19 novembre
Il vincolo della perfezione
L'amore vince tutto.
Vince anche le cose più orribili.
Non è stata orribile la vita di Gesù?
Non è orribile nascere in una stalla qualche ora dopo il rifiuto, da parte degli uomini di Betlemme, di accogliere una madre che deve partorire?
Non è orribile ciò che gli uomini hanno fatto a Gesù, nella sua vita e nella sua morte?
Ebbene, l'amore di Gesù trasforma l'orribile in sublime, la sua accettazione, la sua umiltà, la sua mansuetudine cambiano l'aspetto delle cose, e il quadro più osceno della storia diviene il quando più bello di un Dio che morendo perdona, e sorride all'uomo suo uccisore.
Solo l'amore ha tanto potere di trasformazione, di redenzione, di fecondità.
«La carità è il vincolo della perfezione» (Col3, 14). Ciò che conta è amare.
Quando incontrerò un fratello che mi ha fatto soffrire, calunniandomi e dicendo di me ogni sorta di male, io lo amerò, e amandolo trasformerò in bene il male fattomi, perché ciò che conta è amare.
Quando mi toccherà vivere con uomini che non la pensano come me, che si dicono nemici della mia fede, io li amerò, e amandoli metterò nel mio e nel loro cuore il principio di un possibile dialogo futuro, perché ciò che conta è amare.
Quando entrerò in un mercato per comperare qualcosa penserò ai miei fratelli più poveri, mi farò regolare da quel pensiero negli acquisti, sforzandomi, per amore, di essere stretto con me e largo per essi, perché ciò che conta è amare.
Quando verrà la sera della mia vita, o sull'asfalto in un incidente di strada o nell'angoscia di una malattia mortale, io mi afferrerò ancora e solo all'amore, sforzandomi di accettare gioiosamente il passaggio voluto da Dio, perché ciò che conta è amare.