28 gennaio
Chi rimane con lui
Gesù, come noi, non poteva certo essere contento che le cose andassero male, che la verità venisse concussa, che gli innocenti soffrissero, che il male potesse trionfare, che gli affamati restassero affamati e che gli schiavi restassero schiavi.
Eppure passerà sul quadrante della storia Lui, Figlio di Dio, esattamente come fosse il figlio dell'uomo.
Le cose non cambieranno. I morti continueranno a morire, gli innocenti ad essere schiacciati, gli affamati ad avere fame.
Se risusciterà qualche morto o sfamerà qualche affamato sarà solo per dare un segno a chi poteva capire che erano giunti i tempi messianici e che il nuovo Mosè, Gesù, era con loro, non certo per cambiare le cose ed eliminare dalla vita umana la fatica di lavorare e la sofferenza di dover morire.
Chi voleva fare di Lui un taumaturgo che avrebbe risolto i problemi dell'uomo, un guaritore che avrebbe svuotato gli ospedali, rimase male e sorpreso.
Chi si attendeva da Lui una missione politica divenuta folgorante e vincitrice con l'introduzione del miracolo negli ingranaggi delle cose normali e al di fuori delle leggi naturali e la fatica quotidiana, si disilluse e lo abbandonò.
Lo abbandonarono i potenti che volevano servirsi della religione e del Messia per consolidare il loro potere.
Lo abbandonarono i perseguitati che non volevano più essere perseguitati e i sofferenti che volevano vendicarsi di chi li faceva soffrire.
Con Lui rimasero i poveri che accettavano di essere poveri, i perseguitati che non volevano perseguitare, i piangenti che capivano il perché del pianto e intravedevano nelle lacrime il mistero del Cristo e la novità delle Beatitudini da Lui predicate.