10 novembre
La
ricerca nel silenzio
Per
chi si lascia cogliere dallo Spirito che anima la Parola di Dio, il deserto è
un «ponte sospeso» gettato dall'anima innamorata di Dio sull'abisso tenebroso
del proprio spirito, sugli strani e profondi crepacci della tentazione, sui
precipizi insondabili delle proprie paure che fanno ostacolo al cammino verso
Dio.
La
parola «deserto» significa ben di più di un semplice luogo geografico.
I
russi, che se ne intendono e che in questo ci sono maestri, lo chiamano pustinia.
Pustinia
può anche significare deserto geografico, ma nello stesso tempo può indicare
il luogo dove si sono ritirati i padri del deserto, può significare eremo,
luogo tranquillo dove ci si ritira per trovare Dio nel silenzio e nella
preghiera, dove - come dice una mistica russa trasferitasi in America, Caterina
de Hueck Doroty - "si può elevare verso Dio le braccia della preghiera e
della penitenza in espiazione, in intercessione, in riparazione dei propri
peccati e per quelli dei fratelli. Il deserto è il luogo, dove possiamo
riprendere coraggio dove pronunciare le parole della verità ricordandoci che
Dio è verità. Il deserto è il luogo dove ci purifichiamo e ci prepariamo ad
agire come toccati dal carbone ardente che l'angelo pose sulle labbra del
Profeta”.
In
ogni caso - e qui è la caratteristica che voglio sottolineare -, la pustinia,
per i russi e per noi che siamo sulla stessa linea spirituale di esperienza
mistica, segue l'uomo là dove si trova e non lo abbandona quando ha più
bisogno del deserto.
Se
l'uomo non può più raggiungere il deserto, il deserto può raggiungere l'uomo.
Ecco
perché si dice: "fare il deserto nella città".
Fatti una piccola pustinia nella tua casa, nel tuo giardino, nella tua soffitta. Non staccare il concetto di deserto dai luoghi frequentati dagli uomini, prova a pensare, e soprattutto a vivere, questa espressione veramente esaltante: il deserto nel cuore della città.