inoltre vivono il loro momento più alto proprio insieme, nel mistero del dono di Gesù al Padre e a noi, l'Eucaristia.

"Il sacerdote ministeriale, con la potestà sacra di cui é investito, forma e regge il popolo sa­cerdotale, compie il sacrificio eucaristico nel ruolo di Cristo e lo offre a Dio a nome di tutto il po­polo; i fedeli, in virtù del loro regale sacerdozio, concorrono all'offerta dell'Eucaristia ..."

Riflettere sul nostro sacerdozio battesimale ci porta a ringraziare Dio non soltanto per questa perla, ma per le altre preziose gemme di cui ci ha incoronato, come singoli e come Chiesa. La co­munione tra noi credenti, si fonda su ciò che siamo in profondità, prima che sulla capacità di col­laborazione e di servizio: questa é autentica e salda soltanto se affonda nella prima le sue radici, e come l'albero biblico (SI 1) produrrà sempre nuovi frutti, anche nelle stagioni di siccità, quan­do i contrasti e le rivendicazioni affievoliscono le motivazioni esterne e concrete della vita ec­clesiale. Il dono di Dio non inaridisce e siamo sempre invitati a ritornare a questa fonte.

 

APOSTOLATO DELLA PREGHIERA

 

Cuore divino di Gesù, io ti offro per mezzo del Cuore Immacolato di Maria, madre della Chiesa, in unione al Sacrificio eucaristico, le preghiere e le azioni, le gioie e le sofferenze di questo giorno: in riparazione dei peccati, per la salvezza di tutti gli uomini, nella grazia dello Spirito Santo, a gloria del divin Padre.

 

In particolare per le intenzioni affidate all'AdP dal Papa:

E dall'Episcopato italiano:

 

NOVEMBRE 2007

PER ESTENDERE LA PROPRIA PREGHIERA APOSTOLICA SI PUÒ

 

INTENZIONI DEL SANTO PADRE

GENERALE: «Il mondo attuale è caratterizzato da un processo di secolarizzazione che, attraverso eventi culturali e sociali complessi, ha non solo rivendicato una giusta autonomia della scienza e dell'organizzazione sociale, ma ha anche spesso cancellato il legame esistente tra le realtà temporali e il loro Creatore, giungendo perfino a dimenticare la protezione della dignità trascendente dell'uomo e il rispetto della sua vita» (Benedetto XVI).

 MISSIONARIA: «La persistenza di sentimenti di ostilità e l'opposizione tra le due Nazioni costituisce certamente un motivo di preoccupazione, ma un motivo di speranza è sapere che esiste una volontà concreta di risolvere le tensioni attraverso il dialogo e gli incontri, al fine di attenuare le divergenze e trovare un terre-no per un'intesa benefica» (Giovanni Paolo II agli Ambasciatori della Corea, 2003).

 INTENZIONE DEI VESCOVI ITALIANI

 Se nel mese di novembre riusciamo a vivere maggiormente nella fede e nella preghiera la comunione con i Santi e i fedeli defunti, ancora di più siamo sollecitati a cercare la riconciliazione e la comunione con tutti gli uomini e le donne che condividono la nostra vita quotidiana.

 

APOSTOLATO DELLA PREGHIERA

 

Dio, nostro Padre, io ti offro tutta la mia giornata. Ti offro le mie preghiere, i pensieri, le parole, le azioni, le gioie e le sofferenze in unione con il Cuore del tuo Figlio Gesù Cristo che continua ad offrirsi a te nell'Eucaristia per la salvezza del mondo.

Lo Spirito Santo che ha guidato Gesù sia la mia guida e la mia forza oggi affinché io possa essere testimone del tuo amore.

Con Maria, la madre del Signore e della Chiesa, prego specialmente per le intenzioni che il Santo Padre raccomanda alla preghiera di tutti i fedeli in questo mese:

E che i Vescovi italiani raccomandano:

indice apostolato della preghiera