18 luglio
La prima cosa
La prima cosa che nasce e si sviluppa nel nostro rapporto con Dio è la confidenza, ed è fondamentale perché elimina la paura.
La paura, meglio il timore, è l'inizio della sapienza, ma adagio adagio con la maturità, il timore lascia il posto all'amore che è certamente un grado superiore del rapporto.
Dio non è più un estraneo, una vaga nuvoletta, una categoria della cultura, un problema.
È un Padre.
E padre che crea, che ama, che sorregge, che parla, che attende, che dona!
Difatti sono molto pochi quelli che accettano gioiosamente e subito la sua paternità.
I più preferiscono crogiolarsi nella domanda: «Ma è possibile ciò?» e restare nell'indifferenza arida e vuota.
Certo che è una vita triste la vita di chi si sente orfano, solo e, in più, in balia del tremendo ambiente che è il mondo che lo circonda.
Tutto diventa un problema e causa di oscurità, dolori e paura.
Soprattutto paura!
Come si fa a non vivere di paura così deboli, indifesi e più di tutto soli?
Diciamolo chiaro: l'uomo che non scopre di essere figlio di Dio, d'aver dalla sua parte il Creatore del cielo e della terra, d'essere sostenuto, guidato, confortato, giustificato dall'assoluto di Dio, vive una vita ben triste, è illuminato da una luce fioca, è confortato da una speranza ben povera.
In questa luce la fede diventa matura, la speranza cresce di giorno in giorno e l'amore diventa concreto e forte.