22 ottobre
Essere conseguente
Per essere conseguente alla luce che il Signore mi dava in quell'istante non c'era che una cosa da fare: rinunciare all'azione, la mia, e credere alla contemplazione, cioè credere che il nostro dovere era quello di metterci umilmente ad ascoltare Gesù, come Maria, senza altra preoccupazione; non aver altro sogno che amare gratuitamente Gesù di un amore tale che diventava azione, apostolo, salvezza.
Fa' conto, sorella, fratello, di essere Dio e che ci siano due persone che ti vogliono servire. Il primo si agita, fa, costruisce, e nei piccoli ritagli di tempo viene a te per dirti che ha fatto tante cose, per pregarti di aiutarlo nei suoi disegni. L'altro si innamora di te e non fa che amarti e contemplarti, e la stessa sete di salvezza dei fratelli lo conduce al tuo amore da cui mai si stacca. Chi dei due è più nel vero? L'equazione è molto semplice e si tratta solo di essere conseguente.
Dio mi dia la grazia di essere conseguente.
Il resto è fumo, anzi fumo puzzolente. L'essere dimenticato, il vivere nascosto, povero, umile, non è l'ideale di tutta l'ascetica cristiana?