6
ottobre
Essere
povero
Per
povertà non si intende avere o non aver denari, avere o non avere pidocchi
addosso. La povertà non è cosa materiale: è una beatitudine: «Beati i poveri
in spirito». E' un modo di essere, di pensare, di amare; è un dono dello
Spirito.
Povertà
è distacco, è libertà, è soprattutto verità.
Entrate
nelle case borghesi, anche se cristiane, e vi convincerete della mancanza di
questa beatitudine della povertà. I mobili, gli oggetti, l'insieme e
spaventosamente eguale in tutte le case; esso è determinato dalla moda, dal
lusso; non dal bisogno, dalla verità.
Questa
mancanza di libertà, meglio, questa schiavitù della moda è uno dei diavoli
che tiene avvinghiato solidamente un gran numero di cristiani.
L'essere
povero in spirito significa innanzitutto essere liberi da ciò che si chiama
moda, significa libertà.
Non
compero una coperta perché è di moda; compero una coperta perché senza
coperta, il mio bambino trema nel letto.
Il
pane, la coperta, il tavolo, il fuoco sono cose necessarie in sé. Il loro
servizio è realizzare il piano di Dio. «Tutto il resto vien dal maligno», si
potrebbe dire parafrasando un'espressione di Gesù a proposito della verità. E
questo «resto» è la moda, la consuetudine, il lusso, l'impinguamento, la
ricchezza, la schiavitù, il mondo.
Non
si giungerà di colpo, tuttavia, a questa dolcissima beatitudine della povertà.
La vita non ci basterà a realizzarla in pieno; ma è necessario pensarci,
riflettere, pregare.
Gesù
il Dio dell'impossibile, ci aiuterà; compirà, se necessario, il miracolo di
far transitare il cammello della parabola attraverso la cruna stretta e
arrugginita della nostra povera anima malata.