APOSTOLATO DELLA PREGHIERA |
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Dicembre 2008 |
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OFFRIRE LE PICCOLE COSE Dl OGNI GIORNO
I trenta anni della vita nascosta di Gesù a Nazareth sono la testimonianza più certa e più evidente del grande potere che possono assumere le piccole e semplici opere per la salvezza del mondo, quando sono unite alla preghiera e alla carità. Il Verbo di Dio si è fatto uomo per salvare tutta l'umanità. Fu questa la sua missione, alla quale consacrò tutta la sua esistenza. Eppure il Salvatore dedicò solo tre anni all'apostolato pubblico, mentre trascorse un lungo periodo di trenta anni vivendo quello che potremmo chiamare un apostolato nascosto, fatto di preghiera e di offerta al Padre della vita quotidiana. Evidentemente Gesù riteneva che questo apostolato nascosto fosse un mezzo efficace per compiere la sua missione di Salvatore. È un mezzo che possiamo fare nostro, seguendo l'insegnamento e l'esempio di Gesù. Offerta della Giornata Cuore divino di Gesù, io ti offro per mezzo del Cuore Immacolato di Maria, madre della Chiesa, in unione al Sacrificio eucaristico, le preghiere e le azioni, le gioie e le sofferenze di questo giorno: in riparazione dei peccati, per la salvezza di tutti gli uomini, nella grazia dello Spirito Santo, a gloria del divin Padre. in particolare per le intenzioni del Papa e dei Vescovi Intenzioni affidate all'AdP dal Papa: (abbreviate per favorire la recita comune)
E dall'Episcopato italiano:
Dio, nostro Padre, io ti offro tutta la mia giornata. Ti offro le mie preghiere, i pensieri, le parole, le azioni, le gioie e le sofferenze in unione con il Cuore del tuo Figlio Gesù Cristo, che continua ad offrirsi a te nel-l'Eucaristia per la salvezza del mondo. Lo Spirito Santo che ha guidato Gesù sia la mia guida e la mia forza oggi; affinché io possa essere testimone del tuo amore. Con Maria, la madre del Signore e della Chiesa, prego specialmente per le intenzioni che il Santo Padre raccomanda alla preghiera di tutti i fedeli in questo mese: Intenzioni affidate all'AdP dal Papa e dai nostri Vescovi: (forma estesa) Gen. – Perché, di fronte al crescente espandersi della cultura della violenza e della morte, la Chiesa promuova con coraggio la cultura della vita con ogni sua azione apostolica e missionaria. Miss. – Perché i cristiani, soprattutto nei Paesi di missione, attraverso concreti gesti di fraternità, mostrino che il Bambino nato nella grotta di Betlemme è la luminosa Speranza del mondo. Vesc. - Perché la multiforme testimonianza dei cristiani renda visibile il grande «Sì» che Dio ha detto in Gesù Cristo all'uomo, alla sua vita, alla sua libertà, alla sua intelligenza e alla sua sete di amore.
VENGA IL TUO REGNO Apparizione del 1673 a s. Margherita Maria Gesù, c'insegna a pregare, dicendo: «Venga il tuo Regno» (Mt 6,10). Quando invochiamo Dio che faccia venire il suo Regno, professiamo la nostra fede che il Regno di Dio già ora si sta compiendo, ma che si compirà pienamente solo alla fine dei tempi. Questa fede esprime anche una speranza e un desiderio. Il Regno di Dio non è qualcosa che è prodotto dallo sforzo umano, ma è un dono di Dio. Il Regno di Dio è un bene che viene all'uomo, in quanto si rende presente in Gesù stesso, che porta la liberazione dal male, proprio perché esso afferma la presenza di Dio e la sua sovranità su tutta la realtà creata, quindi anche sul male, di qualunque tipo esso sia (Mt 12,28: «Ma se io scaccio i demòni per virtù dello Spirito di Dio, è ceno giunto fra voi il Regno di Dio»). «Io ho vinto il mondo» (Gv 16,33). Il compimento del Regno, infatti, sarà la piena manifestazione della vittoria di Dio sul male. Tale vittoria si è già avuta da parte di Gesù nell'adempimento della sua missione, nella sua morte e risurrezione. Gesù afferma paradossalmente la sua regalità nel processo davanti a Pilato (Gv 18,33-37) ed è proclamato re sulla croce (Gv 19,19: «Pilato compose anche l'iscrizione e la fece porre sulla croce; vi era scritto: "Gesù il Nazareno, il re dei Giudei"»). Il Regno di Dio non è un qualcosa che s'impone con la forza, ma è un qualcosa che viene nel cuore dell'uomo, attraverso l'amore di Dio che si rende presente in Gesù Cristo, che muore per tutti. Il Regno di Dio non s'instaura con l'odio e la violenza, ma con l'amore silenzioso, che richiama le coscienze attraverso una testimonianza superiore. Il Regno di Dio è l'oggetto della missione stessa di Gesù e dei discepoli, in quanto è il contenuto del buon annuncio della salvezza (Mc 1,15: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete al vangelo»; Mt 10,7: «E strada facendo, predicate che il Regno di Dio è vicino»). Tale annuncio fa appello alla conversione: è una realtà del tutto interiore al cuore dell'uomo. Proprio perché è una realtà interiore all'uomo, il Regno di Dio viene a lui come una vocazione di Dio stesso, spesso in maniera inaspettata. In Mc 10,17-31 il Regno di Dio viene al giovane ricco come una chiamata personale di Gesù, come un segno di un amore personale («Allora Gesù, fissatolo, lo amò»). Esso si presenta come un'esigenza di radicalità: ad esso non si può anteporre nulla, non solo i beni materiali, ma neanche i beni spirituali, come gli affetti familiari più grandi (Lc 9,60). «Convertitevi, perché il Regno dei cieli è vicino» (Mt 4,17). La partecipazione al Regno richiede una conversione del cuore, che è possibile solo se Dio viene effettivamente percepito come l'unica realtà veramente assoluta della vita, l'unica realtà che, di fronte alla precarietà di tutte le cose umane, rimane in eterno e che sotto altra forma restituisce tutte quelle cose autenticamente umane dalle quali per il Regno ci si è anche distaccati. Così la conversione del cuore e il distacco dalle cose umane che ne segue, dando ad esse il valore che hanno in relazione a Dio, sono una solenne professione di fede nell'eternità di Dio e nel suo amore personale per ciascuno di noi. Dal libro a cura di M. del C. Aparicio VallsD. Astigueta S.I., Meditazioni, Ed. AdP, 2007 |
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