4 maggio
Vedere al di là delle cose
Torna indietro, indietro nel tempo e immaginati nel seno di tua madre.
Chiuso nelle sue viscere, con le mani, coi piedi, col tuo essere puoi toccare tua madre. Tu la percepisci, la senti, la tocchi ma non la vedi.
Non è ancora il tempo.
Puoi dubitare di essa, della sua presenza, del suo essere?
Eppure non la vedi.
Il ventre di tua madre è la tua Genesi e nella Genesi ci son molte cose che bisogna accettare senza capire.
E ciò che illumina la Genesi è solo la fede che è l'occhio della realtà che tu non puoi vedere e la speranza che è la certezza di venire alla luce quando sarà l'ora.
Nella Genesi hai mille e mille maniere di sentire la presenza di chi ti sta generando, ma devi accettare il tuo limite che è la tua stessa immaturità inesorabile legata alle stagioni del tempo che non è tuo e di cui sei figlio.
Verrà il tempo!
Allora, dopo il lampo dell'Apocalisse, tu uscirai con tutta la creazione dalla sua matrice. Allora vedrai Dio faccia a faccia, allora toccherai il Trascendente col dito del tuo amore. Nessun paragone mi ha aiutato a capire il perché del buio della fede e il perché dobbiamo essere piccoli dinanzi al mistero dell'Essere.
Noi viviamo nel ventre delle cose, nel ventre della storia, nel ventre del contingente, nella dinamica del divenire.
Solo l'Apocalisse ci aprirà alla fine dei tempi la visione della Trascendenza divina, l'al di là delle cose, e allora vedremo Dio faccia a faccia.