24 maggio

Povero o ricco

Se è vero che la misericordia di Dio è attirata dal povero, il peccatore l'attira di più perché è il più povero tra i poveri.

Cos'è la povertà di un uomo che è nudo nel corpo, in para­gone della sua nudità nello spirito?

Cos'è la mancanza del pane, in confronto alla mancanza dell'amore?

E più povero Francesco nudo ma libero, o suo padre vestito che idolatra le sue ricchezze?

Non c'è limite alla miseria dell'uomo violento, crudele, incatenato dai sensi e ridotto a uno straccio dalla droga e dalla lussuria.

Non c'è angoscia più grande di chi fugge dai grandi valori

della vita e si riduce alla solitudine dell'egoismo più raffinato.

Se Dio è Dio, come è vero che è Dio, la gerarchia della felicità comincia da Lui, non dal contrario.

Più l'uomo è vicino a Dio e più è felice; più è da Lui lonta­no e più è povero.

Il peccato, che è fuga da Dio, non è interessante, non dà gioia, pienezza, pace e ti tradisce continuamente.

Per chi ha provato, per chi conosce la verità e ha gustato la dolcezza di Dio e della sua casa, il peccatore è veramente il disgraziato che attira la sua compassione.

Dov'è la casa per il peccatore?

Dov'è la gioia per chi tradisce?

Dov'è la sicurezza e la stabilità per chi non crede, non spera, non ama?

Ecco perché tutto il Vangelo può essere riassunto nella parabola di Luca: il ritorno al Padre del figlio lontano.

Il ritorno è la vittoria di Dio, è la stessa gioia di Dio. Nella misericordia Dio sazia la sua sete d'amore. Conoscendo Dio, pur sapendo che c'è la possibilità di perderci, mi sono convinto che tutti si salvano.

indice Carlo Carretto 2009