APOSTOLATO DELLA PREGHIERA    

 

 

Aprile   2008  

 

Per conoscere l'AdP

 

1° Ven.

4

 

   

 

IL POTERE DELLA PREGHIERA

 Tutti i cristiani hanno un potere straordinario e immenso, che molti non sospettano neanche minimamente di possedere. Possono, cioè, tutti partecipare al potere di dare la vita alle anime e di restituirla a quelle che l'avessero perduta. Va sottolineato che l'esercizio di questo potere è alla portata di tutti, anche del più povero e del più debole fra i credenti in Gesù Cristo. Questo perché la vita dell'anima è la grazia, e la preghiera è lo strumento che ha il potere di fare scendere la grazia nelle anime.

La grazia ci unisce a Dio e ci rende simili a lui, cioè suoi figli in Cristo. È una partecipazione alla luce e all'amore, anzi alla natura stessa di Dio. Come afferma s. Pietro: Dio "ci ha donato i beni grandissimi e preziosi che erano stati pro-messi, perché diventaste per mezzo loro partecipi della natura divina" (2Pt 1, 4). La grazia è la vita stessa di Dio in noi, iniziata già su questa terra il giorno del nostro battesimo, per giungere a pienezza nell'eternità.

La Chiesa è stata da sempre nelle mani di Dio come una fonte attraverso cui ha diffuso nel mondo l'acqua viva dell'amore, la fede, la speranza e tutte le altre virtù che rendono l'uomo veramente se stesso e gli permettono di operare grandi cose per Dio e per il prossimo.

Nella misura in cui ci si allontana dalla corrente della grazia e dall'amore di Gesù Cristo, il cuore e l'intelligenza umana si oscurano, la vita spirituale si spegne, le persone e i popoli tendono a chiudersi sempre più in un materialismo cieco ed egocentrico.

Se Dio è l'origine della vita spirituale, com­prendiamo anche quale sia la via attraverso la quale essa può tornare nelle anime che l'avessero persa. La vita non può venire che da Dio. Le invenzioni del genio umano, gli sforzi, i sacrifici, le opere d'arte sono creazioni umane; la grazia è esclusivamente dono di Dio. L'unico mezzo facile, efficace e infallibile di cui possiamo disporre per ottenere la grazia per i nostri fratelli, come anche per noi stessi, è la preghiera.

 

Offerta della Giornata

Cuore divino di Gesù, io ti offro per mezzo del Cuore Immacolato di Maria, madre della Chiesa, in unione al Sacrificio eucaristico, le preghiere e le azioni, le gioie e le sofferenze di questo giorno: in riparazione dei peccati, per la salvezza di tutti gli uomini, nella grazia dello Spirito Santo, a gloria del divin Padre,

 

in particolare per le intenzioni del Papa e dei Vescovi

pregare PER IL CLERO dicendo: Cuore di Gesù, conferma nella loro vocazione coloro che hai chiamato.

 

Intenzioni affidate all'AdP dal Papa:

  • Perché i cristiani, anche nelle situazioni difficili e complesse dell'odierna società, non si stanchino di proclamare con la loro vita che la risurrezione di Cristo è sorgente di speranza e di pace.

  • Perché i futuri presbiteri delle giovani Chiese siano sempre più formati culturalmente e spiritualmente per evangelizzare le loro nazioni e tutto il mondo.

 

E dall'Episcopato italiano:

  • Perché la forza del Signore Risorto ci liberi da ogni forma di paura e tristezza e ci doni di testimoniare gioia e speranza nell'ambiente in cui viviamo.

 

UN TESTO

PER

MEDITARE

 

LA PROMESSA DI GESÙ: «SARÒ CON VOI SINO ALLA FINE DEL MONDO»

 Per aiutare questa contemplazione rifletterò su qualche parola del testo, cominciando dal fondo per ascendere verso le parole centrali. L'ultima parola di questo Vangelo è: «Fino alla consumazione dell'evo», fino a che si consumi questa esperienza nella quale siamo immersi, fino a che giunga al suo compimento. Questa espressione di Matteo si ritrova anche in 24,3, quando gli apostoli domandano a Gesù, di fronte al Tempio: «Quale sarà il segno della tua Parusia e della consumazione di questo evo?». Cioè, qui viene messa in rapporto la fine della esperienza temporale, storica, presente e la Parusia del Signore.

Queste parole si ritrovano anche in due parabole. In Mt 13,39 abbiamo la parabola della zizzania e del buon grano, della messe e della fine del tempo. Il nostro è un tempo in cui ancora si semina e si deve crescere, viene la fine del tempo in cui questa esperienza confusa e contraddittoria cesserà. Noi siamo in questa esperienza di confusione e di crescita insieme. Queste parole si trovano anche al termine della parabola della rete (Mt 13, 49) che raccoglie pesci di ogni tipo; alla fine del tempo gli angeli raccoglieranno ogni cosa. Noi siamo ancora in cammino verso questa fine, cioè nel momento in cui la rete è ancora una gran confusione di pesci, buoni e cattivi, fuori di noi e dentro di noi.

In questa esperienza temporale, storica, confusa, ambigua, nella quale noi ci troviamo, in cui è così difficile distinguere il bene dal male, il meglio dal peggio, in questa esperienza il Signore è con noi. Qui queste parole di Gesù ci garantiscono la sua presenza, non per un mondo già fatto, ma per il momento in cui l'esperienza è in corso; l'esperienza cresce e passa attraverso tutte le fasi di crescita, tutte le confusioni e ambiguità di crescita che sperimentiamo ogni giorno nella nostra stessa esperienza religiosa, cristiana, sacerdotale, laicale ed ecclesiale e, in genere, nella storia del mondo. Detto ciò Gesù insiste: «Tutti quanti i giorni», cioè non c'è nessun giorno di questa esperienza in cui il Signore non sia con noi, quindi la certezza con cui noi viviamo anche questo momento è la certezza che il Si­gnore in ciascun giorno è con noi.

Queste parole dunque ci riferiscono il «tempo» di questa promessa; andando indietro troviamo «la promessa» stessa: «Ecco io sono con voi». Qui ci sarebbe da meditare senza fine; basta richiamare brevemente gli altri contesti biblici dove ricorre questa promessa: Es 3, 12-14. È Jahvè che si presenta: «Ecco io sarò con te». Matteo riassume qui, nel Cristo morto e risorto, tutta l'esperienza di salvezza di Israele.

Matteo richiama qui le parole che ha già posto nella prima delle sue profezie: «Tutto questo avvenne perché si adempisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: ecco, la vergine concepirà e partorirà un figlio che sarà chiamato Emmanuele, che significa Dio con noi» (1,22-23).

Quindi il Vangelo di Matteo si apre con questa profezia e termina con la parola di avveramento: «Ecco io sono con voi». Tutto il Vangelo di Matteo racconta come Gesù è stato il Dio con noi, attraverso quale manifestazione di sé, attraverso quale progressione di cammino, morte e risurrezione Gesù è giunto a essere il Dio con noi.

 

Dal libro di C.M. Martini, Gli Esercizi Ignaziani alla luce del Vangelo di Matteo, Ed. AdP, 2006.

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