29 febbraio
Nelle sue mani
Siamo in due.
Lui è il Re, io suo suddito e insieme facciamo, sviluppiamo il Regno.
Ma siamo in due.
E Lui è più importante, devo convenirne.
Sembra una sciocchezza dire questo ma la realtà è che gli uomini si credono più importanti di Dio, si sentono al centro delle cose e degli avvenimenti.
Sono pochissimi quelli che mettono Dio al centro e che hanno l'occhio della fede fisso in Lui.
Per aiutarci ad arrivare lì, la realtà ci offre come mezzo la povertà, la debolezza, il peccato; ma siamo talmente bagnati di orgoglio che i più credono solo quando sono ridotti a pezzettini.
Non per nulla l'umiltà è la regina delle virtù ed è solo attraverso essa che ci avviciniamo a Dio.
Un passo enorme di questo avvicinamento lo facciamo il giorno in cui esperimentiamo nella fede che la nostra storia non è fatta solo da noi. La facciamo con Lui.
E Lui è il primo e noi i secondi, semmai.
La mia vocazione è nelle sue mani, prima di essere nelle mie.
Il mio futuro è in Lui.
Ognuno ha la sua strada ed è la più bella se offerta da Dio. Il volerne un'altra è da stolto, ed è sofferenza inutile insistere sulle cose che non esistono o sui sentieri che non sono fatti per noi.
Accettare il Regno dei cieli in noi significa accettare la nostra vocazione, che Dio ci prepara attraverso il reale in cui siamo immersi.
Ma Dio mi precede.