APOSTOLATO DELLA PREGHIERA    

 

 

Gennaio   2008  

 

Per conoscere l'AdP

 

1° Ven.

4

 
 
   

 

PER LA SALVEZZA DI TUTTI

Fondato il 3 dicembre 1844 (festa di S. Francesco Saverio, patrono delle missioni), nei pressi del santuario di Nostra Signora di Puy, in un se­minario che forniva ogni anno numerosi apostoli alle varie parti del mondo, l'Apostolato della Preghiera si prefigge da sempre lo scopo di offrire a tutti i cristiani un mezzo per unirsi all'apostolato nascosto, ma estremamente efficace del Cuore di Gesù, che salva il mondo nel nascondimento del tabernacolo.

Come e perché?

Attraverso la preghiera e l'offerta della giornata per la salvezza di tutti gli uomini.

Ascoltiamo l'esortazione di s. Paolo apostolo: "Ti raccomando dunque, prima di tutto, che si facciano domande, suppliche, preghiere e ringraziamenti per tutti gli uomini... Questa è una cosa

bella e gradita al cospetto di Dio, nostro salvatore, il quale vuole che tutti gli uomini siano salvati e arrivino alla conoscenza della verità. Uno solo infatti è Dio e uno solo il mediatore fra Dio e gli uomini, l'uomo Cristo Gesù, che ha dato se stesso in riscatto per tutti" (1 Tim 2, 1 – 5).

Gesù ci ha rivelato la volontà del Padre, che coincide con lo scopo della sua missione: salvare le anime, riportare all'ovile le pecorelle smarrite, spandere sulla terra il fuoco del suo amore. Ma non rientra nei piani della divina provvidenza che Gesù compia da solo quest'opera. Ha bisogno di collaboratori, perché la salvezza del mondo è una di quelle grandi opere divine per le quali Dio domanda e attende la collaborazione delle sue creature.

Dobbiamo pregare per tutti i nostri fratelli, perché Dio vuole la salvezza di tutti. Il compimento di questa volontà di misericordia e di salvezza non dipende solo dalla libera cooperazione di coloro che Dio intende salvare, ma anche dallo zelo, dalle preghiere, dagli sforzi di coloro che sono già sulla via della salvezza, sulla quale Dio li chiama a ricondurre i loro fratelli.

Cuore divino di Gesù, io ti offro per mezzo del Cuore Immacolato di Maria, madre della Chiesa, in unione al Sacrificio eucaristico, le preghiere e le azioni, le gioie e le sofferenze di questo giorno: in riparazione dei peccati, per la salvezza di tut­ti gli uomini, nella grazia dello Spirito Santo, a gloria del divin Padre,

in particolare per le intenzioni del Papa e dei Vescovi (come riportato in precedenza)

 

Offerta della Giornata

 

Cuore divino di Gesù, io ti offro per mezzo del Cuore Immacolato di Maria, madre della Chiesa, in unione al Sacrificio eucaristico, le preghiere e le azioni, le gioie e le sofferenze di questo giorno: in riparazione dei peccati, per la salvezza di tutti gli uomini, nella grazia dello Spirito Santo, a gloria del divin Padre, in particolare per le intenzioni del Papa e dei Vescovi (come riportato in precedenza)

 

in particolare per le intenzioni del Papa e dei Vescovi

pregare PER IL CLERO dicendo: Cuore di Gesù, fa' che l'Eucaristia diventi sempre più centro della vita dei tuoi sacerdoti.

 

In particolare per le intenzioni affidate all'AdP dal Papa:

  • Perché la Chiesa rafforzi il suo impegno per la piena unità visibile, così da manifestare sempre più il suo volto di comunità d'amore, dove si rifletta la comunione del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.

  • Perché la Chiesa in Africa, che si prepara a celebrare la sua seconda Assemblea Speciale del Sinodo dei Vescovi, continui ad essere segno e strumento di riconciliazione e di giustizia in un Continente ancora segnato da guerre, sfruttamento e povertà.

 

E dall'Episcopato italiano:

  • Perché tutti ci impegniamo lealmente per la pace e diveniamo costruttori di rapporti di riconciliazione assumendo uno stile di vita improntato al rispetto della persona umana e all'accoglienza.

 

UN TESTO

PER

MEDITARE

GESÙ A TAVOLA

 Un tema importante nella vita di Gesù sono le occasioni in cui sta a tavola. Egli ha mangiato abitualmente con pubblicani, pec­catori e prostitute. Anche il prendere cibo con questi emarginati è un segno del regno dei cieli. Possiamo dire che questi pasti di Gesù sono una parabola realizzata, una parabola vi-va, al posto di una parabola narrata. Essi sono l'immagine del banchetto celeste, e pertanto un annuncio dell'arrivo imminente del regno di Dio. A questo regno di Dio sono chiamati tutti, e di preferenza i poveri, gli emarginati, le prostitute, i pubblicani, ecc. Così Gesù rende già presente questo regno, che annuncia come imminente, quando mangia assieme a tutti coloro che Sono considerati come abbandonati dalla mano di Dio. Mangiando con gli emarginati, Gesù mostra l'amore incondizionato di Dio, fino al punto che essi appaiono i preferiti di Dio: «i pubblicani e le prostitute vi precederanno nel regno dei cieli» (Mt 21,31).

Di alcuni di questi pasti si è conservato un ricordo meraviglioso di fraternità e di abbondanza. Nonostante la scarsità di alimenti con i quali si era incominciato, la parola di Gesù, invitando a condividere ciò che ciascuno aveva, ottenne che ve ne fosse per tutti e anzi che ne avanzasse. Evidentemente, ciascuno di coloro che poi raccontò ad altri l'episodio, lo riportò arricchendolo sempre più. Più tardi, nella comunità primitiva, il racconto acquistò dimensioni eucaristiche che non riflettono solo il fatto accaduto, ma la stessa presenza di Gesù nella primitiva comunità cristiana (Mc 6,30-44; 8,1-10).

Tra questi banchetti con il Signore, ve ne fu uno, l'ultimo, senza dubbio il più importante (Lc 22,14-20), durante il quale Gesù, dinanzi alla sua morte imminente, prevista ed accettata, si congedò dai pochi che ancora credevano nel suo annuncio e lo seguivano. Infatti la maggioranza, a quel punto, lo aveva già abbandonato, vedendo che, invece di un regno, stava arrivando una persecuzione. Gesù dunque si congedò dicendo: «Io non berrò più del frutto della vite fin quando lo berrò nel regno del Padre mio». Dicendo questo, Gesù offriva la sua vita in servizio al Regno da lui annunciato.

 

L'eucaristia è per i cristiani la ripetizione di questa ultima cena di Gesù. È il suo memoriale, proprio perché in essa abbiamo l'anima stessa di ciò che fu il suo messaggio e la sua vita. L'essenziale del suo messaggio restò plasmato nell'eucaristia, perché con i suoi pasti, dai quali nessuno era escluso – al contrario di ciò che accadeva nella comunità escatologica e santa di Qumran, o nei circoli farisei osservanti della legge –, Gesù mostrava com'era Dio, che nel suo amore accoglie tutti, anche i peccatori. L'anima della sua vita è stata l'averla dedicata all'annuncio dell'amore incondizionato di Dio, annuncio che le strutture del peccato del mondo non possono sopportare, e che gli costò la vita.

Dal libro di JR. Busto Sàiz, Cristologia per iniziare, Ed. AdP, 2006.

 

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