28 settembre
Ciò che conta
Siccome il purgatorio è «al di qua» dello spartiacque dell'eterno, l'unica cosa che mi conviene fare è mescolarlo, già ora, con la Terra. Far conto che ci sono già! Attizzare in me, poco alla volta ma con coraggio, il fuoco della carità, incominciare a bruciare le scorie, almeno le più grosse ed evidenti.
Ciò che farò ora non lo farò più tardi.
Non sono stati i colpi di flagello sulle carni di Gesù che ci hanno salvato, è stato l'amore con cui li ha accettati.
Non è stata la marcia al Calvario a redimerci, ma la pazienza, la misericordia, l'obbedienza usata da Lui in quella tragica marcia.
Insomma fu la sua carità, cioè il suo amore, a recarci il «nuovo» della Redenzione.
Ciò che conta è amare, e se riusciremo a trasformare ogni momento della nostra esistenza in un atto d'amore, tutto sarà risolto. Questo è il fuoco del purgatorio e deve diventare, per chi vuole evitare il purgatorio, il fuoco della Terra.
II fuoco del purgatorio è la carità, cioè il grado più alto dell'amore nel suo stato soprannaturale.
t il fuoco che consumò sul Calvario il sacrificio di Gesù, è il fuoco che bruciò i santi d'amore inestinguibile, è il fuoco che condusse i martiri al martirio e li battezzò, se non battezzati, aprendo loro definitivamente il Regno. A questo fuoco non sfuggiremo e non c'è nessuna forza che ci priverà di esso.
Del resto non lo vorrei nemmeno. So che costerà ma so che devo passare di li.
O forse che voglio continuare per tutta l'eternità gli alti e bassi della mia sensibilità, questa perenne umida difficoltà a bruciare d'amore? No, sono legno verde ma non voglio rimanere verde in paradiso.
Voglio arrivare là dove è arrivato Gesù, provare ciò che ha provato Lui. Lo so che spasimerò ma non c'è altra via, e in più so che la potenza di Dio sarà li per aiutarmi.