2
febbraio
A
tu per tu
La
pace profonda gustata nei lunghi silenzi ristoratori, la gioia degli orizzonti
puliti e luminosi del Sahara il gaudio della solitudine e, direi meglio, dell'«a
tu per tu» con Dio erano doni tali da superare tutto ciò che m'avevano
regalato i sogni della mia giovinezza e gli impegni laboriosi della mia attività
di uomo nella città terrena.
C'era
però, in fondo a questo umano desiderio di seppellirsi tra le sabbie e vivere
in un minuscolo «tzar» del deserto con uomini semplici e poveri, un leggero
turbamento di coscienza.
Vuoi
restare nel deserto perché ti piace o per cercare Dio?
Ami
il deserto perché non ami più gli uomini?
Cerchi
di restare qui perché ti dà fastidio tornare là?
«Ebbene
torna» mi disse la coscienza; «ebbene torna» mi disse il mio superiore.
E
mi ritrovai nel mondo e mi ritrovai nei pasticci e mi ritrovai con i fratelli.
Però
le cose erano cambiate. Soprattutto era cambiata la visione dell'uomo.
Anche
l'uomo è un Assoluto, mi ripetevo tutte le volte che qualcuno veniva in
Fraternità... a distrarmi dalla mia preghiera.
Forse
pregare significa soltanto restare in ginocchio?
Poteva
essere così comodo in certi duri momenti.
Capii
allora in modo nuovo che anche la preghiera può diventare una fuga. Sì, una
fuga dalla realtà.
Anche
l'uomo è un Assoluto e devi cercarlo, amarlo, servirlo come cerchi, ami e servi
Iddio.
Gesù
non ha lasciato dubbi su questa marcia inesorabile verso le due dimensioni,
quella verticale e quella orizzontale.
Più
ti avvicini a Lui salendo sul versante della contemplazione, più dilati la tua
sete di amore verso gli uomini sul versante dell'azione.
La perfezione dell'uomo sulla terra è la sintesi contemporanea, reale, vitale dell'amore di Dio e dell'amore del prossimo.