25 settembre
L'unica verità
È difficile cogliere il punto giusto del mistero dell'uomo, che è una parte del grande mistero di Dio. C'è chi sogna una Chiesa potente, ricca di mezzi e di possibilità, e c'è chi la vuole povera e debole; c'è chi dà vita, e cultura, e studio per arricchire di pensiero la filosofia cristiana, e c'è chi rinuncia anche a studia-re per amore di Dio e del prossimo. Posso dubitare della fede di mia madre che avrebbe desiderato tutta la ricchezza in mano alla Chiesa per il decoro dell'altare, le opere missionarie e la dignità del culto?
Ed io, suo figlio, che ero esattamente all'opposto e sognavo un culto più spoglio, una povertà più sentita, e soprattutto un apostolato fatto con mezzi "poveri", non avevo anch'io le mie ragioni?
E tanto difficile giudicare!
C'è però una verità,, alla quale attaccarci sempre, disperata-mente sempre: l'amore! E l'amore che giustifica le nostre azioni, a volte così contrastanti.
E l'amore la perfezione della legge. Se è per amore che fratel Paolo ha scelto di morire su una pista del deserto, da questo è giustificato.
Se è per amore che don Bosco e il Cottolengo costruirono scuole ed ospedali, da questo sono giustificati.
Se è per amore che san Tommaso passò la sua vita sui libri, da questo è giustificato. Rimane solo il problema di stabilire la gerarchia di questi amori; e qui è Gesù stesso che ci insegna in modo inequivocabile: «Chi di voi vuol essere il primo, sia l'ultimo e come colui che serve» (Le 22, 26).
E ancora: «Nessuno ama di più l'amico di colui che dà la vita per esso» (cf. Gv 15, 13).