2 novembre
«Io ho vinto il mondo»
Gesù, il primogenito Figlio.
Il primo risorto dai morti.
E Lui che, essendo passato vittorioso nel mondo, e aver pagato il prezzo della vittoria, si rivolge a noi dicendoci: «Non temete. lo ho vinto il mondo» (Gv 16, 33).
Ciò che è capitato nelle notte della Risurrezione d'ora innanzi ci riguarda personalmente.
E stato il vero «passaggio» di tutta l'umanità nel Cristo, capo del Corpo che è la Chiesa e principio di tutti i salvati.
Ciò significa che Dio è Dio, che la vita continua, e che c'è una spiegazione a tutte le cose, anche le più incomprensibili o apparentemente scandalose.
Significa che l'uomo è eterno e che la morte che gli ha fatto prima tanta paura, dominando dolorosamente la sua esistenza, ora è lì, spiegata, compresa, capita, vinta.
Adesso posso ridere, ridere anche della mia paura di prima. Ora che ho visto il Cristo risorto posso affrontare la mia morte con sicurezza.
Anch'io risorgerò. «Io sono il tuo Dio» dice il Signore.
Ed essere Dio il mio Dio significa che mi è padre, che è la radice del mio essere, che è Signore del cielo e della terra, che è l'Assoluto, che è il Salvatore, che è il mio fine, il mio Tutto.
Se Dio è il mio Dio non ho più paura di nulla.
Mi affido a Lui.
Mi lascio fare da Lui.
Padre mio, mi abbandono a Te.
Fa' di me ciò che Ti piace.
Qualunque cosa Tu faccia di me,
Ti ringrazio.
Sono pronto a tutto, accetto tutto,
purché la Tua volontà si compia in me
e in tutte le Tue creature.
Non desidero nient'altro, mio Dio.