13 giugno
La carità sospinge
La visione del male ci ha rattristato, scandalizzato; la compassione per l'uomo, specie se innocente, ci ha angosciato.
Che cosa ne deduciamo da tutto ciò?
La risposta è semplice: tocca a noi agire. Le cose ci chiamano, la carità ci sospinge.
Si direbbe che tutto è fatto per impegnare la nostra vita all'azione.
La vista della turpitudine, la compassione per l'uomo che soffre, il disordine che vediamo attorno a noi non ci possono lasciare nel disinteresse.
Ecco cosa ha scritto Francesco d'Assisi già ai suoi tempi:
«Signore...
fa di me uno strumento della tua pace:
dove c'è odio, ch'io porti l'amore;
dove c'è offesa, ch'io porti il perdono;
dove c'è discordia, ch'io porti l'unione;
dove c'è l'errore, ch'io porti la verità;
dove c'è il dubbio, ch'io porti la fede;
dove c'è la disperazione, ch'io porti la speranza;
dove c'è tenebra, ch'io porti la luce;
dove c'è tristezza, ch'io porti la gioia».
Non è poco, e la nostra esistenza può davvero illuminarsi in una vita di luce sfolgorante.