23 luglio
La nostra realtà
Tutto ciò che mi circonda è terribilmente incompleto, incomprensibile, provvisorio, doloroso, arbitrario, tanto che se non lo considerassi una parte di un tutto, un primo tempo che conoscerà altri tempi, un inizio che darà spiegazione di sé in uno sviluppo che deve ancora venire «al di là di ciò che vedo», non potrei fare a meno di citare in tribunale Dio stesso che ha fatto le cose così male e una terra così piena di buchi capaci di provocare terremoti e cieli così pazzi da distruggere le piccole capanne di pescatori poveri.
Davanti alla realtà, a tutta la realtà visibile solo dal mio occhio di uomo non c'è altra scelta: o maledirla perché figlia degenere di un padre pazzo o accettarla come mistero.
Lo spirito di Dio che mi abita mi dice di accettarla come mistero.
E me lo testimonia con la sua voce continua.
E io lo testimonio ai miei fratelli e dico loro:
«Sì, Dio è Signore dell'Universo».
Ed è Signore anche se il mare è in tempesta.
E’ Signore anche se soffro e piango.
E’ Signore anche se la mia casa viene distrutta dal tempo.
E’ Signore anche se è giunta per me l'ora di morire.
Ed è proprio l'ora di morire che mi spiegherà le cose.
E’ quel momento incomprensibile a me, figlio dell'uomo, che diventerà luce per me figlio di Dio.
E' morendo che capirò il perché della vita. E' morendo che, come atomo compresso dal peso di tutto l'universo o scaldato dalla temperatura senza limiti dell'amore, esploderò nell'eterno di Dio.
La morte è la porta della Risurrezione.
La morte è l'entrata alla pienezza di vita.
La morte è il più gran segreto che deve essere svelato.