14 agosto

L'ora della resa dei conti

L'uomo che, dopo i primi passi nella vita spirituale, si lancia nelle battaglie della preghiera e dell'unione con Dio, si stupisce dell'aridità del cammino.

Più avanza e più si fa buio intorno a lui; più cammina e più il tutto gli diventa amaro. Deve addirittura, per avere un po' di conforto, richiamarsi alle gioie antiche, a quelle dei primi passi, quelle che Dio gli donava per attirarlo a sé.

A volte è perfino tentato di gridare: «Ma Signore, se Tu ci aiutassi un pò di più, avresti più seguaci alla tua ricerca».

Ma Dio non ascolta tale invocazione; anzi, al posto del gusto, aggiunge noia; e invece della luce mette le tenebre. Ed è proprio là, a metà del nostro cammino, che non sappiamo se andare avanti o indietro; meglio... sentiamo di andare indietro. Ma solo allora incomincia la vera battaglia e le cose si fanno serie. Sì; si fanno serie, innanzitutto perché si fanno vere. Incominciamo a scoprire ciò che valiamo: nulla, o poco più. Credevamo, sotto la spinta del sentimento, di essere generosi; e ci scopriamo egoisti. Pensiamo, sotto la falsa luce dell'estetismo religioso, di saper pregare; e ci accorgiamo che non sappiamo più dire «Padre». Ci eravamo convinti di essere umili, servizievo­li, ubbidienti; e constatiamo che l'orgoglio ha invaso tutto il nostro essere, fino alle radici più profonde. Preghiera, rapporti umani, attività, apostolato: tutto è inquinato. E l'ora della resa dei conti; e questi sono molto magri.

Ciò che è indispensabile per la preghiera è che io ami, perché l'amore è la più alta preghiera, e ne è la pienezza.

E in più, l'amore genera la confidenza, che diviene nell'anima uno «stato», un «essere», un'abitudine, una realtà continua. Io mi fido di Lui io confido in Lui io lo amo.

C'è preghiera più vitale di questa? Acquistala, e pregherai tutto il giorno, anche se immerso nella folla.

Forse gli struggimenti improvvisi che colgono rapidi come il fulmine hanno meno cariche d'amore delle ore passate insieme?

Mi pare che stia qui il segreto per pregare... quando non si ha tempo di pregare, e ricordiamoci che il Cristo è venuto a liberarci, non a incatenarci.

Più ci liberiamo dalle strutture, dalle formule, dagli... idoli, più semplifichiamo la nostra vita spirituale, e più l'unione con Dio diventa reale.

E l'unione è sempre la risposta al richiamo dell'amore.

No, per pregare non sono indispensabili le chiese o le formule, ma... possono aiutare, e debbono aiutare nei tempi normali. Ognuno di noi ne ha fatto esperienza, e possiamo dire senza errare che tanti ricordi della nostra storia spirituale sono legati a questa o quella Chiesa, a questo o quel santuario.

Di qui l'importanza che i luoghi di preghiera siano ben scelti, i più accoglienti possibile, puliti, dove si respira la pace, soprattutto dove c'è silenzio e da dove siano bandite grida o stonature che feriscono la nostra psicologia già stanca e provata dal tragico quotidiano.

E qui vorrei dare un consiglio a tanti amici legati dal comu­ne desiderio di difendere la preghiera in questi tempi difficili. Perché non costruirsi un oratorio in casa?

Sì, in casa, dove si vive, dove si ama, dove si soffre.

Quanto potrà essere bella la città di domani, trapuntata di queste luci nella notte, luci che parlino della presenza di Gesù nelle case degli uomini. 

indice Carlo Carretto 2005