18 aprile
Eccomi
Quando Papa Giovanni si sentì vicino al «transito», alla morte, e udì la folla in san Pietro che pregava per lui, disse: «Ecco il mio letto: è l'altare, saliamo a celebrare la Messa e a compiere il sacrificio».
Papa Giovanni in quell'istante dava alla morte il suo vero significato: una liturgia.
Noi morendo celebriamo la nostra Messa più matura.
Il declinare del capo dei viventi, l'appassire del fiore, la fine di una stagione, il giungere della sera, l'uccisione di un animale, la morte dell'uomo, sono tutti aspetti di una solenne Messa celebrata dall'universo davanti al Creatore.
È un dire con amore a Colui che ha fatto ogni cosa e tutto sostiene e guida verso la perfezione: « Eccomi prendimi così"
Ogni oscurità nella vita è preparazione a quella Messa.
Ogni dolore è scuola per quella Messa.
Ogni aridità nella preghiera è anticipo di quella Messa.
Ogni morte è il vivere quella Messa.
Gesù l'ha fatta sua fino in fondo, e il fondo era la bocca del pesce che ingoiava Giona per tre giorni.
In Gesù, il Vivente, la Messa celebrata così sul Calvario sarà la testimonianza più autentica al contenuto del suo messaggio d'amore e la Chiesa la farà sua ponendola al centro della liturgia pasquale.
Ma questo atteggiamento, questo morire d'amore era stato già scritto in tutto il creato ed era il tema dell'universo intero.