30 luglio
I due poli
Siamo sempre tentati nei due sensi opposti: o colti dalla sua immanenza assoluta ci abbandoniamo all'inattività dicendo «fa lui», o trascinati dalla nostra sicurezza agiamo senza pensare alla sua segreta azione.
Ci fu un'epoca in cui la prima tentazione era più facile. Ora è più facile la seconda.
Gesù dice: «Mio Padre opera sempre ed anch'io opero» (cf. Gv 5, 17), ammettendo chiaramente i due termini.
C'è Lui e c'è il Padre; c'è l'uomo e c'è Dio.
Entrambi operano.
Nella vita di Gesù la presenza del Padre non viene mai meno.
Gesù non lo nasconde, non lo dimentica ma lo vede; non lo sfugge ma lo cerca.
«Io non sono solo perché il Padre è con me» (Gv 16, 32).
Ciò che avvenne in Gesù avviene o avverrà in ciascuno di noi perché è lui il primogenito e perché l'amore del Padre ha stabilito che tutti i viventi ricevano per adozione la natura stessa del primogenito diventando a pieno titolo fratelli e moltitudini immense di riscattati al sangue di colui che volle dare la sua vita per attuare un simile disegno d'amore.
Sì, come Gesù.
E come Gesù è in rapporto col Padre anche noi dobbiamo essere in comunione col Padre.
Come Gesù parla col Padre noi dobbiamo parlare col Padre.
I poli dell'amore, del dialogo sono due e debbono rimanere due.
Il peccato consiste nella eliminazione di uno dei due.