EPPURE SOTTO LA SCORZA PULSA IL FUTURO

Giuseppe De Rita

Gli ultimi fatti

Le ultime settimane sono state cariche di eventi ad alto impatto di psicologia collettiva, dall'attentato newyokese dell'11 settembre alla guerra in Afghanistan all'annuncio del passo in avanti della clonazione umana, solo per citare i più impressivi. E viene spontaneo domandarsi se la molteplicità di tali eventi non possa oscurare il significato dell'Avvento: non per chi ha buona fede cristiana magari, ma certo per i tanti che sono più attenti al quotidiano ed ai quotidiani che al mistero religioso.

Gli eventi hanno fascinazione ma non creano automaticamente riflessione. Hanno fascinazione perché vivono di novità, di sorpresa, di spettacolarità, di emozione forte. Ma non suscitano immediatamente riflessione perché siamo tutti affascinati dai loro effetti (dai loro "effetti speciali" si potrebbe dire) e non riusciamo, e spesso non vogliamo, cercarne le causa e capire fino a che punto ne siamo anche corresponsabili. L'emozione più è enorme e più tende a rimuovere la coscienza delle cause di ciò che avviene. Così è comprensibile che in questi mesi a nessuno sia tornata in mente l'intuizione di Merlau-Ponty:"l'evento giunge su di noi come un ladro, e quando riparte si trova che siamo stati noi a produrlo"; e che nessuno quindi si sia sentito davvero impegnato a fare riflessione, cultura, decifrazione delle cause profonde da cui gli eventi sono stati determinati.

La nostra cultura

Noi europei siamo tendenzialmente più riflessivi - per tradizione e cultura - degli americani, i quali hanno prontamente preso armi contro il mare di guai che ha provocato e può provocare il terrorismo internazionale. Ma neppure noi abbiamo saputo riflettere troppo sulle motivazioni più o meno remote dei drammi che stanno avvenendo (cioè sullo squilibrio economico e sociale che segna il mondo moderno, sulla carica di frustrazione storica che pervade il mondo islamico, sulle cause del risentimento antiamericano che circola nell'Occidente, sul bisogno diffuso nel mondo di contrastare la proliferante secolarizzazione di ogni valore ed ogni comportamento, ecc.). Abbiamo vissuto, più correttamente abbiamo subìto, gli eventi senza alcuno sforzo di riflessione; forse è vero che essi, pur così spettacolari ed evidenti a tutti, creano più ottundimento che coscienza.

Non siamo capaci di immaginare che gli eventi possono, se culturalmente gestiti, tramutarsi in lenti avventi del nuovo. Specialmente quelli a maggiore forza dirompente sono come i grandi sommovimenti sismici, vengono dall'avvenire. Essendo cioè dati a partire dal fondo instabile, caotico, dislocato dei tempi, portano certo ad una potenziale regressione in questo fondo; ma dimostrano al tempo stesso la carica di vita e vigore che c'è sulla terra; e chiedono che qualcuno dia senso a tale carica e a tale vigore, impegnandosi a fare storia. Dentro il tempo e fuori dall'instabilità e dal caos.

Il valore dell’Avvento

E qui emerge con forza anche quest'anno il valore non solo religioso ed intimo dall'Avvento. La venuta di Cristo in terra sta a significare che le cose del passato sono cancellate (i tanti eventi degli antichi dei, i tanti eventi sacrificali, e persino il peccato originale, supremo evento fondativo della nostra fragile umanità); ma soprattutto sta a ricordarci che la divinità è venuta ad abitare in mezzo a noi, che partecipa della nostra della nostra faticosa storia, che dà alla storia quel che gli eventi anche più fragorosi non danno: cioè un riferimento sicuro e non la instabilità, la progressione in avanti e non il caos, un vivere nel tempo invece che essere dirottati sulle erratiche superemozioni mediatiche in cui gli eventi vengono comunicati alle masse.

La venuta del Signore è un grande annuncio di responsabilità a costruire storia interpretando e gestendo gli eventi, senza essere da loro psichicamente dipendenti. La connessione fra i drammi degli ultimi mesi e la celebrazione dell'Avvento è quindi fortissima: più le cose del mondo diventano difficili più impegnano la nostra responsabilità; più ci fanno capire che anche nel nostro piccolo quotidiano portiamo avanti un pezzetto non revocabile della storia del mondo; e più ci fanno avvertire che tale storia non potrebbe farsi se Dio non fosse venuto ad abitare in mezzo a voi.
Accanto a questo significato ce ne saranno altri nelle prossime settimane, più intimi, più emotivi, più rassicuranti, volti magari ad esorcizzare paure ed orrori; ma sono significati più tradizionali ed un po' inerti. Dopo l'11 settembre il rinserramento nella religiosità personale non basta più, occorre continuare con calma a fare storia.

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