12 novembre
La realtà che educa
Considera la realtà in cui vivi, l'impegno, il lavoro, le relazioni, le adunanze, le camminate, le spese da fare, il giornale da leggere, i figli da ascoltare, come un tutt'uno da cui non puoi staccarti, a cui devi pensare.
Dirò di più: un tutt'uno attraverso il quale Dio ti parla e ti conduce.
Non è fuggendo che tu troverai Dio più facilmente, non è cambiando il tuo cuore che tu vedrai le cose diversamente.
Il deserto nella città è possibile solo a questo patto: vedere le cose con occhio nuovo, toccarle con uno spirito nuovo, amarle con un cuore nuovo.
Teilhard de Chardin direbbe: abbracciarle con cuore casto.
Così non occorre più fuggire, alienarsi, chiudersi tra sogno e realtà, spaccarsi tra ciò che penso e ciò che faccio, andare a pregare e poi distruggersi nell'azione, fare i pendolari tra Marta e Maria, restare perennemente nel caos, avere il cuore diviso, non sapere dove sbattere la testa.
Sì, la realtà ci educa, e come!
La realtà è il vero veicolo sul quale Dio cammina verso di me.
" Nel reale trovo Dio molto più vitalmente che nei bei pensieri che di Lui o su di Lui mi posso fare.
Specie se è una prova dolorosa dove la volontà è messa a dura prova dove riscopro con più evidenza la mia povertà.