22
settembre
Non
giudicate
«Non
giudicate, per non essere giudicati, perché col giudizio con cui giudicate
sarete giudicati e con la misura con la quale misurate sarete misurati.
Perché
osservi la pagliuzza nell'occhio del tuo fratello, mentre non ti accorgi della
trave che hai nel tuo occhio?» (Mt 7, 1-3).
Come
fermare in noi questo tremendo male del giudizio? Gesù stesso c'invita con
parole così forti a non formulare il giudizio sul nostro fratello. Umanamente
è impossibile, e solo l'azione dello Spirito Santo può compiere il miracolo.
Solo quando la beatitudine della misericordia ci ha permeati, è reso possibile
questo capolavoro dell'amore che è il non giudicare.
Per
conto nostro rimane un problema insolubile e il mondo ne è la dimostrazione,
compreso il mondo religioso, dove il giudicare è la zizzania che devasta il
campo di Dio.
In
realtà, il Signore con questo suo ordine non è che vuole che diventiamo
ciechi. Le azioni le dobbiamo giudicare, i giudizi espressi li possiamo
giudicare: ma non l'uomo.
Nessuno
di noi davanti a un fratello può sapere il suo domani, la sua virtù, la sua
santità. Uomini tiepidi si sono trasformati e hanno sopravanzato coloro che
erano virtuosi. E poi, chi può conoscere la responsabilità di ognuno? La
consapevolezza? Quindi il comando del Signore rimane preciso.
Ma,
come dicevamo, la vera soluzione la pone lo Spirito Santo portando in noi la
ricchezza delle beatitudini della misericordia.
La luce che promana da questa sublime beatitudine getta sull'anima una grande chiarezza sulla sua miseria, in modo che paralizza ogni desiderio di giudicare il prossimo e chiede solo misericordia, misericordia, misericordia.