10 agosto

La gioia della sua pace

La cosa certa, che mi dà lo sforzo di pregare o almeno di voler pregare, è, intanto, la pace.

La resistenza che metterete alla noia, alla distrazione, alla natura, lo sforzo per dominare la sensibilità, la fantasia, e soprattutto la voglia di scappar via, vi farà entrare poco alla volta nella pace, una pace vera, autentica, nuova, non di questo mondo.

E’ allora che prenderete gusto a una realtà che si forma nel fondo abissale del vostro essere, e imparerete meglio a conoscere tale realtà nei minimi particolari e a sentire l'eccezionalità del suo valore.

 Naturalmente qualche volta la sentirete dopo aver corretto il vostro giudizio, protestato il vostro amore, rinnovato il desiderio di cambiare vita, promesso di fare questo o quel distacco.

In fondo è Dio che vi fa prendere coscienza che non c'è pace nel disordine, non c'è adorazione nell'idolatria della creatura.

Non per nulla la pace è stata definita: «Tranquillità nell'ordine».

E’ difficile sentire la pace di Dio senza prima aver fatto propositi seri di vivere con una sola moglie, di perdonare chi ci ha offesi, di vivere del nostro lavoro, di disciplinare un po' i nostri istinti e le nostre voglie.

L'unità fra il vivere e il pregare, tra il giorno e la notte, tra il pensiero e l'azione, è indiscussa. Ma una volta stabilito quest'ordine, ben al di là delle nostre debolezze e delle nostre difficoltà, Lui ci concede la gioia della sua intimità e della sua pace.

Non abbiate fretta, fratelli, di lasciare quel luogo di preghiera!

Non siate ossessionati dal tempo!

Godetevi quella pace più che potete.

Essa diventerà come una luce sul vostro volto.

E sarà la luce di cui hanno bisogno i vostri fratelli quando ritornerete da loro.

L'apostolato consiste nel portare quella luce.

indice Carlo Carretto 2003