21 luglio

Più grande della nostra paura

Nel 2000 saremo sette miliardi sulla terra: chi ci nutrirà?

I granai e la fantasia di Dio sono più vasti e più capaci della paura.

Se Dio è mio padre non continuerò a ripetere fino alla noia «perché... perché… perché?», ma dirò invece con realismo e fiducia: «Tu sai... tu sai... tu sai».

Se Dio è mio padre non attribuirò solo ai concimi e alla qualità del seme l'abbondanza del raccolto, ma mi abituerò a ripetere ciò che Lui stesso mi ha suggerito di dire: «Dacci oggi il nostro pane quotidiano» affidandomi con coraggio e pace alle avversità delle stagioni ed al divenire della storia.

Se Dio è mio padre non attribuirò al caso gli eventi della giornata, ma li considererò indicazioni del suo amore.

Se Dio è mio padre non diventerò improvvisamente incredulo davanti ad un cataclisma della natura, non riuscendo più a trovare il legame tra l'amore e le avversità, tra l'esistenza di Dio e il dolore che mi colpisce.

Dio è Dio ed è Signore dell'universo anche se la terra trema ed i fiumi straripano, ed è padre anche se il freddo mi gela le mani e un incidente mi rende infermo per tutta la vita.

L'essere Dio e l'essere Padre significa per me, suo figlio, che nonostante tutto Lui è capace di trasformare quello che noi chiamiamo male in bene, e di dirigere gli avvenimenti misteriosi e incomprensibili per noi in cose buone per i suoi figli, come dice la Scrittura: «Dio vi tratta come figli; e qual è il figlio che non è corretto dal padre?» (Eb 12, 7).

indice Carlo Carretto 2002