9 agosto

Presente in tutto

Dio è presente in tutto e tutto è segno di Lui.

Come il mio corpo visibile è segno della mia persona e la indica, così tutto il visibile e l'invisibile è segno di Dio e lo annuncia continuamente, inesorabilmente.

Non c'è una cellula, non c'è un atomo, non c'è una virgola, che possa sfuggire all'unità del tutto: i segni lo indicano con una logica, una armonia, una unità inesorabile.

I segni mi hanno raccontato la mia storia, mi hanno spiegato i miei desideri, hanno dato luce alle mie domande.

Il segno di un nido di uccelli o di una tana di volpi mi ha sintetizzato l'anima dell'universo intero, e la legge di Newton sull'attrazione degli astri mi ha anticipato il Prologo del Vangelo di Giovanni.

La logica di una combinazione chimica mi ha esemplificato l'interdipendenza tra gli uomini e le cose, e la semplice impenetrabilità dei corpi mi ha confermato lo spazio della mia libertà.

Ma dove il segno diventa richiamo costante, indicazione univoca di ciò che vuol indicare e annunciare, è nell'annunciare e indicare un'altra Presenza da me.

Ogni cosa che vedo, ogni rumore che sento, ogni alba che torna, ogni incontro che realizzo, sono segni di qualcosa, di qual­cuno che mi ha preceduto e mi interroga: Dio.

Certo posso sempre dire: «Non ci credo».

C'è in me — ed è il vero peccato in cui sono immerso — il potere di non credere, il potere di dire no alla speranza; la possibilità di non voler amare ma..., statene pur certi, il segno non cesserà di interrogarmi; dovesse aspettare fino alla fine dei tempi.

indice Carlo Carretto 2009