26 dicembre
Il Messia
Il Messia, il figlio di David, il Vincitore, l'inviato del Dio degli Eserciti, colui che avrebbe restaurato il regno, colui che avrebbe finalmente scacciato gli odiati romani! Trionfo, vittoria, sicurezza: sempre così!
Cosa arriva?
Un povero operaio, nascosto in un villaggio nascosto, e per di più disprezzato.
Niente da fare. Dopo diversi anni nessuno se n'era ancora accorto.
Gli occhi cercavano ben altro del sudore di un lavoratore o dell'anonimato di un povero!
E come finisce la storia?
L'urto, fra Lui che dice di essere il Figlio di Dio, il Messia e coloro che non possono accettare una simile maniera di procedere, giunge all'acme e si risolve con la crocifissione di un innocente.
Ditemi, ora, se Betlemme, Nazareth, il Calvario non sono la dimostrazione del silenzio di Dio, della povertà di Dio, vere strade che Lui percorre per venire a noi e farsi conoscere.
E sono tenebra!
Oh, non tenebra per Lui e in sé, ché nulla è più luminoso dell'annientamento di Gesù a Betlemme, della realtà della incarnazione a Nazareth, dell'infinito amore che sprigiona dal Calvario.
Quella è luce, e che luce!
Ma è tenebra per noi che vogliamo il chiasso sul nostro nome, mentre Dio è silenzio.
Tenebra per noi che vogliamo la potenza, mentre Dio è mitezza!
Non è uno scherzo tutto ciò, e forma la radice di tutta la nostra grandezza e il motivo di ogni nostra speranza.