21 aprile 2002

Pregare, amare, attendere

 Ama di più e soffrirai di meno.

Vuoi conoscere il significato del cero, il segno che vuol essere?

Esso è tratto dalla notte del passaggio, la Pasqua del Signore.

I primi cristiani usavano il cero, come segno della presenza di Cristo nell'oscurità del mondo.

Come Cristo è luce del mondo e si è consumato nell'amore, così questo cero dà la luce consumandosi.

E un segno e come tutti i segni ci parla.

A me questo segno ha parlato molto, l'ho fissato a lungo nella notte del sabato santo e l'ho fatto mio nella domenica alla messa.

Poi sono andato più avanti nella comprensione dell'idea della luce che consuma la cera.

 E quando a Vienna un amico mi ha regalato uno di questi bei ceri colorati, me lo sono portato a casa, l'ho messo nella mia cella sul canterano, vicino a una piccola icona.

Il tutto è diventato come un piccolo altare.

Ora faccio così, e vi spiego il trucco.

Quando il dolore viene a trovarmi, e viene abbastanza spesso e mi sento come in un buco nero, allora io accendo il cero. Poi lo fisso bene e cerco di dire a me stesso le parole che con tanta facilità dico ai fratelli durante la liturgia della luce.

"Vedi questo cero? E’ il simbolo di Gesù che dà la luce al mondo, consumandosi come si è consumato Lui".

Le dico e cerco di farmi coraggio.

E poi cosa faccio?

Per procedere nella mia piccola liturgia personale, faccio tre cose.

Piccole cose che mi sono venute in mente e che vanno nel giusto senso.

Prego.

Amo.

Attendo.

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