1° agosto
Uomini di preghiera
Nella preghiera sono due che agiscono, in questo atto fondamentale: Dio e l'uomo.
Dio ci attende: questa è una certezza consolante. Dio ci sostiene, Dio vuole che noi preghiamo. Senza di Lui non potremmo nulla.
Naturalmente all'altro polo ci siamo noi, c'è l'uomo. Non è cosa facile pregare, perché la vera preghiera impegna la fede pura. Ma dobbiamo sforzarci, gettarci con coraggio, con estrema fiducia. Dobbiamo, e lo possiamo, divenire uomini di preghiera.
La preghiera è una ricerca di Dio.
Essa comincia quando l'anima, con un atto profondo, si mette in contatto con Dio. E un atto di raccoglimento ed è come il fiammifero che accende il fuoco. Tale atto più è ricco di offerta di sé, più è valido, reale.
Non quindi ricchezza di idee, di sentimenti, ma ricchezza di doni. Anzi, in questo senso la vera preghiera diventa sempre più spoglia. Esempio tipico la preghiera del pubblicano, nei confronti della prolissità della preghiera del fariseo.
E quindi la verità che conta, è la preghiera più vera, più efficace, reale.
Dopo tale atto basilare, trovato il rapporto con Dio con atteggiamento di donazione, l'anima sviluppa la sua preghiera.
Qui non c'è metodo, perché ciò che regna è la libertà dello spirito. C'è chi sviluppa l'atto con preghiera vocale, e c'è chi preferisce la preghiera mentale. Non deve certo essere sottovalutata la preghiera vocale, capace, essa pure, di esprimere la donazione dell'anima e svilupparla in tale senso.