14 novembre
Il volto di Dio
C'è una storia che mi piace perché spiega bene come vanno queste cose sull'amore, ed è la storia di san Cristoforo. Questo gigante pagano, convertito da un eremita e messosi alla sua scuola, ha difficoltà a pregare, a «sentire Dio» nella preghiera. Non riesce a resistere per ore ed ore a recitare salmi e si inquieta col suo maestro: «Quando mi farai vedere il volto di Dio?». L'eremita capisce che sottomettere il suo allievo immaturo alle durezze e all'aridità della preghiera è troppo presto per lui e gli facilita il compito con un programma più umano.
«Mettiti qui su questo fiume pericoloso e con la tua forza da gigante trasporta all'altra riva i pellegrini che passano». Sembra voler dire al suo apprendista: «Il volto di Dio ti è ancora oscuro nella fede nuda, lo troverai più facilmente nel volto degli uomini che servirai».
E il pagano incominciò a servire gli uomini. Armato di un fusto di palma come bastone, traghettò per giorni e giorni, attraverso il fiume, i pellegrini... fin quando arrivò il giorno in cui trasportò Gesù, che si era presentato con l'apparenza di un bambino. Fu allora che il pagano scoprì il volto di Dio e divenne Cristoforo.
Così è per noi nella realtà della vita.
Lavorando, e amando il lavoro, costruendo la nostra famiglia, inserendoci nella società, e agendo per renderla più felice e più giusta, amando le cose, tutte le cose come messaggi di Dio, poco per volta saliamo i vari gradini dell'amore per giungere più su, verso Dio.
Amare Dio e amare il prossimo; meglio: amare Dio nel prossimo e il prossimo in Dio e così camminare verso la realizzazione totale della nostra personalità in Cristo Gesù.