24 novembre

Non chiedere più nulla

L'uomo che esce dall'Egitto è l'uomo chiamato da Dio alla libertà, libertà vera, eterna.

Ma per diventare libero che impegno, che lotta, che purificazione!

Per giungere alla «notte dei sensi», cioè al tempo in cui diveniamo padroni delle nostre passioni e capaci di resistere alle esagerazioni del gusto e del piacere fisico, ce ne vuole di digiuno!

Ma questo è nulla, è l'inizio.

C'è un'altra notte, ben più oscura e ben più dolorosa.

E’ la «notte dello spirito», cioè è la notte in cui noi, abituati a parlare sempre, dobbiamo imparare a tacere.

Noi sempre pronti a far domande, non oseremo più proporne.

Noi tacciamo, folgorati dalla grandezza di chi ci sta di fronte: Dio.

Noi tacciamo, innamorati di lui.

E' Gesù stesso che disse: «In quel giorno non mi chiederete più nulla» (Gv 16, 23).

La notte dello spirito è la capacità, maturata nell'uomo, di amate Dio nell'oscurità, di accettare il Suo disegno anche senza vedere, di sopportare gratuitamente la distanza anche quando l'amore ci spinge verso di Lui fino allo spasimo.

Ora, per completare la marcia ‑ la salita, direbbe san Giovanni della Croce ‑ bisogna purificare l'amore e trasformarlo in carità.

Cosa significa?

Una cosa semplice.

Imitare Gesù nel cammino verso Gerusalemme.

Ci sarebbe da spaventarsi e verrebbe voglia di dire: "E' impossibile arrivare a tanto”.

E sarebbe giusto. Ma noi sappiamo che chi compirà il miracolo è l'amore stesso.

Dio è Dio, ed è il Dio delle cose impossibili. 

indice Carlo Carretto 2002