11 novembre 2001

Luogo di Dio

 Tutto è «luogo di Dio» e «ambiente» della Sua presenza.

Avevo fatto anche del treno il «luogo» della mia preghiera. Si sa cos'è un vagone ferroviario che parte e arriva in città al mattino e alla sera, stracarico di operai e studenti. Chiasso, risate, trambusto, pigia-pigia.

Io mi sedevo in un angolo e non sentivo nulla. Leggevo il Vangelo. Chiudevo gli occhi: parlavo e ascoltavo Dio. Che dolcezza, che pace, che silenzio! La potenza dell'amore superava la dispersione che cercava di penetrare nella mia fortezza.

Ero veramente uno con me stesso e nulla mi poteva distrarre. Sotto la presa dell'amore ero in pace. Sì, doveva essere proprio l'amore a creare l'unità in me. Fare il deserto nei luoghi abitati.

Fare di un vagone ferroviario un luogo di meditazione e delle strade della mia città i corridoi del mio ideale convento.

Il padre de Foucauld, che fu uno dei più vivaci ricercatori della spiritualità moderna, pose il suo eremitaggio a Béní-Abbès in un contesto tale da rendersi con facilità presente a Dio e presente agli uomini nello stesso momento.

E quando volle costruirvi attorno un alto muro, giunto a mezzo metro lo interruppe, per consentire agli abitanti dell'oasi di oltrepassarlo e venire a fargli visita.

Il muro rimase... ma solo come «segno» del suo monastico isolamento. Il deserto, invece, occupò molto profondamente la sua vita.

Sì, dobbiamo fare il deserto nel cuore dei luoghi abitati.

E' un modo concreto per aiutare l'uomo, oggi.

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